martedì 21 settembre 2010

Fame vorace senza appetito



Si chiama BED o DIA ed è un vero e proprio disordine alimentare, che va individuato e curato.


Gli americani lo chiamano BED, ovvero Binge Eating Disorder, e in Italia lo si definisce DAI, Disturbo da Alimentazione Incontrollata. Ma, qualunque sia la sigla usata, ci si riferisce ad un vero e proprio disordine alimentare che causa sofferenza e disagio a chi ne soffre. Durante le abbuffate incontrollate si introducono grandi quantità di cibo in pochissimo tempo, arrivando talvolta a ingerire circa 30 mila calorie in un solo pasto (l’equivalente di 8 panettoni). Ma quali sono i meccanismi che scattano nel cervello di chi soffre di questo disturbo?
Identikit
In Italia si stimano circa 1 milione e 300 mila persone affette da questo disturbo, con una lieve preponderanza del sesso femminile. Gli attacchi possono manifestarsi in tarda adolescenza oppure tra i 30 e i 40 anni. Le abbuffate avvengono quasi sempre di nascosto e sono precedute da sensazioni di tensione e ansia che trovano sollievo ingerendo del cibo. Ma il sollievo è momentaneo, perché all’abbuffata seguono sentimenti di vergogna, rabbia e inadeguatezza che spingono la persona a ributtarsi nel cibo con l’illusione di placare il vuoto affettivo.
Diagnosi
Le caratteristiche del disordine da alimentazione incontrollata sono:
  • Disordini alimentariepisodi ricorrenti di abbuffata, almeno 2 alla settimana per un periodo di 6 mesi
  • le abbuffate si associano ad alcuni sintomi: ingurgitare, sentirsi scoppiare dopo aver mangiato, ingerire molto cibo anche senza fame, sensazione di disgusto dopo i vari episodi
  • gli episodi non si associano a vomito o uso di lassativi o digiuno o eccessivo esercizio fisico, questi sono sintomi tipici invece di anoressia e bulimia
I fattori scatenanti
Psichiatri e psicologi hanno individuato alcuni meccanismi alla base del mancato controllo sul cibo.
  • Emozioni incontrollabili: spesso all’origine del disturbo c’è l’incapacità a vivere ed esternare le proprie emozioni. L’abbuffata diventa così l’unico modo per fronteggiare le difficoltà affettive ed emotive: il cibo diventa un anestetico.
  • Personalità dipendenti: per alcuni esperti il Bed è simile ad una dipendenza, perché si attivano gli stessi meccanismi psicologici e biologici che si riscontrano anche nell’alcolismo.
  • Bassa autostima: solitamente le persone con questo disturbo hanno problemi di depressione latente, o comunque soffre di disturbi dell’umore, caratterizzati da sentimenti di autosvalutazione e disistima verso se stessi da colmare attraverso il cibo.
Cure
Spesso la prima figura professionale che viene in aiuto a chi soffre di questo disturbo è il dietologo, perché la persona manifesta la volontà di perder peso.
Diario alimentareIl dietologo deve quindi studiare un percorso di rieducazione alimentare che tenga anche conto dei vari disagi psicologici. Un utile strumento di analisi è il diario alimentare, dove elencare tutto ciò che si mangia ora dopo ora e dove annotare anche i vari stati d’animo che precedono l’abbuffata.
La cura poi prevede anche una psicoterapia che va ad indagare le emozioni e cerca di correggere lo schema alimentare e le distorsioni mentali sul proprio peso e sull’immagine corporea. La persona deve riabituarsi gradatamente a riconoscere e esprimere le proprie emozioni senza viverle in modo minaccioso o messe a tacere con il cibo.


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Spesa online a km zero



Un nuovo sito dove poter fare la spesa online a km zero, per risparmiare tempo, denaro e rispettare l'ambiente.



