lunedì 24 ottobre 2011

Il melograno



Il melograno



Simbolo di amore ardente, di ricchezza e fertilità, di giustizia ed equilibrio, il melograno sin dall'antichità è stato considerato il tesoro tra i frutti.
I Babilonesi masticavano i semi prima della battaglia, ritenendo che li avrebbe resi invincibili, e gli antichi Egizi si facevano sepellire sotto montagne di bacche.
Il rosso dei fiori del melograno nella florigrafia, esprime volontà, determinazione, risolutezza, maturità. Se usati come decotto conferiscono importanti proprietà astringenti.
I semi contenuti nella grande bacca sono polposi, dal gusto delicato e gradevole, ricco di pregiati componenti bioattivi che hanno spinto già dai tempi di Ippocrate, gli studiosi a ricercare le molecole responsabili di tante virtù.
Non tanto il frutto, quanto il suo succo, si è dimostrato, agli occhi dei ricercatori, una vero toccasana per prevenire e curare diversi disturbi patologici.

Gli studiosi hanno evidenziato che un bicchiere al giorno di succo di melograno toglie il medico di torno: il suo succo può contenere fino a tre volte gli antiossidanti presenti nel tè verde o nel vino rosso.

I 10 benefici del melograno

Riduce il rischio di cancro al seno: studi in Israele hanno dimostrato che il succo di melograno inibisce e distrugge le cellule cancerogene del seno, lasciando solo le cellule sane;
Previene il cancro del polmone: studi su topi dimostrano che il succo di melograno può inibire lo sviluppo di cancro ai polmoni.
Rallenta il cancro alla prostata: studi su topi dimostrano che se alimentati con succo di melograno, questi manifestano un rallentamento del cancro alla prostata. In uno studio su 50 uomini che avevano consumato regolarmente un bicchiere di succo di melograno al giorno, i livelli di PSA si sono mantenuti stabili, riducendo la necessità di ulteriori trattamenti come la chemioterapia o la terapia ormonale.
L'attività protettiva nei confronti delle patolgoie cancerogene è da attribuire all'elevato contenuti di flavonoidi, potenti antiossidanti che combattono i radicali liberi - molecole instabili che possono danneggiare il DNA e le membrane cellulari, da cui può scaturire un processo cancerogeno.

Protegge il cervello neonatale: gli studi dimostrano che il consumo di succo di melograno è capace di proteggere un bambino dal disturbo che colpisce il tubo neurale.
Previene l'artrosi: diversi studi indicano che il succo di melograno può impedire il deterioramento della cartilagine.
Protegge le arterie: il succo ha una azione protettiva nei confronti del cuore; uno studio pubblicato nei Proceedings of the National Academy of Sciences suggerisce che il succo di melograno combatte l'indurimento delle arterie e le malattie connesse, come infarti e ictus.
Abbassa i livelli di colesterolo: riduce il livello delle LDL (colesterolo cattivo) e aumenta quello delle HDL (colesterolo buono).
Abbassa la pressione sanguigna: uno studio ha dimostrato che bevendo 50 ml di succo di melograno al giorno è possibile abbassare del 5% la pressione arteriosa sistolica.
Previene la malattia di Alzheimer: in uno studio, i topi allevati per sviluppare la malattia di Alzheimer sono stati alimentati con succo di melograno. I risultati sono stati sorprendenti: i topi hanno ridotto o ritardato la manifestazione della patologia, rispetto al controllo che aveva invece, seguito una normale dieta.
Riduce i problemi di disfunzione erettile: secondo uno studio pilota pubblicato sull'International Journal of Impotence Research, il succo di melograno ha effetti benefici sulla disfunzione erettile, un disturbo che colpisce 1 su 10 uomini in tutto il mondo e da 10 a 30 milioni di uomini solo negli Stati Uniti. La disfunzione erettile può essere causata da diversi fattori: pressione arteriosa alta, malattie cardiache, diabete, danni neurologici, squilibri endocrini o depressione. Bere quotidianamente il succo di succo di melograno al giorno, può aiutare a ridurre questo disturbo.
Quanto succo di melograno consumare?
In letteratura è possibile rinvenire che la dose consigliata è di un bicchiere da 250 ml; capace di fornire circa il 50% della dose giornaliera raccomandata (RDA) per un adulto, di vitamine A, C ed E e il 13% RDA di potassio.
Ne è assolutamente consigliato un consumo a tutte le donne che vogliono preparare una gravidanza: il succo di melograno apporta fino al 100% della RDA di acido folico, il cui ruolo è fondamentale per prevenire patologie gravi nel bambino (disturbo del tubo neurale e la spina bifida).

