giovedì 17 settembre 2015

Andiamo al FAST FOOD? No Grazie!!!!!



Una tenera mamma che allatta, ma il bebè sembra succhiare non il seno quanto un enorme hamburger imbottito di formaggio a più strati o altri cibi "fast food". Il manifesto choc fa parte di una campagna brasiliana che punta a mettere in guarda le mamme sui pericoli per i propri figli rappresentati da una dieta non salutare. E se lo slogan è chiaro - "Tuo figlio mangia ciò che mangi tu" - le immagini sono forti.
La campagna è stata studiata per la Pediatric Society of Rio Grande brasiliana, e realizzata dalla agenzia Paim, proprio per ricordare alle neomamme che possono danneggiare la salute del proprio bambino scegliendo una dieta povera di nutrienti o ricca di sostanze nocive.

I rischi per il feto. «Se la madre si nutre male e aumenta anche di peso - spiega Claudio Giorlandino, ginecologo, segretario generale Sidip, Italian College of Fetal Maternal Medicine - il suo comportamento alimentare può predisporre il feto a un dismetabolismo, ossia all'alterazione del metabolismo. E una tipica malattia del dismetabolismo è il diabete. C’è da dire che da noi le donne in gravidanza sono più attente alla dieta. Tra l’altro si tratta di una dieta mediterranea».
Ma la gravidanza, evidenzia, «non è una malattia e deve essere vissuta con estrema serenità. Se stravolgere le proprie abitudini in vista di una possibile gravidanza è controindicato, perché può provocare eccessivo stress, adottare alcuni comportamenti può essere di grande aiuto. Non solo per il concepimento, ma anche per migliorare il proprio stato di salute. L'alimentazione è importantissima. Un regime corretto riduce il rischio di malattie croniche, anche gravi, a carico del nascituro, quali diabete, obesità, patologie cardiovascolari, tumori e malattie mentali».

C'è poco da dire, il cibo da fast food fa male alla salute. Non parliamo soltanto dei danni che produce alle nostre arterie o al peso in eccesso che fa accumulare, infatti dietro un appetitoso hot-dog può nascondersi la depressione.
Quindi in gioco c'è anche la salute psichica. È quello che emerge da uno studio eseguito dai ricercatori spagnoli delle Università di Las Palmas e di Granada. La ricerca, pubblicata su Public Health Nutrition, riferisce che assecondare il proprio desiderio consumando questo tipo di alimenti aumenta fino al 51% il rischio di una depressione.
Lo studio ha coinvolto per circa sei mesi di osservazione 8.964 persone e ha cercato di far luce sulla relazione esistente tra stile alimentare, tipo di alimentazione e salute psichica.
A finire sul banco degli accusati non ci sono soltanto patatine fritte, hamburger e hot-dogs ma anche tutti quei prodotti da forno come ad esempio le merendine preconfezionate di produzione industriale.
Lo studio spagnolo di fatto conferma i risultati di un'altra ricerca pubblicata sulla rivista PloS che aveva rappresentato intorno al 40% il maggior rischio di depressione.
Quindi l'effetto sulla salute psichica prodotto dai cosiddetti cibi spazzatura viene confermato. E sembra evidente l'esistenza di una relazione del tipo dose-risposta, cioè che più si consumano alimenti fast-food e maggiore è il rischio.
Nel loro lavoro i ricercatori hanno anche tracciato un profilo di chi maggiormente privilegia il consumo del cibo fast-food. Secondo gli studiosi quello ad essere più sedotto da un bell'hamburger pieno di grassi insaturi è single, non fa attività fisica, mangia poca verdura, frutta o pesce.



I bambini e i giovani che mangiano nei fast food più volte alla settimana, soffrono con maggiore frequenza di asma grave, raffreddore da fieno ed eczemi. A questo risultato è giunto uno studio internazionale coordinato da un team di ricercatori dell'Università dell'Auckland in Nuova Zelanda.

