venerdì 18 agosto 2017

PANE E FRUTTA



Il pane unito a confettura, miele, ecc. non viene digerito bene; ogni amidaceo infatti male si trasforma qualora sia associato a dello zucchero. La digestione amidacea (pane), ad esempio, inizia nella bocca e continua nello stomaco, gli zuccheri invece vengono digeriti esclusivamente nell'intestino. Quando gli zuccheri prolungano la loro permanenza nello stomaco, a causa della digestione del pane, essi fermentano rapidamente coadiuvati dal calore e dall'umidità, e tutta la massa entra in fermentazione provocando così acidità, indigestione, bruciori e gas. Il melone è indigesto per molti, ma se preso solo e lontano dai pasti esso è facilmente digeribile, per tutti. I frutti acidi (limone, pomodoro ecc.) ostacolano la digestione e consumano i minerali dell'organismo, se vengono ingeriti unitamente agli amidacei (pane, patate ecc.). La frutta deve essere consumata da sola in unico pasto, associandola se si vuole con altri tipi di frutta di gusto uguale.
Ogni alimento proteico deve essere preso associato a della verdura e basta, senza olio, poiché i grassi ostacolano la digestione delle proteine.
Gli amidacei devono essere ingeriti unitamente alla verdura con olio se si vuole e nulla d'altro.

Occorre evitare che la frutta trovi sul suo cammino cibo indigerito e residui putrefattivi di pasti precedenti e di digestioni prolungate oltremisura, mandando se stessa e il resto in putrefazione, e creando gas e rigonfiamenti intestinali. Se mangi due fette di pane e poi una porzione di frutta, rovini un meccanismo perfetto. La porzione di frutta è pronta per andare direttamente nell’intestino tenue, nel duodeno, ma viene impedita di fare quel percorso e viene trattenuta nello stomaco da quelle fette di pane, per cui l’intero pasto, sia il pane che la frutta, si trasforma in un bolo acido carico di fermentazione, per cui tutto è da considerarsi compromesso e rovinato.



La digestione avviene ad opera di sostanze particolari, chiamate enzimi, che scindono gli alimenti nei loro costituenti fondamentali. Nell’organismo ci sono numerosi enzimi ed ognuno specifico per ogni sostanza.

La frutta può essere divisa in frutta dolce, frutta semiacida e frutta acida.
Frutta acida: ananas, arance, clementine, limoni, mandarini, melagrane, pompelmi, ribes.
Frutta semiacida: albicocche, ciliegie, fragole, mele, pere, pesche, prugne, uva.
Frutta dolce: banane, datteri, fichi, mele dolci, uva dolce.
Melone e anguria.

Possiamo mangiare diversi tipi di frutta insieme rispettando la combinazione: Frutta acida + semiacida; Frutta dolce + semiacida. Evitare invece di mescolare frutta dolce con frutta acida.

Il melone e l’anguria vanno mangiati da soli altrimenti fermentano con grossa facilità dato l’elevato contenuto di glucidi (zuccheri). Ma c’è un lato positivo: impiegano solo 10 minuti per essere digeriti quindi l’ideale è mangiarli prima di iniziare il pasto.

Una buona combinazione è data invece dalla frutta acida con quella oleosa, soprattutto se mangiate prima quella acida. Un buon abbinamento, quindi, sono le arance e le noci. Se vogliamo abbinare la frutta dolce, invece, possiamo preferire della frutta amidacea, come le castagne e le banane.



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sabato 12 agosto 2017

LE GALLETTE DI RISO



Le gallette di riso vengono prodotte a partire da un impasto di riso soffiato e collante alimentare, modellato e poi essiccato.
Il riso soffiato per le gallette è realizzato riscaldando al vapore e in ambienti ad alta pressione i semi del cereale, anche se il metodo può differire in base al prodotto specifico.
La galletta di riso americana (quella diffusa anche in Italia) è rotonda, con un diametro di circa 4-5 pollici. Alcuni produttori ne fanno di minuscole, adatte come snack.
Nel formato commerciale più diffuso, una galletta di riso pesa circa 10g, contiene 8g di carboidrati e fornisce circa 30-40kcal; le gallette di riso possono essere anche da riso integrale, mentre in commercio non mancano gallette preparate dai semi di altri cereali, come il mais.

