venerdì 30 dicembre 2016

MENU' DI NATALE



L'Italia vanta diverse tradizioni riconducibili alle varietà di cucina regionale, ma anche il resto d'Europa e del mondo può offrire piatti natalizi vari e gustosi.

Nelle regioni settentrionali della Francia si prepara spesso la fressure de porc, pietanza a base di carne e interiora di maiale.

Il piatto natalizio per eccellenza in Francia è la galette des rois (“torta dei re”), un dolce a base di pasta sfoglia con un ripieno di crema alla mandorla. Viene preparato in occasione dell'Epifania, e si usa nascondere al suo interno una statuina di porcellana o di gesso che rappresenta una figura del presepe. Chi trova questa statuina viene incoronato “re della festa”.

Gli schowowebretele, biscotti speziati a base di burro e mandorle, accompagnano tutto il periodo festivo.

Le pietanze classiche del pranzo di Natale spagnolo sono l’escudella i carn d’olla, una zuppa di verdura e carne, e il tacchino con frutta glassata al forno. I dolci tipici sono il torrone e il Polvorones, preparato con limone, cocco e caffè.

I Kipperragut, una sorta di voul-a-vent con ripieno di carne, caratterizzano il periodo delle feste di fine anno olandesi. Sono ottimi come antipasto e facili da preparare, e si sposano bene anche con la cucina nostrana, a patto che il pasto sia a base di carne.

Il tacchino arrosto è senz'altro il piatto principe della tavola natalizia britannica. La particolarità della ricetta tradizionale risiede negli ingredienti del ripieno, realizzato con nocciole tritate, carne di vitello, bacon e grasso di rognone.

La cucina irlandese è basata su ricette abbastanza semplici e relativamente “povere”, ma robuste e saporite, e le ricette di Natale non fanno eccezione.

Latte, riso e mandorle sono i semplici ingredienti alla base del ris-a l'amande, saporito semifreddo natalizio danese.

Gli svedesi preparano un banchetto particolarmente sontuoso la sera della vigilia, composto da piatti di pesce secco, prosciutto, riso al latte, e dalle caratteristiche polpettine al prosciutto delle feste. La cena è accompagnata dal glögg, vino caldo aromatizzato non dissimile dal nostro vin brulè oppure da birra zuccherata.

I rumeni festeggiano il Natale all'insegna della carne di maiale, predominante in piatti come piftie de porc e sarmale de porc, solitamente accompagnati dalla mamalinga (una sorta di polenta). Il dolce tipico è il cozonac, a base di uova, farina, zucchero e vaniglia.

In Russia a Natale si mangia pesce: aringa e salmone affumicato, caviale rosso e nero con tartine o uova sode oppure i karp s kapustoi, filetti di carpa con i crauti.
I dolci tradizionali sono i piroski, torte farcite con ricotta, uvetta, mele e frutti di bosco, fritti oppure cotti al forno.

In Canada, Stati Uniti, Oceania si segue generalmente le tradizioni tipiche della Gran Bretagna (fatta eccezione per le aree francofone del Canada, più vicine alle usanze francesi) con alcune eccezioni: nel Nordamerica il classico tacchino arrosto viene condito con salsa di mirtilli, mentre gli australiani accostano alle classiche specialità europee la zuppa di ostriche di origine asiatica.

In Nuova Zelanda si preparano spesso le saporite focaccine natalizie al formaggio.

La pinata (pignatta) è un contenitore di cartapesca riempito di dolci, canditi e frutta, che i messicani appendono durante le festività perchè venga rotto dai bambini, che possono così mettere le mani sulle leccornie contenute al suo interno. I sapori dolci sono una costante di questo periodo e compaiono nei menù molto più spesso rispetto al resto dell'anno.

Popolare in Norvegia e venduta ogni anno sottoforma di salsiccia delle feste al Clifton Sausage Restaurant a Bristol, in Inghilterra, la carne di renna ha il sapore di selvaggina e risulta inaspettatamente tenera e gustosa se non viene cotta troppo. Non manca mai sulle tavole norvegesi a Natale.

Per connotare la vostra cena di Natale con dei sapori nordici, potete cuocere carne di cervo alla scozzese: aggiungendo del whisky, bacche di ginepro e lasciando arrostire lentamente.