Non è tutto ora quello che luccica!
Mi raccomando non esagerare... un bicchiere di succo di melograno contiene tanto zucchero quanto ne contiene una bibita analcolica (Allegato), e quasi quanto due porzioni di cereali per la colazione. Sconsigliato il consumo, per via dell'elevato grado zuccherino ai diabetici e a chi segue diete ipocaloriche.
Per quanto riguarda il frutto: la parte edibile è praticamente inseparabile dal seme, perciò ne è consigliatoun consumo moderato ai soggetti che soffrono di diarree frequenti.

Composizione chimica per 100g di frutto
Acqua 80,5 g
Proteine 0,5 g
Lipidi 0,2 g
Glucidi 15,9 g
Kcal 63

Ricco di Vitamine A, C, B1, B2, E e PP; sali minerali fosforo, ferro e potassio.

Come preparare un succo di melograno?
In Italia non è un prodotto molto diffuso, nonostante sia frequente trovare piante di melograno a scopo ornamentale anche in città.
E' possibile trovare la bevanda in commercio, ma i prezzi sono esorbitanti (1L costa circa 16 euro) e non alla portata di tutti, magari si può comprarlo fuori stagione qualche volta.
Un modo per risparmiare e garantirsi tutti i benefici della bevanda c'è: basta prepararselo a casa, e questo è il periodo giusto. Il melograno è un frutto autunnale, matura in questi giorni per cui vi sarà facile trovarlo al mercato quanto al market, non essendocene tantissima di frutta in questa stagione.
Una volta portati a casa i melograni, lavateli accuratamente e spremeteli con un normale spremiagrumi. La bevanda magica è pronta.

E mi raccomando, non aggiungete zucchero.


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La frutta Secca



La frutta Secca



Accanto alle favolose ed indiscusse proprietà benefiche e salutari della frutta fresca e di stagione,  cerchiamo di non sottovalutare le altrettante qualità della frutta a “guscio”, tra l'altra notevolmente rivalutata, negli ultimi anni, dalla ricerca scientifica.
Fonte inestimabile di energia, di proprietà antiossidanti e di vitamine A, B ed E e di grassi polinsaturi, la frutta secca si è guadagnata un posto di tutto rispetto sulla tavola degli italiani.

Le nocciole per esempio, sono una ricchissima fonte di vitamina A e apportano bellezza e lucentezza alla pelle e agli occhi;
Le mandorle ricche di fibre e di sali minerali, quali ferro, calcio, zinco e manganese aiutano a combattere la fastidiosa stitichezza, e sono un toccasana in caso di ansia, stanchezza ed insonnia;
I pinoli sono un'ottima fonte di proteine e possono essere l’alternativa a chi mangia poca carne e pesce, ideali se usati se arricchire piatti a base di verdure e pane tostato;
Le arachidi e i fichi secchi sono abbastanza 'energetici' perché ricchi di carboidrati e ne consiglio un adeguato consumo agli sportivi prima dell'attività fisica o da integrare nell'alimentazione del bambino, nello spuntino di mezza mattina, ad un frutto fresco, sostituendo definitivamente il classico panino con salame o mortadella.

I pistacchi sono ricchi di ferro e potassio e fortemente consigliati a soggetti che soffrono di anemia o di ritenzione idrica, e non solo. Da studi americani è emerso che ha una azione cardioprotettiva in soggetti con ipertensione normale ed ipercolesterolemia, ricco di polifenoli ha una interessante attività antiossidante, e in un modello sperimentale ha mostrato inoltre, una azione antibatterica, antifungina ed antinfiammatoria.