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Sapete già tutto sulla spesa a km zero? Se non proprio tutto è il momento di scoprire delle belle e interessanti novità!
Dalla “Milano da bere” e non solo, ecco un’interessante idea: la spesa di prodotti biologici è ora possibile farla rispettando appunto il km zero di cui sopra. Si può fare online su Geomercato.com, una piattaforma in cui è possibile trovare, produttori e consumatori che possono incontrarsi. Se siete abituati a fare la spesa, questo è un modo insolito e nuovo, o meglio la spesa sul web intendo.
Geomercato.it
Di realtà in cui virtualmente si entra con un “carrello” che si riempie e ci si vede poi recapitare a casa la merce scelta ne esistono già moltissime, ma questa è molto carina e originale perché tratta appunto prodotti a km zero. Come negli altri casi, l’utente riceverà la merce scelta e acquistata dal web, direttamente al proprio domicilio, senza muovere un dito, se non che sul mouse.
Tutti i prodotti sono selezionati e scelti, i prezzi non sono eccessivi, e soprattutto la finalità è quella di dare valore e importanza alle produzioni locali, ovvero le piccole aziende che vivono e si appoggiano sulla filiera corta, che salta quindi la grande distribuzione, la pubblicità, cioè tutte quelle cose che normalmente fanno aumentare tantissimo il prezzo del prodotto.
Se ci pensiamo bene questa forma di acquisto proposta da Geomercato fa venire un pochino in mente una specie di GAS, cioè i Gruppi di Acquisto Solidale, solo che in questo caso è tutto virtuale, o meglio il cibo no, quello è reale alla fine!
Ecco sotto un’immagine del sito:
Pagina internet Geomercato.it
Pensiamo a quanti soldi si spendono al mese per il cibo; per fare un semplice esempio, per una famiglia composta da 4 persone, il budget mensile per il cibo è di circa 450-500 euro (dati Coldiretti).
Oltre a risparmiare facendo il più possibile in casa, come lo yogurt, il pane, la marmellata, mettere via la verdura surgelandola e tante altre cose per abbattere i costi, forse si può aggiungere anche questa nuova modalità di acquisto. Pensate solo alla benzina in meno, al tempo in meno, tutti elementi a favore di altre attività.
I prezzi di questi prodotti a km zero non subiscono degli scossoni, perché non sono soggetti a tutte le leggi del mercato tradizionale, ma sono per così dire di “nicchia”, i quali arrivano da posti vicini alle nostre case o comunque non percorrono mezza Italia, ecco il motivo di costi contenuti e concorrenziali.
Sul sito è ben spiegata la filosofia, l’idea di fondo, la freschezza prima di tutto, prodotti di stagione, che arriveranno nelle nostre case rispettando la ciclicità, i prodotti giusti al momento giusto, ecc.
La logistica garantirà un trasporto celere in un territorio prossimo alle nostre abitazione, tutto ciò manterrà appunto il nostro acquisto fresco e ottimo dal punto di vista nutrizionale.
La domiciliarità della consegna è tra le altre cose fattibile grazie anche alla possibilità di concordare l’orario più opportuno.
La merce che i produttori mettono in vendita non sarà mai eccesiva, ciò vorrà dire che non vi saranno sprechi, situazione che spesso purtroppo si verifica nella grande distribuzione, dove accade di vedere buttare frutta e verdura solo perché non più perfette!





. BachecaWeb .

Spesa a km zero


Quanti chilometri percorre il cibo prima di arrivare sulle nostre tavole?

Ore 17.00, uscita dall’ufficio; corsa verso il supermercato per fare la spesa e portare a casa qualcosa per la cena. Ecco la caduta libera nei carrelli della spesa di: frutta, verdura, formaggi, vino, dolci e vari altri prodotti che, un pochino alla rinfusa e in un incedere sempre più frenetico, corrono poi verso il nastro alla cassa.

Ma da dove arrivano questi cibi? Quanti sono i chilometri percorsi dal loro paese di produzione alle nostre tavole?
Su questo aspetto sarebbe bene soffermarsi poiché i motivi di riflessione sono particolarmente importanti per l’ambiente e l’economia.

