sabato 19 dicembre 2015

LA BANANA



La pianta di banana è la più grande pianta erbacea dotata di fiore. Le piante sono generalmente alte e robuste e spesso sono scambiate per alberi ma il loro fusto principale è in effetti uno pseudofusto che cresce fino a 6-7 metri, e che cresce da un bulbo-tubero. Ogni pseudofusto può produrre un singolo casco di banane. Dopo la fruttificazione lo pseudofusto muore ma polloni laterali possono svilupparsi. Molte varietà di banane sono perenni.

Le foglie sono disposte a spirale e possono crescere fino a 2,7 metri di lunghezza e 60 centimetri di larghezza. Sono facilmente lacerate dal vento, col risultato di apparire spesso sfrangiate.

Ogni pseudofusto generalmente pruduce una singola infiorescenza, nota anche come cuore di banana (Qualche volta ne vengono prodotte di più; una pianta eccezionale nelle Filippine ne ha prodotte cinque.). L'infiorescenza contiene molte brattee (a volte chiamate scorrettamente petali) tra le proprie file di fiori. I fiori femminili (che possono svilupparsi in frutti) appaiono in file più in alto sul fusto, rispetto a dove spunteranno i fiori maschili. L'ovario è infero, significa quindi che i piccoli petali e le altre parti del fiore sono situate in cima all'ovario.

I frutti di banana si sviluppano dal cuore di banana, in una grande massa pendula, fatto di file di frutti (chiamate mani), con fino a 20 frutti per fila. La massa dei frutti è nota come casco, comprendendo 3–20 mani, e può pesare 30–50 kg. I singoli frutti maturano con il fiore rivolto verso l'alto, non verso il basso.

I frutti individuali di banana (comunemente noti come banane o dita) pesano in media 125 grammi, dei quali circa il 75% è acqua e il 25% materia secca. C'è uno strato protettivo esterno (una buccia o pelle) con numerosi lunghi e sottili fili (il floema), che corrono lungo tutta la lunghezza tra la buccia e la parte interna commestibile. La parte interna della comune varietà di banane da dessert si divide facilmente lungo la sua lunghezza in tre parti distinte che corrispondono alle parti interne dei tre carpelli.

Il frutto è stato rappresentato come una bacca cuoiosa. Nelle varietà coltivate i semi sono piccoli fino quasi al punto della non esistenza; i loro resti sono piccoli puntini neri all'interno del frutto.

Intorno al 1516 la pianta di banana fu introdotta dai portoghesi in America dall'Africa. In quell'occasione la parola entrò a far parte della lingua portoghese e della lingua spagnola. La banana, che non era ancora stata importata in Europa, veniva descritta nel 1601 come "il frutto che profuma di rosa".

Quasi tutte le moderne banane partenocarpiche utilizzate a scopo alimentare provengono dalle specie Musa acuminata e Musa balbisiana. Il nome scientifico delle banane è Musa acuminata, Musa balbisiana o l'ibrido Musa acuminata × balbisiana, a seconda della costituzione del loro genoma. I vecchi nomi scientifici Musa sapientum e Musa paradisiaca non sono più in uso.

Nella cultura popolare e nel commercio "banana" di solito si riferisce alle morbide e dolci banane utilizzate come frutta. Invece le cultivar di Musa con frutti più duri e ricchi d'amido vengono talvolta chiamate "platani", un prestito dello spagnolo plátano. Questa distinzione tuttavia è puramente arbitraria; le parole platano e banana sono spesso intercambiabili quando il tipo di frutto è desumibile dal contesto. In Italia possono sopravvivere alcune cultivar di banana. In particolare la cultivar comune di Sicilia è abbastanza rustica in Sicilia dove riesce a portare a maturazione i frutti.

La parola banana potrebbe venire dall'arabo banan, che significa "dito", ma si ritiene più probabile che derivi da una lingua dell'Africa occidentale subsahariana, forse dalla parola della lingua wolof banaana.

Il genere Musa è situato nella famiglia delle Musaceae. La classificazione APG II, del 2003 (non modificata rispetto a quella del 1998), assegna le Musaceae all'ordine delle Zingiberales. Il genere contiene molte specie; diverse producono frutti commestibili, mentre altre sono coltivate come piante ornamentali.