Gli scienziati hanno analizzato i dati di circa 180.000 bambini di età compresa tra i sei e i setti anni e di circa 320.000 giovani di età compresa tra i 13 e i 14 anni. I giovani soggetti sottoposti al test e i loro genitori hanno fornito indicazioni sulla frequenza con la quale si erano presentati determinati sintomi per malattie come l'asma, il raffreddore da fieno e gli eczemi nei dodici mesi precedenti. Il sintomo preso in considerazione per l'asma era una respirazione da difficile ad affannosa, per il raffreddore da fieno (rinocongiuntivite allergica) la rinorrea, l'ostruzione nasale nonché la lacrimazione e il prurito agli occhi, e per gli eczemi le eruzioni cutanee pruriginose. Si doveva anche stimare quanto tali disturbi rendessero difficile la vita quotidiana e il sonno. Ai partecipanti sono state anche poste domande sulle loro abitudini alimentari settimanali.

Un consumo di prodotti fast food per tre o più volte alla settimana, aumentava il rischio di asma grave del 39% nei giovani e del 27% nei bambini. Cresceva anche la probabilità di soffrire di eritemi pruriginosi e raffreddore da fieno grave, indipendentemente dal sesso e dalla situazione economica dei soggetti sottoposti al test. Il consumo di frutta, al contrario, aveva un effetto positivo: se la frutta era presente nel menù per almeno tre volte la settimana, si riduceva la gravità dei sintomi asmatici dell'11 per cento sui giovani e del 14 per cento sui bambini. Un maggiore consumo di verdura aveva sui bambini almeno un effetto profilattico.
La relazione tra un elevato consumo di fast food e la comparsa delle malattie era superiore nei giovani rispetto ai bambini. Questo dipende probabilmente dal fatto che i teenager sono più liberi e indipendenti nella scelta degli alimenti che vogliono consumare. Secondo gli scienziati, gli effetti negativi sono dovuti agli acidi grassi saturi e trans contenuti negli hamburger, nelle patatine & co., che incidono negativamente sul sistema immunitario. La frutta al contrario è ricca di antiossidanti e altre sostanze preziose. Sono comunque necessarie ulteriori ricerche per consolidare i risultati ottenuti.

Il fast food, in italiano cibo veloce, è un tipo di distribuzione alimentare nato nei paesi anglosassoni, che a partire dagli anni '80 si è diffuso rapidamente in quasi tutto il mondo; fast food è un metodo di ristorazione collettiva (fisso o mobile) incentrato sulla produzione e somministrazione VELOCE di alimenti ECONOMICI, dal costo SOSTENIBILE per la popolazione media.
Il basso valore nutritivo degli alimenti distribuiti nei fast food, associato ad una strategia commerciale incentrata sull'ottimizzazione del profitto, compromette significativamente la salubrità del pasto, esponendo i consumatori a rischi di notevole importanza.
Anche le bibite gassate e/o dolci e la birra sono da considerare cibi spazzatura o junk food.

I rischi dei fast food legati ai "cibi spazzatura - junk foods" sono numerosi. Quel che è certo, è che tutte le forme di fast food NON possiedono un bilancio nutrizionale idoneo; quest'affermazione potrebbe essere ribattuta affermando che l'idoneità di ogni alimento nella dieta deve essere valutato in base alla contestualizzazione GIORNALIERA dei pasti. Tuttavia, osservando accuratamente tutti i prodotti dei fast food, è abbastanza lampante che ognuno di essi possiede una o più caratteristiche negative quali:
Densità energetica elevata
Basso quantitativo di acqua (bibite a parte), pochi sali minerali e vitamine tipici degli ortaggi freschi
Apporto notevole di: grassi saturi, idrogenati e colesterolo; ma anche di saccarosio e/o dolcificanti, e alcol
Basso quantitativo di fibra alimentare
Alta razione di cloruro di sodio
Scarsa concentrazione di grassi essenziali.
I rischi dell'alimentarsi frequentemente con fast food sono legati all'incremento del peso (massa adiposa), alla potenziale alterazione del metabolismo lipidico (ipercolesterolemia ed ipertrigliceridemia), glucidico (iperglicemia e diabete) e pressorio ematico (preipertensione e ipertensione), ed alla carenza in vitamine, sali minerali e fibra alimentare tipici degli ortaggi e della frutta freschi.



