David Livingstone, un famoso esploratore dell'Africa, riportò che la pianta del cocomero cresceva abbondante nel deserto del Kalahari, dove sembra che esso abbia avuto origine. Lì il frutto cresce selvatico ed è conosciuto come Tsamma (Citrullus lanatus var citroides). La pianta è riconoscibile per le sue foglie particolari e per l'elevato numero di frutti che produce, fino a cento per ogni esemplare. Per questa ragione è una sorgente di acqua abituale per gli abitanti della zona, oltre a fungere da cibo sia per gli uomini sia per gli animali.
Non è dato sapere quando il cocomero sia stata coltivato per la prima volta ma il primo raccolto mai registrato è documentato in alcuni geroglifici nell'Antico Egitto e avvenne quasi 5000 anni fa. Il frutto veniva spesso deposto nelle tombe dei faraoni, come mezzo di sostentamento per l'aldilà. Nella mitologia egizia, il cocomero aveva origine dal seme del dio Seth.
Nel X secolo d.C., il cocomero era coltivato in Cina, attuale primo produttore mondiale. Nel XIII secolo il frutto venne introdotto in Europa dall'invasione dei Mori.
Presso i beciuani la pianta è conosciuta con il nome di lerotse ed è considerata sacra, con foglie purificanti. Come scrive James George Frazer ne Il ramo d'oro fra i beciuani è d'obbligo purificarsi prima di consumare i nuovi raccolti. La purificazione avviene all'inizio del nuovo anno, in gennaio, in un giorno stabilito dal capo tribù: tutti i maschi adulti tengono le foglie del lerotse in mano e le schiacciano, ottenendone un succo che applicano agli alluci e all'ombelico; poi ciascuno di essi si reca alla propria abitazione e spalma tutti i membri della propria famiglia con questo succo. Solo dopo che questa purificazione è stata completata, la gente è libera di mangiare i nuovi raccolti.
Il termine cocomero, seppur più simile al nome scientifico del frutto, è tipico delle regioni centrali e meridionali d'Italia, mentre nel Nord si preferisce chiamare il frutto “anguria”.
Il fatto strano, e nel contempo divertente, è che entrambi i termini - “cocomero” ed “anguria” - affondano le radici nell'antichità, ed ambedue si collegano al cetriolo: “cocomero” infatti, deriva dal latino cucumis, mentre “anguria” trae origine dal greco antico angurion, i cui significati riconducono, per l'appunto, a “cetriolo”.
Il cocomero è una pianta annuale, con fusto erbaceo rampicante, foglie grandi e pelose con tre lobi, fiori maschili e fiori femminili, frutto voluminoso rotondo oppure ovale, che raggiunge il peso di 20 kg.
Il frutto è una falsa bacca (peponide), assai massiccio; la buccia è liscia, dura e relativamente sottile, di colore verde con varie striature e chiazze più chiare, bianche o giallastre; l'interno è di colore rosso (o, meno frequentemente, giallo, arancio o bianco a seconda della varietà) e ricco di semi, che possono essere neri, bianchi o gialli. La polpa è costituita per oltre il 90% di acqua, ma contiene anche un discreto quantitativo di zuccheri, soprattutto fruttosio, e vitamine A, C (8,1 mg per 100 g di frutto), B e B6. I frutti sono disponibili esclusivamente nel periodo estivo, da maggio a settembre.
In Italia e Giappone sono stati prodotti cocomeri dalla forma cubica o piramidale; la forma inusuale viene ottenuta facendo crescere i frutti all'interno di recipienti di vetro in modo da fargli assumere la forma del contenitore.
Propagandata come il frutto della passione e paragonata persino al viagra, l'anguria dovrebbe essere apprezzata per ben altre proprietà, assai più accreditate e veritiere.
Come per il melone, l'anguria è protagonista dell'estate, frutto dissetante, rinfrescante ed ipocalorico, in grado di assicurare un prezioso, quanto più abbondante, apporto idrico.
L'anguria rientra nella categoria degli alimenti più dissetanti e rinfrescanti in assoluto: tant'è vero che è costituita da oltre il 93% di acqua, e fornisce pochissime calorie (solo 16 per 100 grammi di prodotto, ancor meno rispetto al melone). Nell'anguria si contano all'incirca 3,7 grammi di zuccheri per etto di frutto, 0,4 di proteine e 0,2 di fibre.
Per i motivi sopra elencati, l'anguria è un ottimo alleato nelle diete ipocaloriche; ad ogni modo, il consumo eccessivo è sconsigliato ai pazienti diabetici.
L'anguria è fonte di vitamine antiossidanti (A e C), vitamine del gruppo B (B6) e sali minerali, in particolare potassio, fosforo e magnesio (rispettivamente, 112, 11 e 10 mg/100g di prodotto).
Se dissetante è una proprietà, allora l'anguria è la capostipite tra i frutti, considerata la smisurata quantità d'acqua in essa presente.
Anche la proprietà depurativa si confà perfettamente all'anguria: tant'è che per alcuni popoli Africani, i beciuani, il frutto viene esaltato persino come sacro e purificatore.
L'attività depurativa dell'anguria è direttamente correlata a quella diuretica: stimolando la diuresi, nell'organismo viene infatti favorita l'eliminazione delle scorie in eccesso.