La classificazione delle banane è stata a lungo un problema per i tassonomi a causa del modo in cui Linneo originariamente classificò le banane in due specie (basandosi principalmente sulla loro modalità di consumo): Musa sapientum per le banane utilizzate come frutta e Musa paradisiaca per i platani. Comunque questa classificazione semplicistica si è mostrata inadeguata per gestire l'ampio numero di cultivar (gran parte delle quali sinonimi) che esistono nel centro di diversità delle banane, il sud est asiatico.

Ernest Cheesman per primo scoprì che Musa sapientum e Musa paradisiaca, descritte da Linneo, erano in effetti cultivar e discendenti di due specie selvatiche dotate di semi, Musa acuminata e Musa balbisiana, entrambe descritte da Luigi Colla. Egli propose l'abolizione delle due specie istituite da Linneo per permettere la riclassificazione delle banane in base a tre cultivar distinte morfologicamente - quelle che mostravano principalmente caratteristiche di Musa balbisiana, quelle che mostravano principalmente le caratteristiche botaniche di Musa acuminata, e quelle con caratteristiche di entrambe.

I ricercatori Norman Simmonds e Ken Shepherd nel 1955 propose il sistema nomenclaturale basato sul genoma. Questo sistema elimina praticamente tutte le difficoltà e le incoerenze del sistema nomenclaturale basato su Musa sapientum e Musa paradisiaca. Nonostante questo, Musa paradisiaca è riconosciuto da alcuni ricercatori, cosa che crea confusione.

Generalmente la classificazione moderna delle cultivar di banana segue il sistema di Simmond e Shepherd. I nomi botanici accettati per le banana sono Musa acuminata, Musa balbisiana o Musa acuminata × balbisiana, a seconda del loro retaggio genetico.

Mentre le banane originarie contenevano molti semi, varietà senza semi e triploidi sono state selezionate per il consumo umano. Queste si propagano asessualmente dai rami della pianta. Questi rami sono chiamati follower o sucker nel commercio, e uno o due di essi sono la fonte per il nuovo ceppo di frutta che la pianta produce, perché questa è normalmente abbattuta al momento della raccolta.

Nelle regioni tropicali questo tipo di frutto è disponibile per tutto l'anno, il che spiega il motivo per cui la quasi totalità delle banane proviene proprio da questi paesi. Nel commercio globale, la più importante varietà di banana coltivata è la Cavendish.

A causa della limitata diversità genetica, le banane coltivate sono soggette a varie malattie e attacchi di parassiti come la Sigatoka Nera, e nuovi ceppi della malattia di Panamá, causata dal fungo Fusarium.

La propagazione vegetativa (essenzialmente dovuta alla mancanza di semi vitali nelle banane commercializzate) ha provocato la diffusione di malattie virali lungo le aree di coltivazione delle banane. Le malattie virali delle banane commercialmente rilevanti includono i badnavirus che sono responsabili della malattia delle righe nere o cercosporiosi. Si pensava che questa malattia derivasse dal DNA di un virus integrato nel genoma della specie Musa balbisiana, una delle specie selvatiche che ha contribuito a molte delle specie coltivate nel ventunesimo secolo. La malattia dalle righe nere della banana può presentare vari sintomi, oppure può averne pochi o addirittura nessuno sulla pianta di banana infettata se sono curate e trattate con abbondante fertilizzante. Il Banana Bunchy Top Virus (BBTV) è il virus più distruttivo in Asia e ci sono solamente due metodi per controllarlo: sradicamento delle piante infette e controllo degli afidi vettori che diffondono l'infezione.

Entro il prossimo decennio, la banana commestibile potrebbe estinguersi. La banana Cavendish, consumata in tutto il pianeta, pecca di scarsa diversità genetica che la rende vulnerabile a malattie quali:

Malattia di Panama, causata da funghi terricoli, che cancellò la varietà Gros Michel (Big Mike) negli anni cinquanta.
Sigatoka Nera, un'altra malattia provocata da funghi che ha raggiunto le proporzioni di un'epidemia mondiale.
Peste che invade le piantagioni e le fattorie in America Centrale, Africa e Asia.
Una nuova variante patogena, razza tropicale 4, affligge le coltivazioni di Cavendish nel sudest asiatico ed è per questo alla radice dei problemi riguardanti i commerci di esportazione. La diffusione della razza tropicale 4 in America potrebbe avvenire se gli insetti cosiddetti succhiatori di banane infette vi sbarcassero oppure se del terreno infestato fosse trasportato dall'Asia; entrambe le cose sono strettamente proibite sia nei paesi produttori che in quelli esportatori.

