CREPES AL SALMONE
Ingredienti per 4 persone:
Per le crepes:
500 ml di latte
250 g di farina
3 uova
un pizzico di sale.
Per il ripieno:
400 g di robiola
1 confezione di salmone affumicato da 250 g
prezzemolo
Per decorare:
grana
besciamella
prezzemolo
Preparazione:
Preparare prima le crepes, mescolando tutti gli ingredienti e cuocendole in un piccolo padellino.
Amalgamare, quindi, bene la robiola con il salmone tagliato a striscioline e il prezzemolo. Spalmare il composto sulla metà di ogni crepes e ripiegare a ventaglio.
Mettere un po' di besciamella sul fondo di una pirofila, adagiarvi le crepes e ricoprire con la restante besciamella, il grana e ancora un pò di prezzemolo.
Mettere in forno fino a quando la besciamella si sarà un po' asciugata.
ORECCHIETTE SALSA DI RUCOLA E PROVOLONE PICCANTE
Ingredienti per 4 persone:
350 gr. di orecchiette
3 mazzetti di rucola
succo di mezzo limone
120 gr. di provolone piccante
Sale
Pepe
Olio extravergine d’oliva
1 spicchio d’aglio
Pomodori secchi a piacere
Preparazione:
Mentre attendete che l’acqua per la pasta sia pronta, preparate il condimento mondando la rucola e tagliandone i gambi troppo lunghi o meno teneri.
Una volta asciugata mettetene 3/4 in un tritatutto, con sale, pepe, olio d’oliva ed il succo di mezzo limone e frullate.
Otterrete così una salsina della quale potete regolare la densità a seconda dell’olio d’oliva che aggiungerete.
Quando avrete lessato le orecchiette potrete saltarle in pentola con un filo d’olio e lo spicchio d’aglio.
A questo punto potete aggiungere la vostra salsina di rucola, il provolone piccante che avrete tagliato a fiammiferini sottili con il tritatutto e la rucola rimasta.
Potete guarnire con qualche pomodoro secco tagliato a piccoli tocchetti.
Il piatto può essere consumato caldo e freddo ed a seconda dei propri gusti può essere variato il tipo di formaggio da abbinare alla rucola, ad esempio il gusto cambia totalmente se viene aggiunto pecorino romano, oppure caciottina affumicata o, perché no, il tradizionale parmigiano. A voi la scelta di sperimentare nuovi accostamenti anche con formaggi molli come ad esempio il caprino aggiunto a freddo mentre mescolate la salsina!
ORECCHIETTE ALLE CIME DI RAPA
Ingredienti:
1/2 Kg di cime di rapa
2 cucchiai di olio extravergine di oliva
2 spicchi d'aglio
1 filetto di acciuga sott'olio
peperoncino
160 g di pasta tipo orecchiette
pepe
Preparazione:
Pulire le cime di rapa selezionando soltanto i fiori e le foglie più tenere. Lavare abbondantemente sotto acqua fresca corrente, facendo molta attenzione a che non restino frammenti di terra. Sono, di solito, abbastanza sporche, un po' come gli spinaci.
In una capace padella mettere l'olio, l'aglio spellato e l'acciuga ben scolata, tamponata con carta da cucina e spezzettata. Accendere il fuoco e far dolcemente dorare l'aglio e l'acciuga. Spegnere ed unire il peperoncino spezzettato.
Portare a bollore l'acqua per la pasta, salarla e buttare le orecchiette. Puntare il timer a 5 minuti dalla fine della cottura, quindi buttare le cime di rapa. Portare a fine cottura, quindi scolare.
Accendere il fuoco sotto la padella con aglio, olio e peperoncino e mettervi la pasta.
Saltare la pasta a fiamma vivace nella padella del condimento per un paio di minuti, girando di frequente.
Servire immediatamente con un'abbondante grattugiata di pepe ed un filo d'olio a crudo.
TAGLIOLINI AL SALMONE
Ingredienti per 4 persone:
400 gr di tagliolini
100 gr di salmone affumicato
mezza cipolla
burro
1 confezione di panna da cucina
prezzemolo
Preparazione:
Lessare i tagliolini, nel mentre spezzettare il salmone di una confezione (circa 100 gr.), passire in padella poca cipolla (o scalogno o porro)con un pochino di burro e prezzemolo tritato, aggiungere il salmone, dare una scottata veloce, aggiungere la panna e saltare la pasta.
ORATA AL LIMONE
Ingredienti per 2 persone:
Orata 400 g
Limone 2
Qualche seme di finocchio
Un pizzico di paprica dolce
Vino bianco 1 bicchiere (125 ml)
Prezzemolo
Preparazione:
Lavate ed affettate i limoni a rondelle.
Disponete metà delle fettine di limoni sul fondo di una teglia leggermente unta.
Posatevi sopra il pesce intero, squamato, sventrato, leggermente salato ed aromatizzato dentro e fuori di paprica.
Cospargetelo con i semi di finocchio, il prezzemolo e copritelo con uno strato di fettine di limone.
Aggiungete il vino bianco.
Infornare a 200° C per 40 minuti circa.
INSALATA DI MARE
Ingredienti per 4 persone:
gamberi 300 gr
calamari 300 gr
totani 200 gr
cozze 400 gr
giardiniera 60 gr
limone 1
olio evo 40 ml
pepe qb
sale qb
prezzemolo qb
Preparazione:
Sgusciate i gamberi e cuoceteli al vapore insieme a totani e calamari per 15 minuti. Nel frattempo pulite le cozze e fatele aprire in una pentola con un po’ di acqua per 4 minuti. Prelevate i molluschi e metteteli in una ciotola.
Aggiungete il succo di limone, la giardiniera, gamberi, totani e calamari a pezzi e mescolate, condite con olio,prezzemolo, sale e pepe e fate insaporire una decina di minuti prima di servire.
GAMBERONI AL FORNO
Ingredienti:
1 kg di gamberoni
2 spicchi d'aglio
prezzemolo q.b.
aceto balsamico q.b.