Oltre a essere avvolto da affascinanti “vestiti”, il cosiddetto packaging, il cibo che noi comunemente consumiamo è caratterizzato da un altro elemento derivante da una cultura figlia della globalizzazione: spesso arriva da molto lontano, percorrendo centinaia e a volte migliaia di km.
Un Professore londinese, Tim Lang, circa quarant'anni orsono, fu un pioniere di questo tema, affrontando numerosi studi e ricerche a riguardo. Introdusse, per primo, il termine food miles cioè km percorsi dal cibo o km alimentari.
Il punto era ed è cercare di avere una risposta sull’impatto ambientale in termini di consumi energetici, delle numerose quantità di cibo trasportate via mare, o via terra da un polo all’altro del mondo.
Spesa km zero camion tir
Alisa Smith e James MacKinnon, due giornalisti canadesi, nel 2005 decisero di nutrirsi solo ed esclusivamente con prodotti locali acquistati nel raggio di 160 chilometri dalla loro residenza, nella West Coast, tutto questo per un anno, caratterizzato dunque da una “ricerca alimentare” rispettosa dell’ambiente.
Oggi questo discorso è particolarmente sentito da tutti coloro che hanno a cuore il pianeta, il nostro pianeta!

Spesa km zero supermercato

Ma quanto è lunga, dunque, la strada che percorre il cibo per arrivare alla nostre tavole?
Passiamo a degli esempi pratici ed estremamente chiari: un chilogrammo di ciliegie dall’Argentina in Italia, in aereo, percorre ben 12.000 Km, consumando circa 6 kg di petrolio, emettendo anidride carbonica pari a 16 kg.
Altro esempio: l’uva di provenienza cilena, trasportata in aereo, ha un consumo pari a 5,8 kg di petrolio e causa l’emissione di 17,4 kg di anidride carbonica.

Spesa km 0 etichetta alimenti 











Nel nostro Paese, da qualche tempo, la sensibilizzazione verso queste problematiche ambientali e di consumo consapevole si sta diffondendo, facendo nascere progetti e idee per arginarle e nel migliore dei casi risolverle.
Che cosa può fare, nella pratica quotidiana, un consumatore quando decide di andare a fare la spesa? Prima di tutto è possibile impiegare un facile strumento che è alla portata di tutti, ma soprattutto di coloro che hanno voglia di impegnare una parte del proprio tempo, per difendere l’ambiente: leggere l’etichetta!
Leggiamo attentamente la provenienza del prodotto, se si presta attenzione ad esempio al supermercato o al mercato, acquistando la frutta e la verdura si leggerà oltre alla categoria e al prezzo al kg, anche il paese di provenienza, indicato appunto sull’etichetta.
Faccio notare che dev’esserci per legge! Non è un favore o una carineria a discrezione del produttore verso il consumatore.
Tra tante arance ad esempio un tipo proverrà dalla Tunisia, un altro dalla Spagna e magari il terzo sarà italiano.
Ecco cosa vuol dire saper scegliere in modo responsabile, acquistare prodotti, se possibile, il più vicino possibile a casa nostra. Ad esempio se abitiamo in Toscana perché acquistare dell’acqua in bottiglia che ha percorso più di 500 km per arrivare sulla nostra tavola? Non sarebbe più sensato acquistare dell’acqua in bottiglia della propria regione di appartenenza, o ancor meglio utilizzare quella potabile proveniente dall’acquedotto?

Spesa km zero verdura fresca 


















Un'altra semplice indicazione, collegata al saper fare un acquisto responsabile, è quello di acquistare prodotti di stagione, perché comprare i pomodori a gennaio, o le fragole a dicembre? Bisognerebbe essere coerenti e pensare che anche se l’acquisto è fatto da un contadino, per produrre le fragole fuori stagione ci si sarà avvalsi delle serre riscaldate artificialmente, anche questo è un consumo di energia poco sensato.
Facciamo un passo indietro, nel nostro passato scolastico, e ridiamo una spolveratina a quelle conoscenze elementari e al contempo ataviche che la nostra brava maestra, o la mamma, quando eravamo piccoli ci insegnavano, ovvero le quattro stagioni e i tutti i tipi di frutta e verdura a loro collegate. Tutto ciò sarà utile per conoscere meglio gli alimenti ed essere più rispettosi dell’ambiente.

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Melanzane Margherita



Fette di melanzane farcite con pomodorini, basilico e mozzarella filante.