La varietà Gros Michel (Big Mike) è stata una delle prime ad essere coltivata. Come già detto, fu cancellata dalla malattia di Panama negli anni cinquanta. La Gros Michel era molto adatta ad essere esportata nei paesi extra-tropicali. Maggiore cura è richiesta per il trasporto della Cavendish.

La diffusione del banano avvenne nell'Asia sud-orientale in epoca preistorica. Ancora nei primi anni 2000 si trovano molte specie di banane selvatiche in Nuova Guinea, Malesia, Indonesia e Filippine.

Recenti prove archeologiche e paleoambientali nelle paludi del Kuk, nella Western Highlands Province della Papua Nuova Guinea suggeriscono che la coltivazione della banana risalga almeno al 5000 a.C. e forse anche all'8000 a.C. Ciò farebbe degli altopiani della Nuova Guinea il luogo in cui il banano fu domesticato. È probabile che altre specie di banani selvatici siano stati domesticati successivamente in altre zone dell'Asia sud-orientale.

La banana è menzionata per la prima volta nella storia scritta in testi buddhisti del 600 a.C. Alessandro Magno scoprì il sapore della banana nelle valli dell'India nel 327 a.C. L'esistenza di una coltivazione organizzata di banane è stata riscontrata in Cina almeno dal 200 d.C. Nel 650, i conquistatori islamici portarono la banana fino alla Palestina. I mercanti arabi diffusero successivamente le banane in quasi tutta l'Africa.

Nel 1502, i coloni portoghesi iniziarono le prime piantagioni di banane nei Caraibi e in America Centrale.




Le banane sono tra i frutti più consumati al mondo. Tuttavia, i coltivatori di banane ricavano esigui guadagni. Per questa ragione le banane sono disponibili come articoli del commercio equo in alcuni stati. La banana ha una storia commerciale che inizia con la fondazione della United Fruit Company alla fine del XIX secolo. Per gran parte del XX secolo, le banane e il caffè hanno dominato le esportazioni dell'America Centrale. Negli anni trenta, le banane e il caffè hanno contribuito per il 75% al volume delle esportazioni regionali. Più tardi, nel 1960, i due raccolti hanno realizzato il 67% delle esportazioni della regione. Sebbene i due prodotti crescano nelle stesse regioni, non hanno la tendenza a disturbare il mercato a vicenda. La United Fruit Company basava i suoi affari quasi interamente sul commercio di banane, visto che il commercio di caffè era troppo difficile da controllare. Il termine banana republic è stato largamente utilizzato per i paesi della regione centro americana, ma in senso strettamente economico è applicabile solo a Costa Rica, Honduras e Panama, che sono state effettivamente repubbliche delle banane, ossia paesi la cui economia è guidata dal commercio delle banane.

Nel 2002, sono stati raccolti oltre 68 milioni di tonnellate di banane, di cui 12 milioni di tonnellate sono stati commercializzati nel mondo.

In base ai dati della FAO relativi alla media del periodo 2000 – 2004, il maggior produttore mondiale di banane è l'India (circa il 23% della produzione mondiale); Brasile, Ecuador, Cina e Filippine producono ciascuno l'8 – 9% della produzione mondiale.

Il commercio mondiale è però dominato (come paesi esportatori) dall'Ecuador (quasi il 30% del totale delle esportazioni), seguito da Costa Rica, Filippine e Colombia. In totale questi quattro paesi alimentano circa i 2/3 del totale mondiale delle esportazioni di banane.

I più grandi paesi importatori sono gli Stati Uniti e l'Unione europea; quest'ultima, secondo i dati FAO del periodo 1999 – 2003, assorbe il 34% del totale mondiale delle importazioni di banane.

I paesi latino-americani servono principalmente il mercato nordamericano ed europeo, mentre le Filippine sono il principale fornitore del Giappone.