2/3 pomodorini
olio evo q.b.
sale q.b.
pepe q.b.
Preparazione:
Lavate i gamberoni in acqua fredda. Prendete una teglia da forno e mettete sul fondo olio, sale, pepe, aglio e prezzemolo.
Sistematevi sopra i gamberoni e condite nuovamente con olio, sale, pepe, aglio, prezzemolo, pomodorini a pezzetti e aceto balsamico. Infornate per 15/20 minuti a 180°.
Serviteli caldi.
TORRONE BIANCO
Ingredienti per 1kg di torrone:
300gr nocciole
130gr pistacchi pelati
50gr mandorle pelate
230gr zucchero
100gr miele d'acacia
40gr albume
Fogli ostia
Preparazione:
Montare a neve gli albumi d'uovo, nel frattempo cuocere lo zucchero con 80gr d'acqua fino a 110°C* e portare il miele ad ebollizione. Quando i nostri albumi saranno a neve aggiungere lo zucchero (facendo andare le fruste e stando attenti a non scottarsi) e subito dopo il miele. E' importante aggiungerli subito appena raggiunte le temperature necessarie.
Continuare ad impastare per 40-45 minuti alla fine l'impasto dovrà essere bianco, lucido e consistente ma cremoso.
Mentre il nostro impasto si sta mescolando, dopo 35 minuti, scaldare in forno a 100° per 10 minuti la nostra frutta secca, coprendo però i pistacchi con le mandorle e le nocciole per evitare che si secchino.
Quando l'impasto di albume, zucchero e miele sarà pronto aggiungere la frutta secca calda, questo è importante per evitare che l'impasto si raffreddi troppo velocemente, mescolare bene con una spatola per amalgamare tutti gli ingredienti.
Foderare una pirofila con i fogli di ostia, quindi versare l'impasto e livellare cercando di eliminare i vuoti d'aria, coprire con dell'altra ostia e appoggiare sopra un peso che servirà per compattare bene.
Mettere il torrone in frigo a rassodare per alcune ore.
Ingredienti per 4 persone: 1 cotechino fresco (circa 600 grammi) 1 noce di burro 2 spicchi di aglio 1 carota 1 gambo di sedano 1 fetta di pancetta 1 fetta di prosciutto crudo 500 grammmi di lenticchie di Catelluccio di Norcia mezzo bicchiere di vino bianco 3 cucchiai di passata di pomodoro dado sale peperoncino Preparazione: Questo cotechino viene, semplicemente lessato. Bucherellare la pelle con un ago, immergere il cotechino in acqua fredda, portare ad ebollizione, abbassate la fiamma al minimo e fate sobbollire per circa tre ore. Procedere con la cottura delle lenticchie che avrete messo a bagno in acqua fredda almeno 12 ore prima della loro preparazione. In una pentola, soffriggere l'aglio, il sedano e la carota tritati molto finemente con una noce di burro. Aggiungere la fetta di pancetta e la fetta di prosciutto crudo tagliati a listarelle, aggiungete le lenticchie scolate, il peperoncino, mischiare bene il tutto per poi sfumare il tutto con il vino bianco. Una volta asciugato il vino, aggiungere la passata di pomodoro, far cuocere un paio di minuti e poi ricoprire per intero le lenticchie con acqua fredda. Cuocere per un paio di ore fino a quando le lenticchie saranno morbide, a metà cottura aggiungere un dado e aggiustare di sale. Servire il cotechino sul letto di lenticchie.
Dalle terre confiscate al boss Michele Zaza arriva
un prodotto che ha il gusto della società civile
CASERTA - Si chiamerà «La mozzarella della legalità» e sarà prodotta da novembre a Castel Volturno, in provincia di Caserta, in un caseificio nato nei beni confiscati al boss camorrista Michele Zaza.
Ad inaugurarlo, nell’ambito della tre giorni dedicata al sociale del Sud Italia, il presidente della Fondazione con il Sud Carlo Borgomeo assieme al presidente nazionale di Libera contro le Mafie Don Luigi Ciotti. La produzione della mozzarella affidata alla cooperativa «Le Terre di Don Peppe Diana», è stata intitolata al parroco assassinato 15 anni fa. Un progetto innovativo quello finanziato dalla Fondazione che prevede tra le altre cose l’utilizzo di tecnologie produttive innovative e fonti di energia rinnovabili. Due lunghi anni quelli necessari all’avvio di un progetto che vede protagonista tutta la società civile impegnata in primo piano nella lotta alla criminalità organizzata: rappresentanti delle istituzioni, delle scuole, delle associazioni di categorie, di volontariato e dei sindacati, con la collaborazione del Comitato Don Peppe Diana, Csv Caserta, Legacoop Campania, Erfes Campania, l’agenzia Cooperare con Libera Terra, Legambiente, la Confederazione italiana agricoltori e i comuni di Castel Volturno e Cancello Arnone (fonte Comunicare il Sociale).
Le mozzarelle
della legalità
Mozzarella di Bufala
Contro le mafie. Per la legalità e lo sviluppo. Il 19 marzo a Casal di Principe sarà dato il via al progetto La mozzarella della legalità, una "iniziativa esemplare" sostenuta dalla Fondazione per il Sud e realizzata da Libera, per l'utilizzo sociale e produttivo di terreni, masserie e allevamenti bufalini confiscati alla camorra.
Nelle terre di don Peppe Diana, il parroco assassinato dalla Camorra quindici anni fa, sui beni confiscati al clan dei Casalesi, sorgerà un'impresa sociale per la produzione della "mozzarella più buona del mondo", per il suo inconfondibile gusto ma soprattutto per il suo sapore di libertà e giustizia.
Il progetto prevede appunto la costituzione di una cooperativa sociale di tipo B, con l'inserimento lavorativo di persone in condizioni di svantaggio sociale, che dovrà gestire il piano d'impresa di una fattoria sociale con caseificio didattico, realizzato su diversi beni confiscati alla camorra nel casertano, per promuovere la tradizione e i mestieri legati alla filiera della mozzarella in chiave di sostenibilità ambientale.