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Ingredienti
1 melanzana tonda
pomodorini
mozzarella
parmigiano grattugiato
sale
pepe
olio EVO
basilico

Preparazione
Pulire la melanzana, sciacquarla e tagliarla a fette di 1 cm di spessore. Adagiare le fette in una teglia da forno unta con un pò di olio e mettere sopra ogni fetta i pomodorini tagliati a dadini, basilico tritato grossolanamente a mano, sale, pepe, un goccio di olio extra vergine di oliva e spolverare con del parmigiano grattugiato.
Infornare a 200° per 10-15 minuti.

Melanzane margherita
Togliere la teglia dal forno aggiungere la mozzarella tagliata a pezzetti sulle fette di melanzane e rimettere nel forno per un minuto finché la mozzarella non sia sciolta completamente. Servire subito calde.




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Teflon e acido perfluoroctanico...PENTOLE






L'Agenzia americana di protezione ambientale ha accertato che l'acido perfluoroctanico utilizzanto nella produzione del teflon rimane nel sangue per 4 anni. Entro il 2015 i produttori dovranno cessare la produzione. Nel frattempo: attenzione alle pentole antiaderenti.



L'EPA (Enviromental Protection Agency) ha ufficialmente chiesto ai colossi 3M, DuPunt e altri di sospendere progressivamente la produzione e l'utilizzo del PFOA (acido perfluoroctanico) entro il 2015. Secondo quanto accertato dalle autorità ambientali americane, questo prodotto (utilizzato per la produzione del teflon e utilizzato in molti prodotti tra i quali le pentole antiaderenti) lascia tracce nel sangue umano. Le ricerche della 3M, uno dei principali produttori, avevano evidenziato che l'esposizione continuata a questa sostanza chimica puo' provocare danni al sistema riproduttivo e al fegato dei topi utilizzati come cavie.



L'EPA ha trovato questi residui anche in molte persone, e non solamente nelle cavie di laboratorio. Secondo uno studio divulgato dal WWF e da Greenpeace, il PFOA è stato individuato nei cordoni ombelicali e nel sangue delle donne incinte.



Padelle antiaderenti a rischio



Il teflon (prodotto tramite il pfoa) viene utilizzato nelle pellicole delle padelle antiaderenti. Secondo la DuPont ovviamente le pentole e i prodotti in generali fatti con i propri materiali sono sicuri e, casualmente, non sarebbero stati accertati danni per l'uomo. Peccato che sempre la DuPont abbia sborsato centinaia di milioni di dollari per patteggiare delle controversie legali sorte a causa dei residui del PFOA ritrovati nelle faglie acquifere e per aver taciuto informazioni importanti.



Dupont vs Ambiente



La Dupont, il più grosso produttore mondiale, è da anni al centro di controversie legali legate al PFOA.



Il film con Julia Roberts, La vera Erin Brockovich...



Nel 2005 la Dupont ha sborsato oltre 85 milioni di dollari agli abitanti della West Virginia e dell'Ohio che le avevano intentato causa dopo aver trovato residui di questo acido nell'impianto idrico dal quale si attingevano acqua potabile, in modo da chiudere la controversia legale. Un episodio molto simile alla trama del film Erin Brockovich (regia di Steven Soderbergh) dove Julia Roberts interpreta un attorney che indaga su una multinazionale che inquina le faglie acquifere. Alla fine del 2005 sempre la Dupont ha patteggiato una causa intentatagli dall'EPA per aver taciuto informazioni importanti sui rischi provocati dal PFOA e sui residui dell'acido ritrovato nelle faglie acquifere. Costo del patteggiamento: 16,5 milioni di dollari.


Il Teflon è una polvere bianca, derivata dal fluoro, che galleggia sull'acqua, non può essere sciolta da alcun solvente ed è resistente a qualsiasi sostanza chimica. Per le sue caratteristiche - non conduce elettricità, non è infiammabile e... resiste al calore di 300°C - viene utilizzato in diversi campi. Un nuovo impiego è nel campo dell'abbigliamento: le fibre, impregnate di Teflon, diventano infatti completamente impermeabili e resistono a usura e macchie.

Da sottolineare che le stoviglie in oggetto risultano nocive se il rivestimento si danneggia. Per cui,il consiglio è sostituirle progressivamente con quelle in acciaio.