Ma sapete cosa succede al nostro corpo quando mangiamo una banana. A spiegarlo è il sito Eat This, Not That, che ha stilato una lista dei benefici del frutto giallo per antonomasia.

1) Aiuta a formare muscoli e massa magra grazie al magnesio e al potassio di cui è ricca.
2) Fa sentire meno gonfi, grazie al potassio che riduce la ritenzione dei fluidi.
3) Fa bruciare grassi, grazie alla colina, in grado di accelerare il processo di lipolisi.
4) Aumenta il buonumore, grazie alla vitamina B9 (anche detta acido folico) che alza i livelli di serotonina.
5) Aiuta a superare lo stress, grazie all'amminoacido triptofano.
6) Concilia il sonno e il rilassamento.
7) Aiuta a recuperare le energie, grazie al potassio.
8) Stabilizza i livelli di zucchero nel sangue.
9) Dà sazietà e per questo è un ottimo snack spezzafame.
10) Riduce il livello di colesterolo.
11) Migliora la digestione, perché ricche di prebiotici.
12) Aiuta la regolarità intestinale grazie alle fibre.
13) Reintegra i sali minerali in caso di diarrea.
14) Attenua il senso di nausea e per questo è consigliata in gravidanza.
15) Rinforza le ossa.
16) Grazie alla provitamina A e al beta carotene aiuta nella prevenzione di malattie cardiovascolari e diabete.
17) Il "super polifenolo" (delfinifina) di cui è ricca è un antiossidante che sembra aiutare a prevenire il cancro.
18) Abbassa la pressione.
19) Diminuisce il rischio di anemia
20) Migliora la vista
21) Aiuta a purificarti e disintossicarti

Da molto tempo, la banana si è conquistata un ruolo prestigioso nelle tavole della popolazione globale: non a caso, la banana sembra essere il frutto più consumato al mondo, grazie alle sue proprietà benefiche ed al suo sapore caratteristico.
Il frutto è costituito da acqua (75%), carboidrati (23%), fibra (2,6%), proteine (1%) e grassi (0,3%): questi valori nutrizionali possono presentare alcune variazioni in base alle diverse categorie, al differente stadio di maturazione, nonché alle tecniche ed ai luoghi di coltivazione.
Anche una consistente diversificazione vitaminica connota la banana: la pro-vitamina A, le vitamine del gruppo B (B1, B2 e PP) e la vitamina C si trovano in quantità maggiore, pur trovando anche tracce di vitamina E.
La vitamina B6, nonostante sia presente solo in minima quantità, facilita il metabolismo delle proteine.
Tra gli oligoelementi, il potassio è sicuramente il minerale più importante, seguito da calcio, fosforo, rame e ferro: per questo motivo alla banana sono attribuite proprietà rimineralizzanti. Il ferro contenuto nella banana è utile in caso di anemia (proprietà antianemiche: favorisce la rigenerazione dei globuli rossi).
Il potassio sembra giocare un ruolo fondamentale per agevolare il corretto funzionamento del sistema cardiovascolare: per chi soffre d'ipertensione lieve e non complicata è consigliato il consumo delle banane proprio per questo motivo.
La banana contiene molti zuccheri semplici e carboidrati: a tal proposito, il consumo della banana dev'essere ridotto all'interno di un regime dietetico ipocalorico. Le banane sono costituite da saccarosio, glucosio e fruttosio, tre zuccheri semplici utilizzati dall'organismo come energia (proprietà energetica).

Quando mangiata fresca, la banana può alleggerire i disturbi legati all'ulcera gastrica: infatti il frutto potrebbe neutralizzare l'acidità creata dai succhi gastrici, stimolando la produzione di muco: così facendo, viene facilitata la cicatrizzazione delle ferite create dall'ulcera.
Grazie alle sue proprietà energetiche e nutritive, il consumo delle banane è consigliato agli sportivi, per la presenza di dopamina, noradrenalina, tiamina e serotonina, sostanze vasoattive.
A causa della presenza di alcune proteine racchiuse nella polpa (proteina Ba1, Ba2 e Mus XP 1), la banana potrebbe scatenare manifestazioni allergiche in soggetti particolarmente sensibili.
La buccia della banana, spesso, si connota da piccole chiazze scure: è un normale processo di maturazione dovuto alla produzione di serotonina da parte del triptofano presente nella buccia del frutto. Da qui le supposizioni secondo cui la banana possa vantare blande proprietà antidepressive naturali: in realtà non può propriamente considerarsi tale, poiché a livello gastrico la serotonina è digerita dagli enzimi.
Alla banana, quando fumata, vengono attribuite anche proprietà potenzialmente allucinogene: considerando, però, che il punto di fusione della serotonina è molto elevato, durante la combustione si producono ossidi di azoto e di carbonio tossici. Tuttavia, la serotonina non riesce a passare la barriera ematoencefalica, quindi non è percepita a livello cerebrale.

