Il peperoncino dà quel tocco alla cucina che tutti conosciamo, dona vivacità, una sferzata di energia vitale e aiuta a bruciare i grassi.
Ne esistono di tantissimi tipi, da quelli più aggressivi e davvero “de fuego” a quelli più adatti a diverse pietanze, meno piccanti e forse più avvicinabili, si tratta comunque e sempre di una spezia importante, dal carattere deciso e determinato, insomma se si aggiunge ad un piatto non passa inosservato. Parliamo del peperoncino, piccante alimento rosso fuoco.
Questo frutto non è famoso e rinomato solo in cucina, ma il suo uso ha diverse appicazioni anche in altri campi, ad esempio in ambito fitoterapico combatte valorosamete le malattie da raffreddamento, nostre nemiche in inverno ma anche già in autunno. Tale virtù è legata alla ormai famosa capsaicina che, con il suo potere fluidificante, favorisce l’eliminazione del blocco nasale. A tale sostanza si aggiunge anche la vitamina C e su questa credo davvero di non dover aggiungere nulla, perché è ormai un “volto noto” delle strategie antinfluenza. La capsaicina è anche utile, a quanto pare, come antidolorifico e, udite udite, come brucia grassi!
Questa sarebbe la notizia scoperta da un gruppo di ricercatori coreani, un concetto sul quale è in realtà già da diversi anni che si sta studiando. I risultati sono stati pubblicati sul Journal of Proteome Research e, in base a questi, emergerebbe che la suddetta sostanza sarebbe in grado di ridurre le calorie assunte durante il pasto e il livello di grassi ematico (ovvero nel sangue).
Gli studi sono stati compiuti su ratti da laboratorio, portati a ingrassare con una dieta specifica, poi divisi in due gruppi: uno di questi sottoposti ad un’alimentazione con capsaicina, mentre il secondo gruppo oltre al cibo ha ricevuto una semplice soluzione salina.
Alla fine dell’esperimento i topi amanti, seppur forzati, del peperoncino, avevano perso l’8% di peso rispetto ai colleghi.
Ma quali sono le caratteristiche generali del peperoncino?
Il peperoncino è una pianta facente parte della famiglia delle solanacee, arriva dall’America, il suo nome botanico è capsicum, si dice che il suo nome abbia origine dal latino capsa, cioè scatola, ma secondo altri deriverebbe dal greco kapto, cioè mordere, nel senso che il suo sapore piccante morderebbe la bocca di chi ne fa uso.
In Europa è arrivato grazie a Cristoforo Colombo nel 1493 e da noi si sviluppò senza alcun problema, grazie al clima favorevole, e come in Europa si sviluppò anche in Africa e in Asia.
È possibile coltivare in vaso questa piccola ma interessante pianta: sarà sufficiente seminare i piccoli semi a febbraio-marzo, e raccogliere poi i frutti in estate. Il terreno nel quale far crescere le vostre piantine dovrà essere drenato, attenzione ai ristagni che non fanno bene a nessuna pianta, generalmente; l’acqua deve esserci come fonte di irrigazione, non abbondante ma sicuramente non deve scarseggiare. Non usate concimi ricchi di nitrati, poiché l’effetto sarà quello di avere delle piante molto rigogliose a livello di fogliame, ma povere di fiori e dunque di frutti. Se al termine della stagione vedrete le foglie cadere, non pensate di buttare via tutto, poiché è una pianta perenne, lasciatela piuttosto in casa o in una piccola serra sul vostro balcone, o, se la temperatura è superiore ai 10°C di giorno, potrete lasciarla anche sul davanzale.
È anche possibile far seccare i peperoncini raccolti: basterà esporli al sole per disidratarli, per poi conservarli dentro vasi o barattoli di vetro, al riparo dalla luce e da fonti di calore.
Il peperoncino è una pianta facente parte della famiglia delle solanacee, arriva dall’America, il suo nome botanico è capsicum, si dice che il suo nome abbia origine dal latino capsa, cioè scatola, ma secondo altri deriverebbe dal greco kapto, cioè mordere, nel senso che il suo sapore piccante morderebbe la bocca di chi ne fa uso.
In Europa è arrivato grazie a Cristoforo Colombo nel 1493 e da noi si sviluppò senza alcun problema, grazie al clima favorevole, e come in Europa si sviluppò anche in Africa e in Asia.
È possibile coltivare in vaso questa piccola ma interessante pianta: sarà sufficiente seminare i piccoli semi a febbraio-marzo, e raccogliere poi i frutti in estate. Il terreno nel quale far crescere le vostre piantine dovrà essere drenato, attenzione ai ristagni che non fanno bene a nessuna pianta, generalmente; l’acqua deve esserci come fonte di irrigazione, non abbondante ma sicuramente non deve scarseggiare. Non usate concimi ricchi di nitrati, poiché l’effetto sarà quello di avere delle piante molto rigogliose a livello di fogliame, ma povere di fiori e dunque di frutti. Se al termine della stagione vedrete le foglie cadere, non pensate di buttare via tutto, poiché è una pianta perenne, lasciatela piuttosto in casa o in una piccola serra sul vostro balcone, o, se la temperatura è superiore ai 10°C di giorno, potrete lasciarla anche sul davanzale.
È anche possibile far seccare i peperoncini raccolti: basterà esporli al sole per disidratarli, per poi conservarli dentro vasi o barattoli di vetro, al riparo dalla luce e da fonti di calore.
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