Per la produzione della mozzarella saranno utilizzate tecnologie produttive innovative e fonti di energia rinnovabili, sole e biogas. Inoltre, la cooperativa promuoverà forme di turismo responsabile ed eventi didattici mirati, tra cui una mostra sui mestieri legati alla produzione della mozzarella di bufala e un Festival dell'impegno civile.
Il 19 marzo, in occasione del XV anniversario dell'assassinio di don Diana, sarà avviato il processo di costituzione della cooperativa dedicata all'impegno di don Peppe. Verrà realizzato un bando pubblico per la selezione dei soci fondatori candidati all'attività della costituenda cooperativa "Le terre di don Peppe Diana - Libera Terra", che entrerà da subito in rete con le altre cooperative del progetto Libera Terra.
Saranno presenti, oltre al Direttore della Fondazione per il Sud, Giorgio Righetti, il Presidente di Libera, don Ciotti e altri rappresentanti delle istituzioni e della società civile.
Il piano d'impresa prevede la realizzazione di una fattoria sociale sperimentale, al servizio dello sviluppo ecosostenibile del territorio, dove vengano utilizzate tecnologie produttive innovative. Una fattoria in grado di produrre energia da fonti rinnovabili (sole e biogas); fortemente attenta alla salubrità e qualità dei prodotti e del territorio ed alla formazione delle maestranze del comparto.
Perché il 19 marzo passerà ma le Terre di don Peppe Diana dovranno restare.
Puoi aiutare Libera a continuare il proprio lavoro nella realizzazione delle "Terre di Don Peppe Diana!
Manda subito un SMS al numero 48544 da qualsiasi gestore dal 9 al 30 marzo 2009 !!!
Così potrai donare 2 euro!
Nel
Salento è periodo di raccolta delle olive. Il Nostro olio anche se di
qualità extravergine non vine preso in considerazione dall'Europa eppure
persone di 70 anni salgono su alberi secolari per far cadere il
prodotto e portarlo ai frantoi. I frantoi pagano le olive come miseria,
imbottigliano il prodotto e lo rivendono. Il contadino fà la fame mentre
prima dell'Europa guadagnava, istruiva i figli.
IO voglio però farmi una fetta di pane realizzato con grani salentini e
cotto nel forno a legna accompagnato da pomodori cresciuti senza
fitofarmaci delle multinazionali spalleggiate dal potere con un filo di
olio di oliva extravergine salentino accompagnato da uno spunsale
(cipolla selvatica salentina) !
Riprendiamo l’antica pratica napoletana del “caffè sospeso”.
Si usava nei bar di Napoli, quando una persona era particolarmente
felice perché aveva qualcosa da festeggiare oppure perché aveva iniziato
bene la giornata, beveva un caffè e ne pagava due, per chi sarebbe
venuto dopo e non poteva pagarselo.
Era un caffè offerto ….. all’umanità. Di
tanto in tanto qualcuno si affacciava alla porta e chiedeva se c’era “un
caffè sospeso”…. e spesso riceveva in cambio anche un sorriso.
Siamo un gruppo di 7 festival
di cinema e cultura italiani che vuole offrire spazi culturali liberi,
articolati, come si può offrire un caffè ad uno sconosciuto, lavorando
in rete, distribuendo informazioni e testimonianze nei punti più remoti,
con uno spirito di solidarietà che ricorda quello del “caffè
sospeso”….. questa sarà la nostra rete !
Per una nuova declinazione del termine
“Festival”, per una unione di resistenze culturali che offra
informazione alternativa e buona politica, fuori dalle rotte, navigando
lungo un canale autonomo di diffusione del documentario e di
condivisione delle arti in genere (letteratura, musica, teatro), dando
vita a strumenti in grado di coinvolgere territori su temi di forte
contenuto sociale e nuove prassi ambientali, è nata….
Caffè Sospeso rete di festival, rassegne e associazioni culturali in mutuo soccorso
Questa rete è rivolta in particolare a
quegli eventi culturali che ritengono in questo momento centrali i temi
quali: L’incontro con l’Altro, l’accoglienza, immigrazione, le buone
pratiche, temi ambientali, i temi sociali, recupero della memoria
storica.
Si tratta di articolare un progetto che
si realizzi attraverso il mutuo sostegno di una miriade di
organizzazioni culturali sparse sul territorio nazionale, in grado di
costruire ponti di cooperazione internazionale e intercettare la domanda
di libertà, di autorganizzazione e di solidarietà delle comunità più
deboli, dalle minoranze metropolitane emarginate alle comunità rurali
minacciate dallo sfruttamento intensivo della terra e dell’acqua,
dall’umanità silenziosa e sofferente delle carceri e degli ospedali
psichiatrici alla marea di immigrati oppressi da nuove schiavitù
perfettamente legalizzate. Dalle fasce sociali più deboli a cui è stato
sottratto gradualmente ogni sostegno collettivo fino ai lavoratori
precari e agli studenti che rivendicano il diritto allo studio per
tutti.
Un progetto che sappia guardare anche
alla bellezza come forma di vita e relazione, alle tante storie piccole e
grandi positive che spesso rimangono invisibili ma che sono la prova
della possibilità di un reale cambiamento. Storie dove l’accoglienza
diventa ricchezza, dove il paesaggio rimane bellezza e bene comune.
Storie di uomini e donne che hanno condiviso idee e concretizzato
progetti, in difesa della Madre Terra, come valorizzazione di culture e
territori, o semplicemente come incontro fra persone.