In ultima analisi, ma non meno importante, è il consumo delle delle prugne ricche di potassio e, diversi studi anno dimostrato come, il suo regolare consumo sia capace di mantenere un buon livello di pressione artesiosa e, di garantire una buona salute delle ossa perché riduce l'eliminazione del calcio urinario.
Ben noti sono, grazie all'elevato contenuto in fibra, le proprietà di regolazione intestinale delle prugne: oltre a ridurre il tempo di transito delle feci, riducono notevolmente il rischio di tumore del colon ed emorroidi.

Negli ultimi anni, studi sono stati condotti per valutare i benefici che possono apportare il consumo, moderato, di noci e noci pecan, fonte inestimabile di grassi polinsaturi precursori di omega 3. Una ricerca condotta dal Medical College of Georgia, (Augusta) ha evidenziato che le noci pecan sono fondamentali per prevenire problemi di cuore e malattie cardiovascolari, riducendo il tasso di trigliceridi e di colesterolo nel sangue. Il loro contenuto in fibra favorisce il transito intestinale e previene il cancro del colon. E’ stato dimostrato che la presenza della frutta secca ed in particolare delle noci nella dieta alimentare (su un campione di donne e uomini afro-americani con alto tasso di mortalità causata dall’incidenza delle malattie cardiocircolatorie) riduce del 30-50% tale disturbo.
Tuttavia, credo sia fondamentale precisare che non tutti possono godere dei benefici della frutta secca. Soggetti che manifestano disturbi renali, soggetti che seguono regimi dietetici ipocalorici e diabetici, dovrebbero ridurre o addirittura evitare il consumo di questa frutta. Così anche chi soffre del morbo di Crohn o di rettocolite ulcerosa che deve ridurre il consumo di fibra.

Quanto consumarne?
Consiglio di assumerne 30-35 grammi (noci, nocciole o mandorle) fino a 5 volte a settimana (spuntino ideale da consumare in palestra, in ufficio, a metà mattina o pomeriggio) tenendo presente che circa 100 g di frutta secca apportano pressocché 600 calorie. Ridurre l'assunzione a 20 g per la restante frutta (fichi, uva secca, prugne...).
Da evitare il suo consumo dopo i pasti, specie se abbondanti: apportereste al vostro organismo molte calorie.... e tenetevelo bene a mente anche, e soprattutto, durante le festività natalizie!

Un suggermento:
Provate ad aggiungere la frutta secca all’insalata mista (noci) o alla macedonia (ideali i pinoli e le mandorle) o nei dolci casalinghi (bene per nocciole e pistacchi), renderete i vostri piatti non solo appetitosi, ma anche più completi dal punto di vista nutrizionale.



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castagne

 

Le castagne

Siamo in autunno ormai inoltrato, le temperature si abbassano progressivamente e i colori caldi della stagione si apprezzano meglio davanti ad un caminetto acceso, magari con qualche castagna sul fuoco, frutto prezioso per la salute e il buonumore. I modi per cuocere le castagne sono vari: possono essere arrostite sul fuoco con una padella bucata, abbrustolite in forno, lessate con tutte e due le bucce, oppure cotte lasciando soltanto la prima pellicola che le avvolge.



Metodi di cottura

1) Arrostite sul fuoco
Questo è probabilmente il modo più diffuso e conosciuto per cucinare le castagne. Basta inciderle una ad una, con un coltello, praticando un taglio della larghezza di 1-2 cm, e metterle in una padella bucata sul fuoco vivo per qualche minuto, avendo cura di girarle una ad una molto spesso per uniformare la cottura.

Una volta ben cotte e abbrustolite, non resta che metterle in una busta di carta (ad esempio quella per il pane) e lasciarle freddare per una decina di minuti.
A questo punto dovete solo sbucciarle e gustarle ancora calde!

2) Arrostite al forno
Dopo averle incise con un coltello, praticando un taglio di 1-2 cm, mettetele in una teglia e infilatela al forno per una ventina di minuti alla temperatura di 220 gradi. Anche qui è opportuno girarle spesso per garantire un cottura uniforme.
A cottura ultimata, versatele in una busta del pane e attendete una decina di minuti prima di sbucciarle e mangiarle!