I boschi della Polonia sono stracolmi di cinghiali selvatici. Per ogni cinghiale si contano circa 100 kg di carne di ottima qualità. Un’ottima soluzione può essere quella di cucinarlo in padella per un paio di ore con pancetta, funghi freschi e panna. Così compare sulle tavole polacche il giorno di Natale.

La carpa fresca è la pietanza festiva di tutta la Repubblica Ceca, infatti è possibile ammirare, davanti ad ogni negozio di alimentari, vasche piene di questi pesci per tutto il mese di Dicembre.

In Portogallo si dà il benvenuto al Natale con un pasto speciale a base di baccalà e patate lesse.

Il coniglio stufato è una specialità maltese. Alla carne, leggermente rosolata con aglio e aromi, viene poi aggiunto del vino rosso o una ricca passata di pomodoro. Non è esattamente un piatto della tradizione natalizia, ma il sapore deliziosamente rustico darà sicuramente alla vostra cena un tocco in più.

In Germania è l’oca arrosto il piatto tipico del giorno di Natale, servita con carote caramellate all’arancia e patate novelle arrosto.

Per gli svizzeri francesi, il Natale è un’occasione per dare sfoggio di vini raffinati e cioccolatini sublimi, coronati dalla presenza sulla tavola di un grosso e grasso cappone, sostanzialmente un pollo costoso e castrato ma squisitamente gustoso.

In Polonia, paese estremamente cattolico, le feste natalizie sono molto sentite e radicate. Il cenone della Vigilia non prevede pietanze a base di carne, come in Italia. Per sedersi a tavola è necessario aspettare l’apparire della prima stella in cielo, poi tutti i commensali si scambiano gli auguri spezzando l’Oplatek, un’ostia decorata non consacrata, ognuno deve mangiarne un pezzetto come simbolo di unità familiare.

La tradizione vuole che la cena sia costituita da dodici portate, come gli apostoli. Dato che c’è astinenza da carne si comincia con un antipasto a base di Sledz, ovvero l’aringa del Mar Baltico, un vero must delle tavole per le feste in Polonia. Cucinata nelle più svariate maniere, ogni regione ha le proprie varianti: fresca, marinata, sott’olio. Sfiziosi per iniziare sono i Rolmopsy, involtini di aringhe sotto aceto con verdure e foglie di alloro. Per vedere la ricetta cliccate qui.
Tra i primi piatti ricordiamo il Barszcz Uszkami, un brodo a base di rape rosse con una specie di tortellini ai funghi porcini, oppure una minestra di bietola piccante o a base di farina di segale.
Il secondo di solito prevede la Karp, cioè la carpa, pesce di acqua dolce, si compra viva la mattina della Vigilia e si mette a nuotare nella vasca di casa per poi friggerla pochi minuti prima della cena.
I dolci sono a base di frutta secca e miele. Il Makowiec, rotolo con semi di papavero e uva passa – molto diffuso – il Sernik una torta con ricotta, uvetta e canditi. Uno dei dolci più antichi della tradizione polacca è la Kutia, un miscuglio di semi di papavero, grani di grano, miele, uvetta, noci, nocciole, mandorle e fichi secchi. Il tutto accompagnato dal Kompot, bevanda di frutta cotta a base di mele e prugne secche.



Dalla Grecia ortodossa possiamo adottare il Christopsomo, o pane di Cristo. Si tratta di una pagnotta di pane dolce, con una croce sulla crosta. Sembra che la ricetta risalga all’epoca minoica e che si usasse come pane cerimoniale per invocare la fecondità della Madre Terra. La sua preparazione consiste in una specie di rituale con tanto di formule augurali benefiche. Gli ingredienti utilizzati sono la farina, l’acqua di rose, sesamo, miele, chiodi di garofano e cannella. Prima di essere riposto a lievitare si incide un segno di croce sull’impasto di acqua e farina. La tradizione vuole che il padrone di casa spezzi il “pane di Cristo“ sulla sua testa e se il pezzo di sinistra è il più grande il nuovo anno sarà lieto. Il consumo del pane è invece riservato al giorno di Natale, durante il pranzo. Solo il capofamiglia, come fosse un antico sacerdote, ha il diritto di tagliare il Christopsomo, mentre tutta la famiglia è in piedi intorno alla tavola.