I NOSTRI PRINCIPI
Ecco, in sintesi, i principi che vogliamo affermare:
1) Il documentario, è uno strumento
di dialogo, di confronto, insostituibile per accrescere la coscienza
civica. Incoraggiarne la produzione, lo studio e la ricerca, e
soprattutto lavorare perché queste opere possano “circuitare” nella
rete, sono gli scopi della rete del festival del caffè sospeso. Pur
riconoscendo come assoluti il valore e la forza espressiva del
documentario, i nostri festival potranno sostenere altre forme di
produzione culturale (opere teatrali, figurative, letterarie e
poetiche, musicali etc) che offriranno spunti di riflessione altrettanto
utili e adeguati alla sensibilizzazione del pubblico.
2) I festival e le manifestazioni,
rassegne, che aderiscono a questa iniziativa mettono in evidenza e
scelgono un comportamento sobrio, non tanto perché oggi la cultura si
trova penalizzata con tagli pesanti, ma perché è nello spirito
condiviso dalla rete un modello culturale che abolisca sprechi,
esibizionismi e clientele.
Ciò vuol dire che ci impegneremo a contenere le spese per
l’organizzazione degli eventi pubblici, sempre in modalità trasparenti,
agevolando la partecipazione alle associazioni culturali del
territorio, enfatizzando il lavoro volontario delle componenti locali.
Le poche risorse disponibili devono consentirci di spingerci oltre i
limiti del nostro territorio e sostenere contatti di rete lunga per
rendere possibili i collegamenti con altre simili iniziative nazionali e
internazionali, per evitare che il localismo e l’autoreferenzialità
delle associazioni locali possa soffocare le necessità di comunicazione
globale che la cultura della legalità e della solidarietà
primariamente richiedono.
3) I “festival del caffè sospeso”,
perfettamente coscienti che la distribuzione delle opere
cinematografiche e documentarie avviene in condizioni molto precarie e
spesso proibitive per il cittadino e che la rete può generare effetti
moltiplicativi e virtuosi, si impegnano a dar vita ad “iniziative
integrate”, cioè a cicli esemplari di formazione, produzione,
promozione e distribuzione di opere audiovisive ispirate alla creazione
di circuiti informativi stabili in cui potranno transitare opere, con
l’obiettivo di raggiungere il maggior numero di fruitori possibile.
Iniziative con associazioni di registi e produttori saranno tentate per
costruire canali distributivi originali a partire da condizioni di
diffusione agevolate.
4) I “festival del caffè sospeso”
adotteranno, ove possibile, la formula dello spazio autogestito, per
animare quartieri e comuni, incoraggiando l’autorganizzazione delle
associazioni e la presa in carico di aree urbane da parte di gruppi e
associazioni in grado di rappresentare i problemi della propria zona,
valorizzando la rappresentanza spontanea e la nascita di grumi di
produzione e fruizione culturale, utilizzando i festival come vetrina
del lavoro svolto con assiduità durante l’anno da tutte le persone
coinvolte in questi laboratori politici territoriali.
5) I “festival del caffè sospeso” si
aiuteranno mutuamente, impegnandosi a reperire risorse tecniche e
finanziarie che potranno essere distribuite nei nodi più deboli della
rete per garantire l’esistenza dei festival o manifestazioni minori o
per mettere in comune opportunità e opere disponibili, così da
sperimentare forme di sinergia, cooperazione e mutua assistenza invece
che di reciproca concorrenza.
6) I “festival del caffè sospeso” si
impegnano a promuovere ed estendere i principi fondanti della rete
incoraggiando l’adesione di altri festival locali e ricercando e
distribuendo documentari che trattino di temi con un forte impegno e
buone pratiche ambientali. L’obiettivo è quello di diffondere
massimamente le opere selezionate favorendone la fruizione presso il
pubblico dei giovani, degli studenti medi, delle università, attraverso
convenzioni con organizzazioni e istituzioni che ne sostengano la
divulgazione.
7) I “festival del caffè sospeso” si
impegneranno per inserire una sessione speciale in ognuna delle singole
manifestazioni promosse, in cui saranno ospitati film e testimoni
segnalati dagli altri festival, come segno di apertura ed amicizia
verso gli altri componenti della rete, facendosi carico della
ospitalità e delle spese di permanenza delle delegazioni ospiti e
assicurando spazi di promozione del lavoro comune.
8) I Festival, rassegne, si
impegneranno a promuovere, durante le rispettive manifestazioni, un
turismo ecosostenibile e “diffuso” capace di sostenere e valorizzare le
specificità culturali e storiche dei territori.
9) Quanto prima, la rete dei festival
del caffè sospeso, cercherà di costituirsi formalmente con un acronimo e
un logo che ne aiuti la diffusione dello spirito e degli obiettivi
attraverso il mondo dell’informazione e della cultura, dotandosi di
organismi elettivi di rappresentanza e di promozione e garantendo
trasparenza nella gestione delle manifestazioni.
10 DICEMBRE – GIORNATA DEL CAFFÈ SOSPESO
La “Rete del Caffè Sospeso” promuove il recupero di una antica usanza solidale, nei bar, nella cultura… nella vita
La “Rete del caffè Sospeso –
festival, rassegne e associazioni culturali in mutuo soccorso” invita i
bar ed i locali d’Italia a riprendere l’antica usanza napoletana che
consisteva nel lasciare un caffè ‘sospeso’ per chi non poteva
permetterselo… Una pratica che la Rete promuove anche nella cultura e
nella vita quotidiana www.caffesospeso.wordpress.com
A Napoli c’era in passato un’usanza molto curiosa: quella del “Caffè Sospeso”.
Chi era meno abbiente poteva trovare al bar un caffè in omaggio pagato
da un precedente avventore, che lo lasciava in ‘sospeso’ per persone
meno fortunate che non potevano permetterselo. Non si trattava di
elemosina ma di un atto di condivisione dei problemi, solidarietà e
comprensione.
La “Rete del Caffè Sospeso – festival, rassegne e associazioni culturali in mutuo soccorso”
è nata a Napoli il 14 novembre 2010 da 7 festival italiani che hanno
deciso di unire le forze e fare rete scambiandosi idee, progetti e
prodotti culturali per sopravvivere o addirittura crescere in questi
difficili tempi di crisi economica e tagli alla cultura.
