Il latte artificiale è un alimento utilizzato per nutrire i neonati nei primi mesi di vita. Se non è possibile allattare al seno, si utilizza questo tipo di latte da biberon, che è l’unica valida alternativa all’allattamento materno. Solo il pediatra può indicare il tipo di latte artificiale: ve ne sono tanti in commercio e variano in modo tale che il piccolo deve poter assumere quello più adatto a lui.
Il formato più diffuso è del tipo latte in polvere, che si prepara per la somministrazione con l'addizione di acqua; per diverso tempo questo fu il solo formato disponibile, poi fu realizzato anche in confezione già preparata e pronta all'uso, o in concentrato liquido.
Il latte artificiale è prodotto in due principali tipi: il latte formulato adattato, che si impiega per la nutrizione di base nei primi mesi, e il latte di proseguimento.
Il ricorso al latte artificiale si ha in genere quando sia impossibile l'allattamento al seno oppure in caso di intolleranza o allergia ai latti animali (vaccino, ovino e caprino).
Fra i latti artificiali, per il suo utilizzo alternativo al latte animale, si include il latte di soia, caratterizzato da assenza di saccarosio e lattosio e da sostanza grassa costituita da oli vegetali.
La vendita di latte artificiale e gli interessi economici da questa promossi, sono stati oggetto di diversi studi da parte dell'Organizzazione Mondiale della Sanità e di altri enti internazionali. Si è sospettato che talune aziende abbiano surrettiziamente operato attraverso il comparaggio con pediatri compiacenti per l'introduzione del latte artificiale in sostituzione di quello materno anche in assenza di effettive motivazioni cliniche. Questo avviene soprattutto in alcune aree socioeconomicamente e culturalmente svantaggiate come alcuni stati dell'Africa, dove l'allattamento al seno dovrebbe essere preferito. Per questa ragione alcune aziende produttrici, come, ma non solo, la Nestlé, sono oggetto di un boicottaggio da parte di alcuni consumatori a partire dal 1977, e a tutt'oggi il boicottaggio Nestlé è coordinato dall'International Nestlé Boycott Committee.
I latti artificiali, detti anche "formulati", sono costituiti da latte vaccino, che viene profondamente modificato per renderlo idoneo alle esigenze del neonato. Così com'è, infatti, il latte di mucca non può essere ritenuto idoneo per l'alimentazione del lattante. Se un tempo si ricorreva al latte di asina, simile per composizione a quello materno, oggi esistono dei prodotti artificiali che si avvicinano moltissimo ai suoi standard nutritivi. I latti artificiali sono attualmente l'unica e valida alternativa all'allattamento materno nei casi in cui questo non sia possibile.
La scelta del latte artificiale spetta sempre ed esclusivamente al pediatra; la madre non può e non deve assolutamente sceglierlo in base alle proprie preferenze, come avviene durante una normale spesa al supermercato. Tra i latti artificiali presenti in commercio possono infatti esservi delle piccole differenze di composizione che rendono più idoneo un prodotto rispetto ad un altro.
La composizione dei latti artificiali deve comunque corrispondere ai dettami dell'ESPGAM, un Ente Internazionale di Controllo costituito da medici (pediatri, gastroenterologi, allergologi ecc.) che studiano le necessità alimentari del bambino, in funzione di un corretto sviluppo e della prevenzione di problemi futuri (allergie, preferenze alimentari - importanti nella prevenzione di obesità, diabete ed altre malattie - ecc.).
L'ESPGAM fornisce degli intervalli di concentrazione ottimale per ogni nutriente che, dopo essere diventati oggetto di un regolamento CEE recepito dagli stati membri, obbliga i produttori di alimenti per l'infanzia ad adeguarsi a tali indicazioni.
Per la massima tutela del neonato, le norme ed i controlli sui latti artificiali sono particolarmente severe.
Per valutare l'accrescimento di un neonato i pediatri si basano su misure antropometriche. Peso, età, circonferenza cranica, lunghezza, piega cutanea del braccio e sua circonferenza, sono i parametri più comunemente rilevati.
Questi dati vengono poi confrontati con grafici particolari, dove sono riportate specifiche curve di accrescimento (differenti nei due sessi). La valutazione dei risultati è importante sia se il piccolo viene alimentato con latte materno, sia se la sua alimentazione si basa esclusivamente su quello artificiale.
Appurato che il latte materno rappresenta per il neonato il primo ed insostituibile alimento, esistono alcune situazioni ben precise in cui non è possibile allattare al seno. Una delle più comuni è la comprovata impossibilità di allattare per mancanza di latte o agalattia (condizione che si manifesta nel 2% delle mamme); in casi fortunatamente più rari esistono invece delle forti controindicazioni all'allattamento, come in presenza di gravi malattie (ad es. HIV, tubercolosi), uso di droghe, malnutrizione, utilizzo di farmaci particolari che possono passare nel latte o cure debilitanti di varia natura.
Normalmente il latte artificiale da dare al bimbo fino a 5 mesi è la formula adattata, o di partenza (numero 1), che è la più simile al latte materno, arricchita di lattosio, olisaccaridi, grassi (vegetali), vitamine e sali minerali. Dopo il sesto mese di vita, si può somministrare il latte di proseguimento (numero 2) che possiede meno lattosio, è ricco di ferro e assomiglia di più a quello vaccino. Dopo i 12 mesi bisogna passare al latte di crescita, che è sempre dietetico, ma costituito da latte vaccino con vitamine e sali minerali.
Da questo periodo il piccolo può assumere il latte di mucca perché il suo apparato digerente è quasi completamente sviluppato. Esistono anche tipi di latte per bambini prematuri o neonati di peso basso, particolarmente ricco di proteine, che permette un recupero veloce di crescita e viene indicato col numero 0. In commercio ci sono, inoltre, latti artificiali liquidi (più pratici), che devono essere utilizzati nell’arco delle 48 ore, sono da conservare in frigo una volta aperti, e latti in polvere che devono essere consumati nel giro di 15-20 giorni. Nel caso il bambino non termini il pasto, è consigliabile non riutilizzarlo successivamente. Quando si acquista una confezione bisogna ovviamente controllare attentamente la data di scadenza del prodotto.
Se il bambino non tollera un determinato tipo di latte gli si può somministrare quello dietetico, per esempio quello privo di lattosio, che fa evitare le coliche gassose, o quello artificiale H.A. per quei bimbi che soffrono di allergia alle proteine del latte, però è più costoso e non ha un gusto buono. Una valida alternativa è il latte di soia, quando il piccolo è allergico alle proteine del latte vaccino o in caso di patologie a livello intestinale. Si trova infine anche il latte antirigurgito addizionato di sostanze che migliorano il problema del vomito.
Per la preparazione bisogna rispettare alcune piccole norme igieniche: mani pulite così come gli abiti indossati e precisione nelle dosi, sia che si tratti di latte in polvere, sia quello liquido. Per il latte in polvere è bene utilizzare acqua oligominerale non gassata, con un modesto contenuto di sali minerali per non alterare le proprietà del latte artificiale; se si volesse utilizzare l’acqua del rubinetto bisognerebbe farla bollire e poi lasciarla raffreddare.
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