I rischi dei fast food provocati dall'elevata concentrazione di molecole tossiche riguardano soprattutto la contaminazione da:
Idrocarburi policiclici aromatici e relativi EPOSSIDI (metaboliti epatici)
Acroleina e formaldeide
Acrilamide
Gli idrocarburi policiclici aromatici derivano dalla carbonizzazione dei grassi e delle proteine alimentari; sono pericolosi per la salute umana perché aumentano i rischi di mutazione cellulare del DNA provocando CANCEROGENESI soprattutto ai tessuti esofagei, gastrici, intestinali ed epatici.
L'acroleina e la formaldeide invece vengono liberati SOLO dalla combustione del glicerolo presente nei grassi: essendo sostanze volatili aumentano significativamente i rischi di: irritazione delle muscose oculari e nasali, tumori esofagei e probabilmente leucocemie.
L'acrilamide viene liberata dalla carbonizzazione dei carboidrati e anch'essa favorisce i rischi di cancerogenesi.
Queste molecole vengono liberate a causa di alcuni tipi di cottura quali: frittura, cottura alla piastra e cottura alla griglia, e sono presenti sia negli alimenti fast-food, sia nell'aria delle cucine e/o sale dei ristoranti arrecando danno sia all'operatore che al consumatore.
Si noti come tutti i cataboliti tossici sopra indicati, che aumentano sensibilmente i rischi di cancerogenesi, vengano racchiusi in un unico pasto a base di hamburger e patatine fritte; al contrario, i cibi poco bilanciati di origine italiana (piadine, panini con i salumi, pizza ecc.) NON incrementano significativamente i suddetti rischi.

Nei fast food esiste una buona possibilità di contrarre alcune malattie alimentari; in realtà sarebbe più corretto parlare sia di infezioni, sia di intossicazioni e tossinfezioni, poiché è possibile ammalarsi sia per i batteri (o virus) patogeni che per le loro tossine o per entrambi.
I rischi di contrarre queste malattie sono legati prevalentemente al consumo di cibi NON salubri, quindi contaminati (come la carne macinata), che oltretutto non raggiungono temperature di cottura sufficienti al centro dell'alimento.
A tal proposito, alcuni pensano (compresi gli alimentaristi poco competenti) che "una buona cottura" possa sterilizzare i cibi rendendoli innocui... nulla di più pericoloso! Ricordiamo che SOLO la carica batterica e le ESO-tossine PROTEICHE possono essere annientati dalla cottura, batteri Gram positivi (+), mentre i batteri Gram negativi (-) possiedono ENDO-tossine LIPIDICHE di membrana termoSTABILI capaci di originare intossicazioni alimentari ANCHE dopo la morte del batterio stesso! In definitiva, un alimento contaminato favorisce sempre i rischi di intossicazione alimentare e la politica commerciale dei fast food ("poca spesa e tanta resa!") può favorirne la distribuzione al pubblico ed il contagio.

Come se non bastasse, abituare le persone (soprattutto giovani e giovanissimi) ad alimentarsi presso i fast food, rappresenta un fattore DISeducativo che aumenta sensibilmente tutti rischi di cui sopra... soprattutto in presenza di abuso alimentare (sempre più frequente). I bambini si abituano ai sapori molto dolci, salati e "unti", consolidando pessime abitudini alimentari perseguite anche nell'alimentazione casalinga.







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