La Malvasia si identifica in una serie di varieta', per la maggior parte bianche, ma anche scure, che hanno sviluppato evidenti differenze ampelografiche ma comunque caratterizzate da probabili ed antiche origini mediterranee.
La varieta' progenitrice e' quasi certamente di provenienza greca, forse delle isole egee, ma in verita' e' difficile trovare riscontri univoci che possano identificare un luogo ed un periodo storico dove si parli per la prima volta di Malvasia; l'origine del nome stesso e' soggetta a diverse interpretazioni, talune che si perdono nella leggenda popolare.
La versione piu' diffusamente accettata e' quella che vede comparire la Malvasia nel XIII secolo, quando i Veneziani, presa la fortezza di Monembasia, porto ed attivo centro sulla punta estrema del Peloponneso importantissimo punto di raccolta per il commercio di vini del Mediterraneo Orientale, scoprirono il meraviglioso vino che avrebbero chiamato col nome del luogo conquistato, nome che si sarebbe poi trasformato in Malvasia.
Se ci sposta pero' sulle Lipari, dove cresce la preziosa Malvasia delle Lipari e dove peraltro si hanno testimonianze di una fiorente attivita' vitivinicola risalenti al IV sec. a. C., gia' nel I sec. d.C., Diodoro Siculo parla di un eccellente vitigno introdotto dai Greci sull'isola. Il nome poi, secondo una tradizione locale, sarebbe nato quando, durante la dominazione musulmana dell'isola, avvenne che un contadino cristiano che stava portando un'anfora di vino venne fermato dal governatore arabo dell'isola che chiese al povero agricoltore che cosa portasse nell'anfora; costui rispose che era semplicemente infuso di malva. Il governatore pretese allora di verificarne il contenuto e volle dunque assaggiare il liquido. Vistosi perduto, il contadino prese ad implorare il Signore con le parole "fa che malva sia". E quello fu cio' che assaggio', piuttosto disgustato, il terribile governatore.
A prescindere dalle origini, questo vino e' stato certamente uno dei piu' importanti e diffusi nei secoli scorsi tanto che, nella Repubblica di Venezia, le osterie della Serenissima erano chiamate malvasie.
Attualmente in Italia la Malvasia, intendendo con questo nome l'insieme di almeno una decina di varieta' diverse, e' una delle uve piu' coltivate su tutto il territorio nazionale.
Per uno strano destino, in Grecia, sua terra di origine, questa varieta' (anche se e' forse improprio citarla al singolare) e' quasi scomparsa.
Fra le Malvasie a frutto nero degne di nota ricordiamo quelle salentine: la Malvasia nera di Brindisi; la Malvasia nera di Lecce; quelle (sempre nere) astigiane come la Malvasia di Casorzo d'Asti passito, Malvasia di Casorzo d'Asti e Malvasia nera di Schierano.
Alcuni cloni sono: Malvasia bianca MC 1; Malvasia bianca di Candia Rauscedo 2; Malvasia bianca lunga o del Chianti Rauscedo 2, Cenaia 2; Malvasia istriana ISV Conegliano 1.
I vini con tale nome sono liquorosi, dal sapore intenso dolce e gradevole.
È particolarmente diffusa in Piemonte, in Istria, nel Piacentino, nel Parmense, in Puglia (in particolare nel Salento), Basilicata (nella zona del Vulture), Sicilia e Sardegna (specialmente a Bosa, in provincia di Oristano). La sua colorazione può essere sia giallognola in vari tipi di spumanti, sia la più diffusa Malvasia Nera. La gradazione alcolica va da 12° a 14°.
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