3) Lessate con entrambe le bucce
Fate cuocere le castagne in acqua bollente per circa 20-30 minuti, sbucciatele una ad una avendo cura di lasciare nell'acqua calda quelle ancora da pulire (con il calore dell'acqua sarà più facile spellarle; la buccia tenderà ad ammorbidirsi e verrà via con maggiore facilità).
A questo punto potete frullare le castagne ottenendone un gustoso e bianchissimo purea, farinoso e dolciastro, da mangiare così, oppure come salsa con cui condire le carni; in alternativa potete utilizzarlo come base per alcuni dolci.
È infatti una tecnica usata raramente e soltanto nell'altissima pasticceria (a causa del procedimento lungo e complesso per la sbucciatura delle castagne), ma è ancora il metodo più efficace per la preparazione del Mont Blanc.

4) Lessate con la pellicina
Dopo aver asportato la prima buccia, fate cuocere le castagne in acqua bollente per circa per 10-15 minuti. Fatto questo, togliete la pellicina spellando poche castagne per volta e lasciando le altre nell'acqua calda.
Se volete ottenere un composto morbido, basta rimetterle sul fuoco con del latte o della panna. Se invece desiderate la castagna intera, basterà lasciarle più al dente.
A questo punto potete sbizzarrirvi con le ricette più diverse: dall'arrosto con le castagne alla crema di marroni, dal pesce all'acqua pazza con aggiunta di pezzetti di castagne ai golosi marron glacé.

Metodi di conservazione

Le castagne si possono conservare fresche anche per un paio di mesi, se lasciate a bagno in acqua fredda per circa 24 ore e poi asciugate con cura con panni puliti da cucina.
Potete congelarle sotto forma di purea (avendo però l'accortezza di mangiarle entro le 24 ore successive al decongelamento, come per qualsiasi cibo congelato) oppure congelarle anche arrostite e sbucciate.
Se volete preparare delle conserve, dovete tener presente che le castagne non sono acide e pertanto deperiscono facilmente.
Per garantire una lunga conservazione, dovete quindi prevedere una grande quantità di zucchero (almeno il 60%); in caso contrario la vostra crema o composta di castagne rischierà inevitabilmente di ammuffirsi rapidamente.

Lo sapevate?
Questo frutto di stagione è ricco di glucidi, ideali per chi pratica sport o è soggetto a stress. Grazie alla presenza di zuccheri, fondamentali per il buonumore, la castagna è un alimento alternativo per i bambini allergici al latte di mucca o al lattosio.
La farina realizzata con la castagna sopperisce, nella preparazione di dolci e minestre, anche al fabbisogno di carboidrati nei soggetti che presentano intolleranza ai cereali.
Molto ricca di fibre, è considerata importantissima anche per la corretta attività intestinale e per la riduzione della colesterolemia.



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POLPETTINE DI TONNO E RICOTTA






POLPETTINE DI TONNO E RICOTTA

INGREDIENTI
ricotta 250gr
2 uova
200 gr tonno all'olio d'oliva sgocciolato
3 cucchiai di pecorino grattuggiato
2 cucchiaini di capperi
sale
pepe
prezzemolo
pangrattato
olio per friggere (se volete friggerle)

PREPARAZIONE: In una ciotola unite il tonno spezzettato e sgocciolato con la ricotta, il pecorino e le uova.
Aggiungete poi i capperi, il prezzemolo e un cucchiaio di pangrattato. Salate e pepate a piacimento. Formate con questo impasto delle palline schiacciate che ripasserete nel pangrattato prima di passare alla frittura o al forno.
Se volete friggerle: A parte scaldate l'olio in una padella da frittura (io uso olio e.v. d'oliva) e quando ben caldo intingete le polpettine fino a doratura.
Se volete infornarle: In forno preriscaldato a 180° per circa mezz'ora.
Servitele calde con un contorno di verdurine sottili croccanti.




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Torta light senza burro e uova

 
 
 
 
Torta light senza burro e uova

2 vasetti di yogurt;
1 vasetto e 1/2 di zucchero;
3 vasetti di farina;
1/2 vasetto di olio;
1 bustina di lievito.


Prendete una ciotola e mettete lo yogurt, zucchero, farina, olio e lievito e mescolate bene con la frusta elettrica fino ad avere un composto omogeneo. Prendete una teglia, foderatela con la carta da forno, e poi versate il composto. Cuocete la torta in forno caldo a 180° per 30 minuti.