Il frutto, quando consumato fresco, può essere sfruttato per la produzione di marmellate; anche i succhi possono essere prodotti a partire dalla banana fresca. Nonostante sia costituita da una cospicua quantità di acqua, la banana ha trovato molte difficoltà ad essere trasformata in succo: infatti, quando pressata, si forma solamente una polpa schiacciata. In India, per ovviare a questo problema, due scienziati della Bhabha Atomic Research Centre hanno studiato un modo per la produzione del succo, ponendo la banana ridotta in polpa in un contenitore appositamente studiato per creare una reazione da cui si otterrà il succo.
Un altro modo per consumare il frutto è l'essiccazione.

Particolare e curioso è stato lo studio seguito da una dottoressa di ricerca all'Università Federale di Sao Carlos (Brasile): le bucce della banana potrebbero essere d'aiuto nel processo di purificazione dell'acqua, essendo utili nell'estrazione d'inquinanti metallici quali piombo e rame. In questo processo, in primis devono essere essiccate le bucce di banana, poi queste vengono polverizzate e successivamente settacciate per ottenere particelle della stesso diametro. Essendo le particelle cariche negativamente, queste riuscirebbero ad attirare i metalli (con carica negativa): il risultato è stato sorprendente, poiché l'inquinamento dell'acqua è stato notevolmente ridotto.

Anticamente, alla banana venivano attribuite proprietà anti psoriasi ed anti-dermatite cronica non infiammatoria/ non contagiosa (responsabile di lesioni cutanee e placche eritematose).
Ancora, la buccia poteva fungere persino da lucido da scarpe.
L'edera del Canada produce una fastidiosa irritazione: anticamente, la parte interna della buccia di banana era considerata un buon rimedio naturale per ovviare il fastidio provocato.
La raffigurazione di una persona che, camminando, scivola su una buccia di banana è stata oggetto delle commedie teatrali fin dai tempi più antichi, e lo è tuttora.
Nella cultura cinese, associare una persona ad una banana rappresenta un segno  di disprezzo: la metafora - che indica “giallo fuori e bianco dentro” - si attribuisce, solitamente, a coloro i quali hanno origini cinesi, ma non conoscono e non apprezzano la loro tradizione.

Il sapore e la struttura di molti tipi di banane sono influenzati dalla temperatura a cui maturano, e dal grado di maturazione: i frutti fatti maturare per più tempo e a temperature maggiori avranno minore consistenza e saranno più dolci rispetto a quelli più acerbi e cresciuti in ambiente più rigido o ventilato, che saranno quindi più turgidi e meno saporiti. Il colore della polpa evolve dal verde verso il giallo e, in avanzato stato di maturazione, tende a manifestare chiazze marroni corrispondenti ad accumuli di zuccheri. Il livello di maturazione è visibile anche dal colore della buccia: tendente al verde nelle banane acerbe, al giallo scuro con piccole chiazze marroni in quelle molto mature, al giallo acceso nelle altre (quelle di maggior diffusione in ambito commerciale).

Le banane maturano generalmente nella stagione primaverile/estiva del luogo in cui si trovano (l'emisfero meridionale). È nota la tendenza di questo frutto a maturare anche dopo essere stato colto dalla pianta: questo processo è dovuto all'emissione di etilene da parte della banana stessa e caratterizza in generale tutti i cosiddetti frutti climaterici (anche se nel caso della banana il fenomeno è particolarmente marcato). Il fenomeno è accelerato dalle temperature elevate, che influiscono sulla maggiore produzione di etilene, dalla ridotta ventilazione e dalla presenza di altri frutti climaterici, quali mele, pomodori o altre banane, nelle vicinanze. In alcuni processi industriali, le banane vengono messe in ambiente non ventilato e a contatto con etilene prodotto artificialmente proprio per velocizzare la maturazione e ottenere così frutti più dolci in minor tempo.