Estremamente popolari in America Settentrionale e in altri paesi occidentali, le gallette di riso si mangiano come sostitutivo del pane, sia ai pasti principali, sia ai pasti secondari.
Le gallette di riso sono molto utilizzate nella dieta dei bambini e nei regimi alimentari dimagranti, in quanto vengono considerate meno energetiche di qualunque altro derivato dei cereali.

Alcune gallette di riso sono aromatizzate; all'estero, i gusti più comuni sono: di formaggio cheddar bianco, di popcorn al burro, di cioccolato, di miele, di mais al caramello e di mela alla cannella.

Le gallette di riso così come le conosciamo sono uno dei vari prodotti che rientrano nella categoria delle rice cake. Queste, possono essere ricavate da un impasto modellabile a base di farina, chicchi macinati o interi, ma non necessariamente “soffiati”; al contrario, la maggior parte delle rice cake tradizionali costituiscono delle vere e proprie polpettine di riso che, generalmente, vengono cotte al vapore.
Di rice cake ne esistono moltissime tipologie, rientrano in moltissime culture alimentari e sono diffuse prevalentemente in Asia (Cina, Taiwan, Corea, Giappone, India, Indonesia, Filippine e Vietnam).



I Wor Bar (Guoba in lingua mandarina, tradotto "pot's burnt") non sono altro che parti di riso che rimangono attaccate al fondo dei vasi di argilla durante la cottura. Dopo la caramellizzazione, i chicchi si aggregano in un unico pezzo e acquisiscono un leggero sapore di bruciacchiato. Possono essere serviti con il tè, o come parte di un pasto principale accompagnando i sughi di carne.
In Italia, un alimento analogo (piuttosto antico) è costituito dalla polenta che rimane attaccata al paiolo.

Le gallette di riso, a differenza del pane, non contengono lieviti e non causano gonfiore addominale ma hanno un elevato valore glicemico.

Negli ultimi anni le gallette di riso stanno spopolando e sostituendo sempre più il pane, perché si pensa che siano più leggere, facciano bene alla salute e abbiano gusto, anche se in realtà, molti sostengono che “sappiano di polistirolo”.
La tecnica per produrle è la stessa che si usa per produrre la plastica, ossia estrusione, solamente che la materia prima non sono composti chimici da plastificare, bensì chicchi di riso (o altri tipi di cereali e semi). Quest’ultimi, posti nell’estrusore, sono sottoposti ad un’elevata temperatura sui 200 gradi e ad un’enorme pressione: il passaggio nella macchina è rapido e poi il cereale stritolato, viene spinto fuori attraverso minuscoli fori. La differenza di pressione tra l’interno e l’esterno della macchina fa gonfiare il cereale e la galletta è fatta: un composto molto povero di umidità, molto croccante e ricco di aria, alcune insaporite con sale prima della produzione, altre addizionate con aromi.

Questo procedimento però, fa perdere la lisina presente nel cereale (un amminoacido essenziale per l’organismo) e distrugge anche molte sue vitamine, senza dimenticare che a parità di peso, le gallette hanno 370 kcal ogni 100 grammi, quasi il doppio delle calorie del pane integrale. Non sono certo un alimento dimagrante di per sé, quindi, e se le si mangiano sperando di perdere peso, il risultato sarà deludente; di positivo c’è che hanno un elevato potere saziante poichè a parità di volume, danno una sensazione di maggior pienezza rispetto ad un altro alimento nelle stesse quantità, e che a differenza del pane non contengono lievito e non creano quindi, gonfiore addominale.