La modica quantità di sali minerali e vitamine presente nell'anguria rappresenta un utile rimedio naturale - seppur blando - contro stati di stanchezza, affaticamento fisico e stress, tipici dei mesi estivi. Essendo ricca di potassio, l'anguria è consigliata anche alle persone che lamentano disturbi estivi legati ad alterazione della pressione osmotica, ritenzione idrica, eccitabilità neuromuscolare e lievi alterazioni della ritmicità del cuore.
Per la presenza di vitamine, sostanze antiossidanti e carotenoidi, l'anguria rientra tra i frutti studiati dalla ricerca in questi ultimi anni come possibile - ma non ancora dimostrato - rimedio nella prevenzione di tumori.
L'anguria, da consumarsi preferibilmente lontano dai pasti perché tende a rallentarne la digestione, fornisce una certa sensazione di sazietà: a tal proposito, rappresenta un ottimo ausilio per tenere sottocontrollo la fame in quelle persone che, non riuscendo a controllarla, tendono a sovralimentarsi.
I semi di anguria vantano blande proprietà lassative.
Molti elogiano l'anguria come la panacea dei disturbi sessuali maschili, paragonandola al viagra o, addirittura celebrando questo frutto estivo come più potente del Cialis.
È stata dimostrata una parte di verità: l'anguria contiene la citrullina, un aminoacido “afrodisiaco” perché in grado di dilatare i vasi sanguigni, favorendo di conseguenza l'erezione.
Giunta nell'organismo, la citrullina si trasforma in arginina, in grado di stimolare sia il sistema immunitario che quello cardio-circolatorio: in quest'ultimo caso, tramite una vasodilatazione, si favorisce una maggior elasticità nella parete dei vasi sanguigni.
Il “problema” è che la citrullina non si trova nella polpa succosa e zuccherina dell'anguria, piuttosto nella parte bianca, comunemente messa da parte: crolla il mito dell'anguria come rimedio per la disfunzione erettile.
Ad ogni modo, la citrullina contenuta nell'anguria, potenziale sostituto naturale del Viagra del futuro, non genera gli stessi effetti collaterali scatenati dal farmaco.
Attualmente, i ricercatori si sono posti l'obiettivo di modificare geneticamente il frutto, fintantoché la citrullina possa raggiungere una concentrazione considerevole anche nella polpa dell'anguria.
Alcune delle preziose proprietà dell'anguria sono state confermate di recente da parte della scienza, che ha constatato la sua capacità di rappresentare un aiuto naturale contro le malattie cardiache e di ridurre i livelli del colesterolo cattivo. Il consumo di anguria può permettere inoltre di mantenere il peso sotto controllo.
Il consumo di anguria può inoltre contribuire a migliorare la qualità del sonno. Mangiare un paio di fettina di anguria dopo cena può stimolare nell'organismo la produzione di serotonina, per via del suo contenuto di carboidrati. Quando, nelle ore serali, i livelli di serotonina salgono, il cervello è meno sensibile ai segnali di disturbo, come i rumori, favorendo sonni tranquilli.
L'anguria è un frutto energetico. Una semplice porzione di anguria può aumentare i livelli di energia del 23%. Ciò accade per via del suo contenuto di vitamina B6, che il corpo utilizza per sintetizzare la dopamina, promotrice del benessere. L'anguria contiene inoltre magnesio, che viene utilizzato dal nostro corpo per rifornire di energia le cellule. La citrulina presente nell'anguria è un amminoacido che viene utilizzato dall'organismo per la produzione di arginina. L'arginina è ritenuta un vero e proprio viagra naturale, in grado di dilatare i vasi sanguigni e di migliorare l'afflusso di sangue verso gli organi genitali.
L'anguria è uno dei frutti più leggeri e meno calorici che abbiamo a disposizione durante l'estate. Ciò avviene grazie alla sua ricchezza d'acqua e alla completa assenza di grassi. Le calorie derivano dal contenuto di zuccheri naturali dell'anguria, ma sono comunque davvero poche. Anche chi è attento alla linea può mangiare l'anguria senza problemi e trarre dei benefici perché questo frutto ricco d'acqua stimola la diuresi e l'eliminazione delle tossine. 100 grammi di anguria contengono soltanto 30 calorie.
Come riconoscere un'anguria matura e saporita? Il picciolo dell'anguria non deve essere secco. Se dal punto in cui il picciolo si trova, o si trovava, fuoriesce del succo, significa che siamo in presenza di un frutto maturo e zuccherino. Un' ulteriore trucco consiste nel classico "suono di vuoto" che si ottiene bussando leggermente con un pugno sulla superficie del frutto. Anche la presenza di chiazze gialle o di striature sul frutto indica che l'anguria è ben matura.
Il frutto, se le sue dimensioni lo permettono, può essere conservato senza problemi per alcuni giorni in frigorifero, quando non è ancora stato aperto. Se l'anguria è invece già stata affettata, è bene evitare la pellicola trasparente. E' consigliabile piuttosto conservare l'anguria già tagliata a cubetti e privata della buccia in un contenitore per alimenti o in uno scolapasta appoggiato su di una ciotola (in cui si raccoglierà l'acqua che può colare dal frutto) da riporre in frigorifero. L'anguria tagliata deve comunque essere preparata al più presto.
L'anguria può essere consumata fresca, semplicemente tagliandola a fette, ma può essere anche suddivisa in cubetti ed impiegata per la preparazione delle macedonie di frutta. Esiste uno strumento apposito che permette di ottenere delle palline dalla polpa dell'anguria, che risultano molto decorative per le coppe di frutta o per i gelati. Con l'anguria si possono inoltre preparare frullati, sorbetti ed una specialità siciliana: il gelo di mellone.
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