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Profiteroles al cioccolato

 
 
 
 
Profiteroles al cioccolato

Per i bignè:

100 g. di burro;
250 ml. di acqua;
150 g. di farina 00;
1 pizzico di sale;
1 cucchiaino di zucchero;
4 uova.

Per la glassa al cioccolato:


200 g. di ciocolato fondente;
200 ml. di latte;
100 g. di zucchero;
2 cucchiai di burro;
300 ml. di panna.


In una casseruola dal fondo spesso,portare ad ebollizione l’acqua, il burro e il sale. Togliere la casseruola dal fuoco e aggiungere la farina e lo zucchero. Mescolare con un cucchiaio di legno fino a creare un composto omogeneo.Rimettere sul fuoco e continuare a mescolare finchè il composto non si stacchi dalle pareti. Togliere dal fuoco, lasciar intiepidire qualche minuto e aggiungere le uova una per volta facendo incorporare bene ogni uovo prima di aggiungere il successivo. Continuare a mescolare finchè il composto non diventi corposo e nn cada dal cucchiaio se scrollato. Foderare una placca da forno con la carta forno. Mettere il composto in una tasca da pasticcere con una bocchetta liscia e formate delle palline ben distanziate. Infornate i bignè nel forno già caldo e cuocete a 200° per 20 minuti circa. Fate raffreddare i bignè quindi praticare un forellino con un coltello sulla loro superficie. Montare la panna e metterla nella tasca da pasticciere. Farcite i bignè inserendo nella bocchetta della tasca da pasticcere la panna nel foro appena praticato. Preparare ora la glassa al cioccolato. Far sciogliere il cioccolato e il burro in un pentolino. Appena sarà sciolto, aggiungere il latte e lo zucchero e mescolare facendo cuocere a fuoco lento per circa 5 minuti. Far intiepidire la glassa, immergere i bignè di volta in volta nella glassa al cioccolato. Disporre i profiteroles al cioccolato su un piatto da portata. Decorare i profiteroles al cioccolato con la panna rimasta. Tenetelo in frigo fino al momento di servire.



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Torta nutella e smarties




Torta nutella e smarties

Per il pan di Spagna:

300 g. di farina;
300 g. di zucchero;
6 uova;
1 bustina di lievito.

Per la farcitura:

400 g. di nutella;
250 g. di smarties.

Per la decorazione:

150 g. di smarties;
12 confezioni di kit kat;
Panna montata q.b.


Iniziamo con il preparare il pan di spagna montando i tuorli d'uovo con lo zucchero. A parte montare gli albumi a neve. Unire la farina setacciata e agli albumi al composto di zucchero e tuorli. Unire, da ultimo, la bustina del lievito. Cuocere in forno preriscaldato a 180° per 30 minuti. Una volta sfornato il pan di spagna, lasciarlo raffreddare per bene. Per la farcitura, far scaldare la nutella in un pentolino. Spegnere il fuoco e aggiungere gli smarties. Mescolare per bene. Dividere in 2 dischi, la torta già raffreddata e farcire con la crema di nutella preparata precedentemente. Ricoprite con il secondo disco e ricoprire tutta la torta con della panna montata. Decorare tutta la superficie con gli smarties rimanenti e decorare i lati con le barrette di kit kat.


N.B. Al psto della panna potete utilizzare una buona glassa di cioccolato!



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Torta settembrina




Torta settembrina

500 g. di uva moscata;
300 g. di farina;
200 g. di marmellata o gelatina d'uva;
150 g. di burro;
60 g. di zucchero;
1 pizzico di sale;
1/2 bicchiere di Moscato d'Asti.


Impastate la farina con il burro, lo zucchero un pizzico di sale e mezzo bicchiere di Moscato d'Asti. Fate riposare per circa un'ora. Stendete l'impasto e con la sfoglia, foderate una teglia precedentemente imburrata e infarinata. Coprite il centro con un foglio d'alluminio e lasciatela cuocere in forno preriscaldato a 180° per 20 minuti. Sformate, eliminate la carta e stendete uno strato di marmellata o di gelatina, sopra alla quale disporrete gli acini d'uva. Coprite con la marmellata o la gelatina rimasta e servite.


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Crostata di pere




Crostata di pere

150 g. di farina;
130 g. di zucchero;
1 uovo;
1 tuorlo;
8 pere grosse;
1 cucchiaino di lievito;
Cannella q.b.
Burro q.b.
Latte q.b.