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mercoledì 15 settembre 2010

Sfogliatine alle mele


Le sfogliatine alle mele sono dei deliziosi dolcetti da mangiare per colazione con una tazza di latte ma anche a merenda, magari accompagnate con un buon succo di frutta. Questa ricetta è veramente facile da realizzare soprattutto se si usa la pasta frolla già pronta.


Ingredienti
pasta sfoglia pronta rettangolare
3 mele (se sono grandi ne bastano 2)
2 cucchiai di zucchero di canna
una noce di burro
cannella a piacere
uvetta e pinoli a piacere
tuorlo per spennellare con un goccio di latte

Preparazione
Sbucciare le mele e tagliarle a tocchetti come se si dovesse preparare la macedonia. Metterle in una padella insieme ad una noce di burro, lo zucchero di canna, i pinoli e l'uvetta e saltarle a fuoco vivo. Lasciar cuocere finché non si asciuga completamente il liquido che hanno rilasciato. Mescolare con delicatezza e a fine cottura aggiungere una spolverata di cannella. Lasciar raffreddare completamente.


Stendere la pasta sfoglia già pronta su un piano di lavoro e dividerla in quadrati (io ne ho ricavati 12).


Mettere al centro di ogni quadrato un cucchiaio di mele, formare un fagottino chiudendo gli angoli della pasta sfoglia e premerli in modo da sigillare bene il contenuto.


Spennellare la superficie delle sfogline con l'uovo sbattuto con un pò di latte e disporre le sfogline su una placca da forno ricoperta con della carta forno.


Infornare a forno già caldo a 180-190° ventilato per circa 10 minuti.
Lasciar raffreddare e cospargere dello zucchero a velo.


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Baci di Dama salati



I baci di dama salati sono un aperitivo sfizioso e insolito, vi si scioglieranno in bocca. Perfetto a tavola, ma anche per buffet in piedi. Sono facili da preparare e richiedono pochissimo tempo.


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Ingredienti
100 gr farina 00
50 gr mandorle tritate finemente
50 gr nocciole tritate finemente
80 gr Parmigiano Reggiano grattugiato
80 gr burro (o margarina)
30 ml vino bianco secco
sale
pepe
Preparazione
Tritate molto finemente le nocciole e le mandorle, meglio se con l'aiuto di un robot da cucina, fino a ridurle quasi in polvere.
Tagliate il burro (o margarina) a cubetti e versate tutti gli ingredienti in una terrina.
Impasto baci di dama salati
Quindi impastate, a mano o con un mixer, fino ad ottenere un impasto morbido, ben amalgamato e compatto.
Impasto baci di dama salati
Fatene una palla, quindi dividetela in 4 parti. Andrete a formare piccole palline, rotolandole nel palmo delle mani, il più regolari possibili. Per ogni quarto di impasto devono venire indicativamente 10 palline. Dividere la palla iniziale permetterà di fare più facilmente palline in numero pari e delle stesse dimensioni, che servirà per abbinarle meglio in seguito.
Più le fate piccole e più saranno piacevoli da gustare una volta pronte.
Palline Baci di Dama salati
Mettetele su una teglia ricoperta di carta da forno, distanziandole di 2 cm circa una dall'altra e schiacciandole leggermente per far diventare la base piatta.
Infornate quindi in forno già caldo alla temperatura di 140° per 15-20 minuti.
Baci di Dama salati in forno
La cottura dipende molto dal tipo di forno che usate. Controllate ogni tanto i vostri biscotti salati: non diventeranno dorati, ma dovranno soltanto asciugare bene.
Lasciateli quindi raffreddare aprendo il forno e in seguito accoppiandoli in base alle dimensioni e rovesciandoli per far prendere aria anche alla base dei biscotti.
Baci di Dama salati accoppiati ad asciugare
Una volta raffreddati scegliete quindi la crema con cui farcirli, mettetene un po' su un biscotto e appoggiatevi il suo "compagno" sopra, così da formare un bacio.
Baci di Dama salati farciti con pasta di olive e mousse al prosciutto
Potete farcirli in tantissimi modi: con formaggi cremosi, tipo Philadelphia o stracchino, magari arricchiti con delle erbe, oppure con pasta di olive, con paté o mousse al prosciutto o creme al tonno già pronte. Sbizzarritevi secondo i gusti vostri e dei vostri ospiti, l'importante però è che la farcitura sia cremosa e non troppo liquida, perché non permetterebbe ai baci di stare insieme.
Questi biscotti salati possono essere consumati subito oppure conservati in frigo, meglio se in un contenitore a chiusura ermetica, per massimo 2 o 3 giorni.


