sabato 25 giugno 2016

IL PIRLO



Il pirlo è una bevanda alcolica, solitamente consumata come aperitivo, di origine e consumo bresciano.

È a base di vino bianco fermo e Campari . La moda dell'happy hour ha introdotto anche l'uso dell'Aperol (molto meno alcolico e complesso) in luogo del Campari. Viene servito in un bicchiere con stelo alto dalla forma tipica a palloncino.

È il tipico e tradizionale aperitivo di Brescia, simile allo spritz Veneto.

Sull'origine del pirlo ci sono due ipotesi derivanti da tradizioni orali da parte dei bresciani:

secondo la prima ipotesi il pirlo sarebbe già esistito prima dell'avvento degli ingredienti attuali (Campari o Aperol), e veniva miscelato usando vino bianco con aggiunta di vermut come affermano anziani frequentatori di osterie bresciane del centro storico di Brescia e veniva chiamato bianco sporco;
secondo un'altra ipotesi il pirlo comparirebbe nel bresciano dopo la seconda guerra mondiale. Infatti il noto aperitivo locale non poteva venire alla luce, né tanto meno essere servito, se non grazie alla diffusione, da prima in Italia poi all'estero, del Campari e dell'Aperol.
Oggi il pirlo viene servito praticamente in tutti i locali bresciani con Campari o Aperol. Da notare che, per essere aderenti alla tradizione bresciana, non si dovrebbe assolutamente utilizzare prosecco (che ovviamente non esisteva in provincia di Brescia negli anni Cinquanta e il cui utilizzo attuale costituisce la differenza più rilevante tra pirlo bresciano e spritz veneto) ma vino bianco fermo.

Anche la fettina di arancia e il ghiaccio sono aggiunte "modaiole" che di certo non appartengono alla tradizione "antica" di Brescia (invece, la scorzetta di limone apparteneva alla regola). Inoltre, nel passato, le osterie bresciane servivano il pirlo in bicchieri molto diversi da quelli attuali, di vetro spesso e di ridotte dimensioni, a forma di tulipano con piccolo stelo oppure, più semplicemente, il classico tumbler da bar.

Sebbene il vino bianco frizzante e/o il seltz sono diventati nel tempo ingredienti "classici", c'è da dire che nella tradizione bresciana (e per ovvi motivi) si utilizzava invece vino bianco fermo e acqua minerale gassata per avere un po' di frizzantezza. Questa è stata la ricetta almeno fino a tutti gli anni Settanta in provincia di Brescia (qualche bar "di lusso" del centro città si poteva permettere il seltz) e, in molte osterie dei piccoli paesi bresciani, anche negli anni Ottanta.
Il pirlo è nato ed è stato per molto tempo a base di vino bianco fermo, successivamente (anni '70) ravvivato da acqua gassata (o seltz nei bar bresciani di lusso). Successivamente, fece la comparsa il vino bianco frizzante. Attualmente, vi sono due "scuole" sulla preparazione (a parte il liquore che è sempre aperol o campari a seconda della richiesta dell'avventore):

1) tradizionalista (ovvero vino tranquillo + acqua gassata);
2) modernista (vino frizzante, a volte ulteriormente ravvivato da seltz).
In tempi recenti, dato l'enorme successo e diffusione a livello nazionale del prosecco, specie la tipologia spumante, si sta diffondendo anche a Brescia l'utilizzo di questo vino, al posto della ricetta tradizionale. In questi casi, però, non si dovrebbe parlare rigorosamente di pirlo ma di spritz. Questa fa derivare un'ulteriore terza variante ovvero non vino frizzante (con o senza aggiunta di seltz) ma spumante (prosecco o altro, possibilmente extradry).



Quando il colore del pirlo è arancione significa che è un "pirlo Aperol", mentre quanto è rosso significa che è un "pirlo Campari".

L'etimologia del nome dell'aperitivo bresciano è alquanto incerta. Secondo una certa aneddotica che rimanderebbe a tradizioni orali, il nome pirlo potrebbe derivare dal particolare movimento circolare che il liquore fa dopo la sua caduta nel vino. Nel dialetto bresciano infatti si usa dire ho fatto un pirlo a testimonianza di una caduta non traumatica per terra. Il liquore versato, cadendo nel bicchiere, ricorda un pirlo (una caduta) andando verso il basso e tornando poi verso l'alto.

Il pirlone non è altro che un pirlo "doppio", spesso servito in bicchieri di dimensioni generose. Il pirlone, come variante, si è diffuso a Brescia solo di recente (all'incirca nei primi anni del 2000) quando si è cominciato, nei bar di "tendenza" a servire stuzzichini in grande quantità e varietà che, in pratica, sostituiscono abbondantemente un pasto completo. Per ciò era necessario, per molti, richiedere 2 pirli e anche più. Nacque così il pirlone.

La degustazione del pirlo avviene normalmente la sera, prima di cena.

Il pirlo ormai è diventato un immancabile componente delle serate bresciane trascorse in compagnia, soprattutto con l’arrivo della bella stagione.

Il Pirlo può essere accompagnato da innumerevoli tipi di stuzzichini che prolungano a tempo indeterminato la durata dell’aperitivo. Proprio questa peculiarità inimitabile lo distingue dal cugino veneto “spritz”. È quindi un momento gastronomico importantissimo per i bresciani che spesso lo apprezzano al punto da prolungarlo fin dopo l’ora di cena, comunque ottimamente sostituita dai buffet o dalle portate degli osti di Brescia. Inutile citare l’infinità di stuzzichini che possono affiancare l’amabile bevanda a base di prosecco (preferibilmente franciacortino) che, appunto, può essere accompagnato da qualsiasi gusto: dalla delicatezza di fresche verdure in pinzimonio, alla caliente intensità dei nachos con salsa piccante, dalla classicissima dolcezza dei formaggi lombardi all’ammiccante gusto di salumi e affettati di qualsiasi tipo.

Dal punto di vista nutrizionale bisogna prestare particolare attenzione a questa pratica che si sta trasformando in una vera e propri consuetudine, soprattutto tra i giovani. L’errore principale è quello di non considerare questi aperitivi come dei pasti a tutti gli effetti. Gli stuzzichini uniti agli zuccheri dei cocktail e dell’alcool forniscono un apporto calorico non irrilevante che sostituisce, e talvolta eccede, quello di una cena.

Ci sono alcuni piccoli accorgimenti da tenere in considerazione per non avvertire gli effetti negativi di questo rito divertente: ricordare che le pietanze più gustose sono sempre le più caloriche, imparare a riempirsi subito con verdure crude, grigliate o sottaceto, conteggiare anche le calorie delle bevande, evitare patatine e noccioline, che oltre ad un elevato apporto calorico contengono anche molto sale.

Quando proprio è impossibile resistere e ci si accorge di avere esagerato, è possibile rimediare restando leggeri il giorno seguente: mangiare molta frutta e verdura aiuta a compensare la disidratazione provocata dall’alcool e a non aggiungere ulteriori calorie, riuscendo comunque a saziare.



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