L’estrusione rende perciò l’amido più digeribile, ma con ciò può avere un alto indice glicemico e quindi è da mangiare moderatamente, e pare anche che formi una sostanza cancerogena, chiamata acrilamide. Fate attenzione quindi all’impatto glicemico che nel caso del riso raffinato risulta piuttosto alto: scegliete delle gallette (e del riso) integrali e abbinate alle gallette delle proteine, in modo da ridurre l’indice glicemico.

E’ quindi consigliabile non abusarne perché gonfiano e danno una sensazione immediata di sazietà che tende a svanire dopo poco tempo.

Spesso le gallette di riso vengono inserite nelle diete dimagranti anche per un discorso di intolleranza al glutine e al lievito, in questi casi esistono molte altre alternative, sicuramente più salutari, come acquistare o meglio ancora prepararsi a casa del pane o delle schiacciatine mischiando tra loro le farine di mais, di riso, di miglio o aggiungendo dei falsi cereali come il grano saraceno o l’amaranto.

Ultima considerazione è l’elevato costo, pari a circa 10 euro al chilo, vale a dire molto di più di una pagnotta di un soffice pane.





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lunedì 7 agosto 2017

L'IMPORTANZA DELL'OLIO DI OLIVA


Olio di Oliva, pane, pasta, legumi, latte e formaggi, frutta, verdure ed ortaggi, pesce e carni alternative sono i cibi più rappresentativi della tradizione alimentare mediterranea, tradizione che anche nei Paesi più industrializzati viene oggi proposta come modello ideale di alimentazione nella dieta mediterranea l'olio d'oliva occupa un posto di primaria importanza perché è la principale fonte di lipidi, l'energia di riserva che serve al nostro corpo per svolgere le funzioni vitali.
Assumere grassi è essenziale per una buona alimentazione, ma bisogno saper selezionare il tipo di grasso migliore per il nostro metabolismo. L'olio d'oliva è composto essenzialmente di acidi grassi monoinsaturi i quali sono estremamente digeribili aiutano a mantenere alto il livello di colesterolo “buono” HDL e riducono gli effetti del colesterolo “cattivo” LDL provengono la occlusione delle arterie.

La dieta mediterranea può definirsi veramente un modello ideale di alimentazione, perché fornisce carboidrati, proteine e grassi rispettivamente sottoforma di - cibi a base di amido, - carni magre e pesce - olio d'oliva cioè con cibi altamente salutari e digeribili, che non appesantiscono l'organismo. L'olio d'oliva in particolare, fornisce grassi nella forma migliore per l'organismo, cioè sottoforma di acidi grassi monoinsaturi.

L’olio d’oliva rispetto ad altri grassi animali o vegetali apporta lipidi in un modo assai più salutare: è composto in gran parte di acidi grassi monoinsaturi, e per questo garantisce una serie di benefici per la salute del nostro corpo - un sostanziale equilibrio tra colesterolo “buono” (quello trasportato dalle lipoproteine HDL, che funziona come “spazzino delle arterie”) e quello “cattivo” (che invece è trasportato dalle lipoproteine LDL). - un apporto di acidi grassi estremamente digeribili - una fonte di vitamine e un aiuto per l’assimilazione delle vitamine contenute negli altri cibi. L’olio d’oliva è inoltre validissimo come grasso di cottura, proprio perché ricco di acidi grassi monoinsaturi che resistono meglio al calore.