Impastare bene la farina, con 30 g di zucchero, l'uovo intero e il tuorlo, il latte necessario e il lievito. Stendere la pasta con il mattarello, foderarne 1 teglia imburrata e infarinata. Sbucciare le pere e tagliarle a fette; stenderle sulla pasta, cospargerle con lo zucchero rimasto, qualche pizzico di cannella e un po' di burro fuso. Mettere in forno, a calore moderato, per circa 30 minuto.



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Torta senza farina




Torta senza farina

160 g. di cioccolato fondente;
170 g. di zucchero;
120 g. di burro;
4 uova.

Separare gli albumi dai tuorli. Sciogliere a bagnomaria cioccolato e burro insieme. Sbattere i tuori con lo zucchero e ora aggiungere il burro e il cioccolato sciolti, infine unire gli albumi montati. Cuocere in forno a 180 gradi per 15 minuti.




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venerdì 21 ottobre 2011

LASAGNE ALLO ZAFFERANO


LASAGNE ALLO ZAFFERANO
DI SARDEGNA 
E PECORINO FRESCO 

INGREDIENTI
per la sfoglia:
300 g di farina 00
3 uova
per il condimento:
1 l di latte
40 g di burro
40 g di farina
0,12 g di Zafferano di Sardegna
0,05 g di pistilli di Zafferano di Sardegna
300 g di pecorino fresco
sale e pepe

PREPARAZIONE: Impastare la farina con le uova per preparare l'impasto per la sfoglia delle lasagne e lasciarlo riposare 20 minuti. Preparare una besciamella morbida: sciogliere il burro in un tegame e aggiungere la farina, stemperarla bene per evitare grumi e farla rosolare senza che bruci. Togliere dal fuoco e aggiungere 'a filo', cioè facendolo cadere lentamente dal tegame, il latte precedentemente scaldato. Miscelare bene gli ingredienti e rimettere sul fuoco proseguendo la cottura fino a che il composto inizia a bollire, avendo cura di mescolare continuamente. Regolare di sale e, una volta pronta la besciamella, versarvi lo Zafferano in polvere e lasciare riposare coprendo con una pellicola da cucina. Col mattarello stendere l'impasto preparato in una sfoglia molto sottile e tagliarla in rettangoli di circa 10 x 15 cm di lato. Imburrare il fondo di una teglia da forno e versarvi due cucchiai di besciamella poi fare un primo strato di sfoglia, coprirlo con altra besciamella e cospargere di pecorino fresco grattugiato grossolanamente. Stendere con un altro strato di sfoglia e farcire come il precedente. Procedere per almeno 4 strati sempre allo stesso modo, distribuendo su ogni strato un po' di pistilli di Zafferano. Terminare con un leggero strato di besciamella, cospargere di pecorino fresco e distribuire una macinata di pepe nero. Infornare a 170° per circa 25 minuti coprendo, se necessario, con un foglio di alluminio; terminata la cottura passare velocemente al grill per dare colore e croccantezza alla superficie.





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martedì 18 ottobre 2011

Il cibo-spazzatura, crea una dipendenza simile a quella da nicotina e droga

 
 
 
Il cibo-spazzatura

crea una dipendenza simile a quella da nicotina e droga
 
 
 
Il cibo spazzatura dilaga anche in Italia dove, secondo Coldiretti, il 41% dei bambini ne è dipendente. Ad aggravare il quadro il 23% dei genitori dichiara che i propri figli non consumano quotidianamente frutta e verdura.

Dati inquietanti considerando che, secondo l'ultima indagine 'Okkio alla Salute' del ministero della Salute già più di un bambino su tre di età compresa tra i 6 e gli 11 anni pesa troppo, mentre il 12,3% dei bambini è obeso e il 23,6% è in sovrappeso, soprattutto a causa delle cattive abitudini alimentari. 

Il quadro è desolante e il gioco fin troppo evidente: bambini oggi 'educati' alla dipendenza e al sovrappeso, con ottime probabilità saranno domani adulti deboli psicologicamente (quindi 'consumatori' ideali), fisicamente malati e candidati a trattamenti farmacologici a vita. 
Un'alimentazione a base di carne e cibi raffinati industriali e povera di verdure crude, frutta e legumi è infatti responsabile di patologie cardiovascolari, tumori, invecchiamento precoce. 