In poco più di un anno di vita la Rete ha
creato significativi scambi e condivisioni fra i 7 festival, ha
ottenuto diverse nuove adesioni ed ha ora deciso di istituire, in
concomitanza con la Giornata Internazionale dei Diritti Umani, il 10 dicembre – Giornata del Caffè Sospeso,
iniziativa che si pone l’obiettivo di proporre la ripresa dell’antica
usanza partenopea in bar e locali d’Italia e di conseguire nuove
adesioni alla Rete attraverso la diffusione, nel settore della
promozione culturale e nella vita quotidiana in genere, della filosofia
solidale su cui si fonda.
Il 10 dicembre ogni festival e associazione della Rete organizzerà un evento; il programma è attualmente in via di definizione.
In www.caffesospeso.wordpress.com
è possibile trovare maggiori informazioni, curiosità e consultare la
lista di associazioni, festival e locali che hanno fino ad ora aderito
alla Rete.
La Rete è sostenuta anche dal Sindaco di Napoli Luigi De Magistris che
ha dichiarano di aderire ai principi e agli obiettivi di questa
associazione rendendosi disponibile a partecipare ad iniziative future.
Particolarmente significativo è stato l’avvio della pratica al Bar Royal Cafè di Lampedusa
nel periodo di maggior emergenza sbarchi, durante lo scorso inverno, in
cui numerosi giornalisti e lampedusani lasciavano un caffè sospeso ai
migranti che vagavano in cerca di un aiuto.
La Rete si proponedi
offrire spazi culturali liberi, come si può offrire un caffè ad uno
sconosciuto, lavorando in rete con uno spirito di solidarietà che
ricorda quello del “caffè sospeso”. Unire le forze per una nuova
declinazione del termine “Festival”, per un legame tra resistenze
culturali che offra informazione alternativa e buona politica, navigando
lungo un canale indipendente di diffusione del documentario e di
condivisione delle arti in genere, dando vita a strumenti in grado di
coinvolgere i territori su temi di forte contenuto sociale. Un progetto
che prevede il mutuo sostegno di varie organizzazioni culturali sparse
sul territorio nazionale, in grado di costruire ponti di cooperazione
internazionale e intercettare la domanda di libertà, di
autorganizzazione e di solidarietà delle comunità più deboli, dalle
minoranze metropolitane emarginate alle comunità rurali minacciate dallo
sfruttamento intensivo della terra e dell’acqua, dall’umanità
silenziosa e sofferente delle carceri e degli ospedali psichiatrici alla
marea di immigrati oppressi da nuove schiavitù, fino ai lavoratori
precari e agli studenti che rivendicano il diritto allo studio per
tutti.
500g di farina di grano duro
250 di semola 100g di strutto
1 limone
30g di zucchero
1kg di mandorle sgusciate
500g di miele o saba
Granella colorata
.
.
PREPARAZIONE:
Lasciare le mandorle in ammollo in acqua calda per qualche ora a secondo di quanto sono secche, come vedete che la buccia si stacca pelatele tutte, asciugarle e tostarle leggermente in forno, senza che prendano colore, quando saranno fredde pestatele in un mortaio riducendole in poltiglia, per assorbire l’olio che fuoriesce è consigliabile aiutarsi con qualche cucchiaiata di semola che assorbe l’unto 10% di semola rispetto alle mandorle, ponete il miele o la saba in una casseruola aggiungete la scorza di limone le mandorle mescolate a fuoco basso, se vedete che l’impasto resta troppo secco aggiungete miele o saba. Quando il composto si stacca dalle pareti spegnete e lasciate raffreddare.
Mischiate la farina alla semola rimasta e aggiungendo l’acqua necessaria impastare e lavorate bene, quando la pasta e bella liscia e cominciano a formarsi nella superficie delle piccole bolle incorporare lo strutto, formare con la pasta una palla avvolgerla nella pellicola da cucina e lasciarla in frigo un’oretta, trascorso questo tempo dividere la pasta in 4 pezzi, in modo che una parte si spiana il resto aspetta al fresco.
Per spianarla potete usare il mattarello o la macchina della pasta, l’importante è non scaldare la pasta e rendere la sfoglia più sottile possibile, da zona a zona il formato delle tilicche varia, nel Montiferru si usa farle lunghe il più possibile, piegandole a zig zag accostati con le spire vicina una all’altra. Nel Nuorese invece si usa porzionarle in pezzi da 10/15 centimetri e formare dei motivi a cuore o spirali o altre figure a seconda della fantasia.
Il procedimento è sempre uguale, dalla sfoglia con la rotella dentata, si tagliano delle lasagne larghe 3 centimetri, al centro della sfoglia si mette una striscia di ripieno dello spessore - di una sigaretta, (volendo se la consistenza lo permette potete aiutarvi con un sacco da pasticcere, se invece il ripieno e solido potete formare dei grissini sulla spianatoia infarinata) si accostano i lembi della pasta lasciandoli aperti come una U, si dà la forma voluta, si allineano in una teglia protetta dalla carta da forno, e si passano in forno caldo a 160 C° sino che la pasta è bella asciutta, deve solo asciugare non cuocere e assolutamente non deve prendere colore, come le tirate fuori dal forno col ripieno ancora caldo, spruzzatele con granella colorata, spostatele nel vassoio o nella scatola dove vanno conservate, solo quando sono completamente fredde, in quanto da caldo sono molto fragili, in scatole chiuse si conservano a lungo.
INGREDIENTI:
2 fette di lardo spesse 1/2 cm
1 kg di manzo(scamone, fesa, polpa di spalla)
1 cucchiaiata di farina
3 cucchiai di olio extravergine
40 g di burro
1/2 cucchiaio di rosmarino tritato
3-4 foglie di salvia tritate
1 spicchio d'aglio tritato
1 cucchiaio di prezzemolo tritato
1 cipolla media tritata grossolanamente
1 carota media tritata
1 costa di sedano tagilato a fette
2 foglie di alloro
2 chiodi di garofano
noce moscata
1 bottiglia di Barolo
sale e pepe
----------
Preparazione:
1 Tagliate il lardo a listarelle lunghe e strette e con queste, usando
l'apposito attrezzo, steccate la carne. Salatela, pepatela, infarinatela
e, in una casseruola capiente, fatela rosolare bene in olio e burro già
caldi. Quando sarà pronta, dopo circa 10 minuti, toglietela e mettetela
da parte.