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Birra avanzata? Idee per non sprecarla



Vi piace la birra e capita che ve ne avanzi un pò? Non buttatela! Ci sono tantissimi modi per usarla in modo intelligente ed ecologico.


Vi piace la birra e la accompagnate a diverse pietanze, soprattutto perfetto il connubio con la classica pizza, ma a volte può capitare che ne avanzi un pochino; guai a buttarla! Come sempre vi è una soluzione ecologica e soprattutto economica, che da una parte combatte lo spreco e dall’altra aiuta in casa in modo intelligente.
Ecco allora di seguito tutta una serie di piccoli e semplici consigli per non sprecarne neanche una goccia.


Orto e giardino

Avete un orto o un giardino e dopo la pioggia dovete combattere contro la voracità di lumachine interessate alla vostra lattuga? Niente di meglio che sistemare una coppina con due dita di birra, un modo pratico e naturale per non permettere più a questi animaletti di entrare nel nostro orto, dopo la birra moriranno.
Ma il lievito contenuto nella birra è a quanto pare molto utile per la buona crescita delle piante, niente di meglio allora che tenere i fondi di birra e rovesciarli poi nel terreno, i fiori saranno più belli grazie a questo concime naturale.

Tanti modi per non sprecare la birra
Pic nic
Se avete intenzione di trascorrere una bella giornata all’aria aperta e non essere infastiditi da “simpatiche” vespe, non dimenticate di portare della birra da versare in piccole ciotole strategicamente posizionate fuori dal perimetro del vostro pic nic, in questo modo le vespe ne saranno attratte e voi potrete godervi la giornata di festa.
Non dimenticate poi che in caso di carne alla brace, tenere accanto una bottiglia di birra può essere utile, agitata e poi spruzzata funge da piccolo estintore in caso di microincendi.

Pulizia mobili
Per la cura dei vostri mobili in legno, provate a versare su un panno morbido (tipo microfibra) qualche goccia di birra e in questo modo procedete a passarlo sui mobili in legno, ne ravviverà il colore e saranno più lucidi.

Vari usi della birra
Lavaggio e smacchiatura abiti
Siete fuori a cena e voilà all’improvviso vi macchiate la gonna o i pantaloni? Non disperate, prendete un tovagliolo versate qualche goccia di acqua gassata e di birra e strofinate delicatamente la parte.
Una volta arrivati a casa lavate subito in lavatrice con detersivo per eliminare l’odore di birra.
La birra usata per lavare le federe dei cuscini potrebbe essere di aiuto per i sofferenti di insonnia.

Birra e cura del corpo
  • Pedicure: I vostri piedi gridano vendetta dopo averli chiusi in belle ma scomode scarpe, oppure dopo una lunga giornata di lavoro? Niente di meglio di un rilassante e tonificante pediluvio con l’aggiunta di mezzo bicchiere di birra all’acqua tiepida.
  • Capelli: Per i capelli è un vero toccasana il lavaggio a base di sola birra, secondo alcuni poi lasciarli asciugare al sole senza alcun risciacquo favorirebbe moltissimo la formazione di nuovi riflessi, tenete solo presente che però dal punto di vista sociale non sarò il massimo a causa dell’odore, meglio allora poi un classico e profumato shampoo.
  • Bagno rilassante: Anche un bel bagno rilassante a base di acqua e una tazza di birra favorirà una bella e morbida pelle, sciacquatevi anche in questo caso molto bene.
Gioielli
La bigiotteria spesso pur essendo molto carina ha il “vizio” di rovinarsi, ecco allora che un veloce bagno nella birra potrebbe riportarla a nuova vita.


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