L'ULTIMO STUDIO: PAROLA ALLE NEUROSCIENZE


Cibi raffinati, hamburger, patatine fritte, bibite e merendine dolci, ossia il cibo-spazzatura, creano una dipendenza simile a quella da nicotina e droga. E' quanto ha scoperto un'equipe di ricercatori Usa che ha rivelato su Nature Neuroscience i meccanismi che danno vita al vincolo e a vere e proprie crisi di astinenza quando si cerca di smettere di mangiare i piatti piu' saporiti ma meno salutari. Gli autori della ricerca, Paul Johnson e Paul Kenny, dell'Istituto Scripps a Jupiter in Florida, lo hanno dimostrato trasformando ratti di laboratorio in consumatori compulsivi di cibi-spazzatura. 
Hanno osservato cosi' che, come nella dipendenza da fumo e droga, anche in quella dal cibo-spazzatura si indebolisce l'attivazione dei circuiti cerebrali della ricompensa, che in condizioni normali scattano immediatamente quando si vive un'esperienza piacevole. Alle cavie sono state date bacon, salsicce, dolci e cioccolato. Gli animali hanno cosi' gradito il nuovo cibo spazzatura che sono rapidamente ingrassati. In poco tempo e' precipitata la loro sensibilita' alla ricompensa, proprio come avviene in chi e' dipendente da droghe. I ricercatori hanno anche appurato che nei ratti come nell'uomo, la dipendenza impedisce di interrompere l'assunzione di una sostanza anche quando e' chiaro che questa e' pericolosa per la salute. Hanno cosi' associato il consumo dei cibi ipercalorici alla comparsa di un segnale luminoso e a un dolore ad una zampa: non appena si accendeva la luce i ratti normali rinunciavano volentieri allo stuzzichino pur di non provare dolore, mentre i ratti obesi e dipendenti continuavano a mangiare. 


Fonti: AGI, AdnKronos




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giovedì 6 ottobre 2011

Differenze tra il riso bianco ed il riso integrale


Differenze tra il riso bianco ed il riso integrale




Il riso è uno tra gli alimenti base per la gran parte della popolazione mondiale: in alcuni casi, è utilizzato come prima piatto in altri come contorno; oggigiorno, peraltro, esistono differenti variani di riso come il carnaroli, il violone nano, il parboiled e molti altri ancora. Ad ogni modo, nonostante le numerose qualità di riso, si è soliti suddividere il riso in bianco ed integrale. Questo alimento, peraltro, in entrambe le versione può esser consumato sia in estate che in inverno: durante la stagione estiva, difatti, possiamo parlare di un utilizzo del riso per le cosiddette insalate di riso, mentre per l’inverno ci spostiamo ai fornelli per i classici risotti.


Il riso bianco è ottenuto tramite una speciale lavorazione dei chicchi che ne elimina la crusca ed il germe; in questo modo, purtroppo, si determina l’asportazione di una gran parte delle sostanze nutritive, utili per il nostro organismo umano. L’eliminazione del germe viene effettuata poiché si cerca d’impedire l’irrancidimento del riso, dovuto per vie delle sostanza oleose presenti in esso. Il pregio di questo riso è che può esser conservato per lunghi periodi in dispensa senza che questo si deteriori.
Il riso integrale, invece, a differenza di quello bianco, vede la privazione della parte più esterna e non commestibile del chicco chiamata lolla. In tal modo, le sostanze nutritive rimangono inalterate nel chicco di riso; perciò, il riso integrale sarebbe da preferire al riso bianco per il suo apporto nutriente che è maggiore. In particolare, il riso integrale contiene il doppio di fosforo, del magnesio e del ferro, il triplo della vitamina B3, il quadruplo della vitamina B1 ed una quantità di vitamina B6 dieci volte superiore a quello bianco.


è totalmente brillato, il riso è bianco. ... Il riso essiccato è un riso integrale sottoposto ad un tratta- ... si tolgono gli involucri e si ottiene un riso bianco, legger - ...
www.ceja.educagri.fr/ita/enseignant/livret%25202/gcultit_4.pdf


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