2 Ponete nella casseruola il rosmarino, la salvia, l'aglio, il
prezzemolo, la cipolla, la carota e il sedano e lasciateli soffriggere
dolcemente per cinque minuti, quindi aggiungete la carne, le foglie
d'alloro, i chiodi di garofano, una grattatina di noce moscata, poi
bagnate con due o tre cucchiai d'acqua bollente e, dopo un minuto, con
un bicchiere di Barolo. Abbassate la fiamma e coprite.
3 Dopo circa 40 minuti, quando il liquido si sarà in buona parte
ridotto, aggiungete il vino avanzato e fate cuocere a tegame coperto per
tre ore, girando il brasato di tanto in tanto. La carne, saggiata con
uno spiedino, dovrà risultare tenerissima.
4 A cottura ultimata eliminate le foglie d'alloro e passate al setaccio
(o al mixer) il fondo di cottura, dopo averlo assaggiato per controllare
il sale. Affettate il brasato, disponetelo sul piatto da portata già
caldo e versate la salsina ottenuta sulle fette di carne.
Simbolo di amore ardente, di ricchezza e fertilità, di giustizia ed equilibrio, il melograno sin dall'antichità è stato considerato il tesoro tra i frutti.
I Babilonesi masticavano i semi prima della battaglia, ritenendo che li avrebbe resi invincibili, e gli antichi Egizi si facevano sepellire sotto montagne di bacche.
Il rosso dei fiori del melograno nella florigrafia, esprime volontà, determinazione, risolutezza, maturità. Se usati come decotto conferiscono importanti proprietà astringenti.
I semi contenuti nella grande bacca sono polposi, dal gusto delicato e gradevole, ricco di pregiati componenti bioattivi che hanno spinto già dai tempi di Ippocrate, gli studiosi a ricercare le molecole responsabili di tante virtù.
Non tanto il frutto, quanto il suo succo, si è dimostrato, agli occhi dei ricercatori, una vero toccasana per prevenire e curare diversi disturbi patologici.
Gli studiosi hanno evidenziato che un bicchiere al giorno di succo di melograno toglie il medico di torno: il suo succo può contenere fino a tre volte gli antiossidanti presenti nel tè verde o nel vino rosso.
I 10 benefici del melograno
Riduce il rischio di cancro al seno: studi in Israele hanno dimostrato che il succo di melograno inibisce e distrugge le cellule cancerogene del seno, lasciando solo le cellule sane;
Previene il cancro del polmone: studi su topi dimostrano che il succo di melograno può inibire lo sviluppo di cancro ai polmoni.
Rallenta il cancro alla prostata: studi su topi dimostrano che se alimentati con succo di melograno, questi manifestano un rallentamento del cancro alla prostata. In uno studio su 50 uomini che avevano consumato regolarmente un bicchiere di succo di melograno al giorno, i livelli di PSA si sono mantenuti stabili, riducendo la necessità di ulteriori trattamenti come la chemioterapia o la terapia ormonale.
L'attività protettiva nei confronti delle patolgoie cancerogene è da attribuire all'elevato contenuti di flavonoidi, potenti antiossidanti che combattono i radicali liberi - molecole instabili che possono danneggiare il DNA e le membrane cellulari, da cui può scaturire un processo cancerogeno.
Protegge il cervello neonatale: gli studi dimostrano che il consumo di succo di melograno è capace di proteggere un bambino dal disturbo che colpisce il tubo neurale.
Previene l'artrosi: diversi studi indicano che il succo di melograno può impedire il deterioramento della cartilagine.
Protegge le arterie: il succo ha una azione protettiva nei confronti del cuore; uno studio pubblicato nei Proceedings of the National Academy of Sciences suggerisce che il succo di melograno combatte l'indurimento delle arterie e le malattie connesse, come infarti e ictus.
Abbassa i livelli di colesterolo: riduce il livello delle LDL (colesterolo cattivo) e aumenta quello delle HDL (colesterolo buono).
Abbassa la pressione sanguigna: uno studio ha dimostrato che bevendo 50 ml di succo di melograno al giorno è possibile abbassare del 5% la pressione arteriosa sistolica.
Previene la malattia di Alzheimer: in uno studio, i topi allevati per sviluppare la malattia di Alzheimer sono stati alimentati con succo di melograno. I risultati sono stati sorprendenti: i topi hanno ridotto o ritardato la manifestazione della patologia, rispetto al controllo che aveva invece, seguito una normale dieta.
Riduce i problemi di disfunzione erettile: secondo uno studio pilota pubblicato sull'International Journal of Impotence Research, il succo di melograno ha effetti benefici sulla disfunzione erettile, un disturbo che colpisce 1 su 10 uomini in tutto il mondo e da 10 a 30 milioni di uomini solo negli Stati Uniti. La disfunzione erettile può essere causata da diversi fattori: pressione arteriosa alta, malattie cardiache, diabete, danni neurologici, squilibri endocrini o depressione. Bere quotidianamente il succo di succo di melograno al giorno, può aiutare a ridurre questo disturbo.
Quanto succo di melograno consumare?
In letteratura è possibile rinvenire che la dose consigliata è di un bicchiere da 250 ml; capace di fornire circa il 50% della dose giornaliera raccomandata (RDA) per un adulto, di vitamine A, C ed E e il 13% RDA di potassio.
Ne è assolutamente consigliato un consumo a tutte le donne che vogliono preparare una gravidanza: il succo di melograno apporta fino al 100% della RDA di acido folico, il cui ruolo è fondamentale per prevenire patologie gravi nel bambino (disturbo del tubo neurale e la spina bifida).