In Nuova Zelanda le feste natalizie e la gastronomia locale si sono adattate al passato di colonia inglese. Un mix tra influssi locali maori e tendenze europee si possono notare nella Pavlova Cake, una torta di meringhe con kiwi e fragole. Fu inventata da un cuoco neozelandese in onore della ballerina russa Pavlova dopo aver assistito ad un suo spettacolo nel 1926.

Il piatto tipico natalizio danese è il Risalamande. E' un dolce tradizionale fatto con crema, vaniglia, mandorle e pudding di riso il tutto amalgamato fino a formare un tortino cremoso e delicato che si serve a Natale con amarene e frutti di bosco sciroppati.

Il pasto più importanante delle festività natalizie è quello della cena della vigilia. La tavola per l'occasione sarà imbandita di prelibatezze e non mancherà sulle tavole l'anatra farcita con mele e prugne o l'arrosto di maiale con pancetta croccanti e patate caramellate.

E nel giorno di Natale, non perdete un assaggio di smørrebrød, le tipiche tartine con carne, salmone o verdure, crema di riso, glog e vin brulè a volontà.

La tradizione inglese vuole che nell'impasto del buonissimo dolce inglese ci sia nascosta una monetina che porterà fortuna a chi la troverà. Il Natale a Londra è al sapore del Christmas Pudding, lo storico budino della tradizione natalizia. Sulle tavole natalizie non mancheranno nemmeno piatti a base di oca e tacchino arrosto, ripieni di nocciole tritate, carne di vitello, bacon e grasso di rognone, accompagnati da patate e mele, dolcetti, uva strutto e succo di limone.

Il tipico piatto natalizio in Etiopia è il Doro Wat on Injera, si tratta di una pasta spugnosa e soffice che si chiama Injera servita con carne ed un'ottima e colorata varietà di spezie e condimenti. Viene cucinato soprattutto a Natale (il Natale ortodosso in Etiopia si festeggia il 7 gennaio).

Lo Zakuski è un antipastino russo a base di pesce finemento tagliato e condito con salse speciali e saporite. Oltre che ottimo per il piacere della vista lo zakuski è anche il piatto ideale per accompagnare shottini di vodka.

Il piatto natalizio in Messico è il Chiles en nogada. Si tratta di una ricetta molto particolare a base di carne varia stufata e peperoni serviti con una crema di noci e chicchi di melograno. Tipicamente messicano e natalizio il piatto è originario di Puebla, i cui abitanti ne vanno molto fieri, ed è legato all'indipendenza del Messico.

Il Natale in Argentina si festeggia sotto al sole, mangiando l'asado, la carne alla griglia che si cucina nei giardini delle abitazioni per poi brindare con tutti con lo spumante.


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domenica 11 dicembre 2016

LA GIRAFFA



Le giraffe sono quattro volte più rare degli elefanti. Sembra che la carne di giraffa sia ricercata nella aree di conflitto come il sud Sudan. Alcune ricerche confermano la diffusione della dieta mediterranea, che duemila anni fa già faceva proseliti ai piedi del Vesuvio. E danno il quadro di una certa articolazione sociale, con abitazioni più modeste cui si affiancavano locande dove si servivano piatti più sofisticati. Cereali, frutta, noci, olive, lenticchie, pesce, uova di gallina, così come tagli minimi di carne più costosa e pesce salato dalla Spagna, ma anche piatti esotici come una gamba di giraffa «l' unica mai rinvenuta in uno scavo archeologico di età romana in Italia» ha commentato lo studioso secondo cui «il fatto che questa parte di animale macellato sia finita nella spazzatura di una cucina ci dice molto sul commercio a lunga distanza di animali esotici e sulla ricchezza e la varietà della dieta dell' epoca». Una cucina ricca, con il consumo anche di crostacei e ricci di mare. Così si mangiava a Pompei duemila anni fa.

Le giraffe sono sempre più cacciate dai bracconieri in quanto prede facili di cui si può mangiare la carne, come avviene ad esempio nella Repubblica democratica del Congo, oppure per trarne pozioni contro l'Aids, come avviene in Tanzania dove vi è una credenza legata al midollo osseo e al cervello di questo mammifero.




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