Le banane sono naturalmente lievemente radioattive, più di quanto lo siano generalmente gli altri frutti, a causa del loro alto contenuto di potassio, e di conseguenza del relativamente abbondante contenuto di potassio-40, che si trova naturalmente mischiato col potassio. Qualche volta ci si riferisce alla dose equivalente ad una banana di radiazione per far comprendere i livelli di rischio della radioattività.

Per la presenza di proteine allergizzanti nel frutto (Ba 1, Ba2 e Mus XP 1), la banana può dare luogo ad allergie alimentari.

Oltre ai frutti, nella cucina del Bengala e del Kerala (in India) si usano i fiori del banano, crudi o cotti. Negli stessi paesi e anche in Birmania si usa pure il cuore tenero del tronco del banano.

In Ruanda, Burundi, Uganda, Tanzania e Congo si usa far fermentare le banane per ottenere una bevanda alcolica, detta kasiksi.

Le foglie di banana, grandi, flessibili e impermeabili, sono come ombrelli e sono usate per avvolgere cibi.

Le banane sono usate anche in senso umoristico come simbolo fallico (una metafora per il pene umano data la somiglianza in forma e dimensione).

La rappresentazione di una persona che scivola su una buccia di banana è stata la materia prima della commedia per generazioni, specie di quella slapstick. La registrazione di una commedia del 1906 prodotta dalla Edison Records mostra un famoso personaggio del tempo, Cal Stewart, descrivere un suo incidente dicendo:

« I don't think much of a man what throws a bananer peelin' on the sidewalk, e I don't think much of a bananer what throws a man on the sidewalk, neether. ... my foot hit that bananer peelin' e I went up in the air, e cum down ker-plunk, e fer about a minnit I seen all the stars what astronomy tells about, e some that haint been discovered yit. Wall jist as I wuz pickin' myself up a little boy cum runnin' cross the street e he sed 'Oh mister, won't you please do that agin, my mother didn't see you do it. »

(Non penso molto di un uomo che getta la buccia di banana sul marciapiede. E non penso molto nemmeno di una banana che getta un uomo sul marciapiede... il mio piede ha colpito la buccia di banana e sono volato in aria, e ricaduto a terra violentemente, e per circa un minuto ho visto tutte le stelle dell'astronomia e addirittura qualcuna che non è stata ancora scoperta. Mentre mi stavo rialzando, un ragazzino è arrivato attraversando la strada e dicendo: — Oh signore, non lo farebbe ancora? La mia mamma non vi ha visto)
In realtà la buccia di banana non è particolarmente sdrucciolevole. Il suo utilizzo nelle gag è stato introdotto semplicemente per sostituire le feci dei cani, in realtà ben più scivolose, mantenendone la comicità, ma edulcorando la situazione.

Negli anni quaranta e cinquanta, una leggenda metropolitana narrava di tarantole nascoste tra i caschi di banana; un riferimento è presente anche nella canzone Day-O (Banana Boat Song), canto popolare giamaicano, in cui si parla della presenza della mortale tarantola nascosta nelle banane (Hide the deadly black tarantula). In realtà le tarantole non si nascondono tra le banane, ma esemplari del genere Phoneutria hanno questa abitudine; questi ragni autoctoni delle esotiche zone dell'America Centrale e Meridionale sono molto velenosi e altamente aggressivi.

Un'altra leggenda metropolitana attribuisce proprietà allucinogene alla buccia essiccata della banana, se fumata. Diversamente da tante leggende metropolitane, l'origine di quest'ultima è stata tracciata. Risale ad un articolo in un giornale studentesco, il Berkeley Barb, del marzo 1967, ispirato alla storia del cantante Country Joe McDonald. Questa storia è stata portata all'attenzione dell'opinione pubblica più tardi, negli anni ottanta, quando un gruppo punk satirico, The Dead Milkmen, pubblicò una canzone riguardante gli effetti della buccia di banana da fumare. Perfino la FDA aprì un'inchiesta.






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