Non è tutto ora quello che luccica!
Mi raccomando non esagerare... un bicchiere di succo di melograno contiene tanto zucchero quanto ne contiene una bibita analcolica (Allegato), e quasi quanto due porzioni di cereali per la colazione. Sconsigliato il consumo, per via dell'elevato grado zuccherino ai diabetici e a chi segue diete ipocaloriche.
Per quanto riguarda il frutto: la parte edibile è praticamente inseparabile dal seme, perciò ne è consigliatoun consumo moderato ai soggetti che soffrono di diarree frequenti.
Composizione chimica per 100g di frutto
Acqua 80,5 g
Proteine 0,5 g
Lipidi 0,2 g
Glucidi 15,9 g
Kcal 63
Ricco di Vitamine A, C, B1, B2, E e PP; sali minerali fosforo, ferro e potassio.
Come preparare un succo di melograno?
In Italia non è un prodotto molto diffuso, nonostante sia frequente trovare piante di melograno a scopo ornamentale anche in città.
E' possibile trovare la bevanda in commercio, ma i prezzi sono esorbitanti (1L costa circa 16 euro) e non alla portata di tutti, magari si può comprarlo fuori stagione qualche volta.
Un modo per risparmiare e garantirsi tutti i benefici della bevanda c'è: basta prepararselo a casa, e questo è il periodo giusto. Il melograno è un frutto autunnale, matura in questi giorni per cui vi sarà facile trovarlo al mercato quanto al market, non essendocene tantissima di frutta in questa stagione.
Una volta portati a casa i melograni, lavateli accuratamente e spremeteli con un normale spremiagrumi. La bevanda magica è pronta.
Accanto alle favolose ed indiscusse proprietà benefiche e salutari della frutta fresca e di stagione, cerchiamo di non sottovalutare le altrettante qualità della frutta a “guscio”, tra l'altra notevolmente rivalutata, negli ultimi anni, dalla ricerca scientifica.
Fonte inestimabile di energia, di proprietà antiossidanti e di vitamine A, B ed E e di grassi polinsaturi, la frutta secca si è guadagnata un posto di tutto rispetto sulla tavola degli italiani.
Le nocciole per esempio, sono una ricchissima fonte di vitamina A e apportano bellezza e lucentezza alla pelle e agli occhi;
Le mandorle ricche di fibre e di sali minerali, quali ferro, calcio, zinco e manganese aiutano a combattere la fastidiosa stitichezza, e sono un toccasana in caso di ansia, stanchezza ed insonnia;
I pinoli sono un'ottima fonte di proteine e possono essere l’alternativa a chi mangia poca carne e pesce, ideali se usati se arricchire piatti a base di verdure e pane tostato;
Le arachidi e i fichi secchi sono abbastanza 'energetici' perché ricchi di carboidrati e ne consiglio un adeguato consumo agli sportivi prima dell'attività fisica o da integrare nell'alimentazione del bambino, nello spuntino di mezza mattina, ad un frutto fresco, sostituendo definitivamente il classico panino con salame o mortadella.
I pistacchi sono ricchi di ferro e potassio e fortemente consigliati a soggetti che soffrono di anemia o di ritenzione idrica, e non solo. Da studi americani è emerso che ha una azione cardioprotettiva in soggetti con ipertensione normale ed ipercolesterolemia, ricco di polifenoli ha una interessante attività antiossidante, e in un modello sperimentale ha mostrato inoltre, una azione antibatterica, antifungina ed antinfiammatoria.
In ultima analisi, ma non meno importante, è il consumo delle delle prugne ricche di potassio e, diversi studi anno dimostrato come, il suo regolare consumo sia capace di mantenere un buon livello di pressione artesiosa e, di garantire una buona salute delle ossa perché riduce l'eliminazione del calcio urinario.
Ben noti sono, grazie all'elevato contenuto in fibra, le proprietà di regolazione intestinale delle prugne: oltre a ridurre il tempo di transito delle feci, riducono notevolmente il rischio di tumore del colon ed emorroidi.
Negli ultimi anni, studi sono stati condotti per valutare i benefici che possono apportare il consumo, moderato, di noci e noci pecan, fonte inestimabile di grassi polinsaturi precursori di omega 3. Una ricerca condotta dal Medical College of Georgia, (Augusta) ha evidenziato che le noci pecan sono fondamentali per prevenire problemi di cuore e malattie cardiovascolari, riducendo il tasso di trigliceridi e di colesterolo nel sangue. Il loro contenuto in fibra favorisce il transito intestinale e previene il cancro del colon. E’ stato dimostrato che la presenza della frutta secca ed in particolare delle noci nella dieta alimentare (su un campione di donne e uomini afro-americani con alto tasso di mortalità causata dall’incidenza delle malattie cardiocircolatorie) riduce del 30-50% tale disturbo.
Tuttavia, credo sia fondamentale precisare che non tutti possono godere dei benefici della frutta secca. Soggetti che manifestano disturbi renali, soggetti che seguono regimi dietetici ipocalorici e diabetici, dovrebbero ridurre o addirittura evitare il consumo di questa frutta. Così anche chi soffre del morbo di Crohn o di rettocolite ulcerosa che deve ridurre il consumo di fibra.
Quanto consumarne?
Consiglio di assumerne 30-35 grammi (noci, nocciole o mandorle) fino a 5 volte a settimana (spuntino ideale da consumare in palestra, in ufficio, a metà mattina o pomeriggio) tenendo presente che circa 100 g di frutta secca apportano pressocché 600 calorie. Ridurre l'assunzione a 20 g per la restante frutta (fichi, uva secca, prugne...).
Da evitare il suo consumo dopo i pasti, specie se abbondanti: apportereste al vostro organismo molte calorie.... e tenetevelo bene a mente anche, e soprattutto, durante le festività natalizie!