Le diete con olio extravergine d’oliva hanno un effetto benefico per il trattamento dell‘insulinoresistenza associata ad obesità addominale fattori che entrano nella patogenesi del diabete di tipo 2 che costituisce una piaga enorme nei paesi industrializzati e un forte fattore di rischio per malattie ischemiche cardiovascolari. L’olio d’oliva è altamente digeribile, contribuisce alla regolare funzionalità gastrica, promuovendo il benessere del fegato, aumentando le secrezioni della bile, regolarizzando la pressione sanguigna e combattendo la stitichezza se consumato a digiuno. L’olio d’oliva proteggerebbe l’organismo dal tumore alla mammella, svolgerebbe un’azione antinvecchiamento, grazie ai polifenoli e alla vitamina E, insieme ai carotenoidi (soprattutto betacarotene), contrastando i radicali liberi, lo stress ossidativo e l’infiammazione. I pediatri consigliano di inserire l’olio d’oliva nello svezzamento sia per la sua digeribilità che per la presenza di acidi grassi essenziali, importanti per la sintesi degli ormoni, per la crescita dell’organismo in genere e del cervello in particolare. L’olio d’oliva contrasta il cancro colon-rettale e rappresenta una cura efficace contro la dermatite seborroica, funziona da Viagra naturale, privo pertanto di controindicazioni, favorendo la circolazione sanguigna se usato nell’alimentazione quotidiana.



Importanti sono anche le sue funzioni cosmetiche: i grassi monoinsaturi presenti nell’olio d’oliva ristabiliscono la composizione del film idrolipidico (protettore della pelle), favorendo il ricambio cellulare dell’epidermide. L’olio d’oliva, apporta nutrimento acidificando la pelle e non aumenta la produzione di sebo. Basta un’impacco di olio d’oliva applicato in testa per 30 minuti o per una notte intera per ridurre la forfora e ridonare lucentezza a capelli sfibrati e secchi. E’ un ottimo idratante per la pelle, rendendola morbida e riparando i tessuti cutanei. L’ideale sarebbe utilizzare creme e bagnoschiuma a base di olio d’oliva intorno ai 30 anni come trattamenti quotidiani. Intorno ai 40 anni, invece, aiuta a rassodare e a ricompattare i tessuti se arricchito con 3-4 gocce di rosmarino, mentre a 50 anni, basta aggiungere qualche sua goccia nelle crema viso- notte per avere un effetto anti-rughe o unirlo alla crema-corpo in modo che possa fungere da anti-smagliature. E’ utile inoltre per sciogliere il cerume. Basta semplicemente mettere qualche goccia di olio d’oliva nelle orecchie, aspettando qualche ora in modo che esso si sciolga, per poi ripulire con carta igienica. Per togliere le tracce di trucco, basta bagnare leggermente un batuffolo o un dischetto struccante con qualche goccia di olio e passarlo sul volto.

Come dimostrato dagli studiosi, non è la quantità di grassi consumata nella dieta, ma è la qualità che fa la differenza. E’ per questo che l’olio di oliva è diventato l’alimento grasso principale della Dieta Mediterranea: i grassi che esso fornisce hanno effetti benefici sull’organismo in quanto controllano il rischio cardiovascolare.
L’olio d’oliva è l’unico degli alimenti grassi che deriva da un frutto, e l’essere ottenuto da un frutto gli conferisce particolari proprietà salutistiche e gastronomiche. L’olio d’oliva, in particolare nella varietà ‘extra-vergine’, è costituito per la maggior parte da una molecola grassa che contiene acido oleico in larga percentuale. Presenta inoltre un rapporto ottimale tra acidi grassi monoinsaturi e polinsaturi. Queste caratteristiche biochimiche fanno sì che l’olio d’oliva:
• sia ben digeribile;
• inibisca la secrezione acida dello stomaco;
• stimoli la secrezione del pancreas;
• favorisca l’assorbimento del calcio e l’accrescimento delle ossa lunghe.
Infine, i composti detti polifenolici presenti nell’olio d’oliva hanno una spiccata qualità antiossidante: cioè contrastano lo stress ossidativo del corpo umano dovuto ai radicali liberi che provoca invecchiamento e malattie. Questo fa sì, in pratica, che l’olio d’oliva funga da antinfiammatorio e prevenga le malattie cardiovascolari e l’arteriosclerosi.



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