Un suggermento:
Provate ad aggiungere la frutta secca all’insalata mista (noci) o alla macedonia (ideali i pinoli e le mandorle) o nei dolci casalinghi (bene per nocciole e pistacchi), renderete i vostri piatti non solo appetitosi, ma anche più completi dal punto di vista nutrizionale.
Siamo in autunno ormai inoltrato, le temperature si abbassano progressivamente e i colori caldi della stagione si apprezzano meglio davanti ad un caminetto acceso, magari con qualche castagna sul fuoco, frutto prezioso per la salute e il buonumore. I modi per cuocere le castagne sono vari: possono essere arrostite sul fuoco con una padella bucata, abbrustolite in forno, lessate con tutte e due le bucce, oppure cotte lasciando soltanto la prima pellicola che le avvolge.
Metodi di cottura
1) Arrostite sul fuoco
Questo è probabilmente il modo più diffuso e conosciuto per cucinare le castagne. Basta inciderle una ad una, con un coltello, praticando un taglio della larghezza di 1-2 cm, e metterle in una padella bucata sul fuoco vivo per qualche minuto, avendo cura di girarle una ad una molto spesso per uniformare la cottura.
Una volta ben cotte e abbrustolite, non resta che metterle in una busta di carta (ad esempio quella per il pane) e lasciarle freddare per una decina di minuti.
A questo punto dovete solo sbucciarle e gustarle ancora calde!
2) Arrostite al forno
Dopo averle incise con un coltello, praticando un taglio di 1-2 cm, mettetele in una teglia e infilatela al forno per una ventina di minuti alla temperatura di 220 gradi. Anche qui è opportuno girarle spesso per garantire un cottura uniforme.
A cottura ultimata, versatele in una busta del pane e attendete una decina di minuti prima di sbucciarle e mangiarle!
3) Lessate con entrambe le bucce
Fate cuocere le castagne in acqua bollente per circa 20-30 minuti, sbucciatele una ad una avendo cura di lasciare nell'acqua calda quelle ancora da pulire (con il calore dell'acqua sarà più facile spellarle; la buccia tenderà ad ammorbidirsi e verrà via con maggiore facilità).
A questo punto potete frullare le castagne ottenendone un gustoso e bianchissimo purea, farinoso e dolciastro, da mangiare così, oppure come salsa con cui condire le carni; in alternativa potete utilizzarlo come base per alcuni dolci.
È infatti una tecnica usata raramente e soltanto nell'altissima pasticceria (a causa del procedimento lungo e complesso per la sbucciatura delle castagne), ma è ancora il metodo più efficace per la preparazione del Mont Blanc.
4) Lessate con la pellicina
Dopo aver asportato la prima buccia, fate cuocere le castagne in acqua bollente per circa per 10-15 minuti. Fatto questo, togliete la pellicina spellando poche castagne per volta e lasciando le altre nell'acqua calda.
Se volete ottenere un composto morbido, basta rimetterle sul fuoco con del latte o della panna. Se invece desiderate la castagna intera, basterà lasciarle più al dente.
A questo punto potete sbizzarrirvi con le ricette più diverse: dall'arrosto con le castagne alla crema di marroni, dal pesce all'acqua pazza con aggiunta di pezzetti di castagne ai golosi marron glacé.
Metodi di conservazione
Le castagne si possono conservare fresche anche per un paio di mesi, se lasciate a bagno in acqua fredda per circa 24 ore e poi asciugate con cura con panni puliti da cucina.
Potete congelarle sotto forma di purea (avendo però l'accortezza di mangiarle entro le 24 ore successive al decongelamento, come per qualsiasi cibo congelato) oppure congelarle anche arrostite e sbucciate.
Se volete preparare delle conserve, dovete tener presente che le castagne non sono acide e pertanto deperiscono facilmente.
Per garantire una lunga conservazione, dovete quindi prevedere una grande quantità di zucchero (almeno il 60%); in caso contrario la vostra crema o composta di castagne rischierà inevitabilmente di ammuffirsi rapidamente.
Lo sapevate?
Questo frutto di stagione è ricco di glucidi, ideali per chi pratica sport o è soggetto a stress. Grazie alla presenza di zuccheri, fondamentali per il buonumore, la castagna è un alimento alternativo per i bambini allergici al latte di mucca o al lattosio.
La farina realizzata con la castagna sopperisce, nella preparazione di dolci e minestre, anche al fabbisogno di carboidrati nei soggetti che presentano intolleranza ai cereali.
Molto ricca di fibre, è considerata importantissima anche per la corretta attività intestinale e per la riduzione della colesterolemia.
INGREDIENTI
ricotta 250gr
2 uova 200 gr tonno all'olio d'oliva sgocciolato
3 cucchiai di pecorino grattuggiato
2 cucchiaini di capperi
sale
pepe
prezzemolo
pangrattato
olio per friggere (se volete friggerle)
PREPARAZIONE: In una ciotola unite il tonno spezzettato e sgocciolato con la ricotta, il pecorino e le uova.
Aggiungete poi i capperi, il prezzemolo e un cucchiaio di pangrattato. Salate e pepate a piacimento. Formate con questo impasto delle palline schiacciate che ripasserete nel pangrattato prima di passare alla frittura o al forno.
Se volete friggerle: A parte scaldate l'olio in una padella da frittura (io uso olio e.v. d'oliva) e quando ben caldo intingete le polpettine fino a doratura.
Se volete infornarle: In forno preriscaldato a 180° per circa mezz'ora.
Servitele calde con un contorno di verdurine sottili croccanti.
2 vasetti di yogurt;
1 vasetto e 1/2 di zucchero;
3 vasetti di farina;
1/2 vasetto di olio;
1 bustina di lievito.
Prendete una ciotola e mettete lo yogurt, zucchero, farina, olio e lievito e mescolate bene con la frusta elettrica fino ad avere un composto omogeneo. Prendete una teglia, foderatela con la carta da forno, e poi versate il composto. Cuocete la torta in forno caldo a 180° per 30 minuti.
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