Il cibo-spazzatura
 crea una dipendenza simile a quella da nicotina e  droga
Il cibo spazzatura dilaga anche in Italia dove, secondo Coldiretti, il 41% dei bambini ne è dipendente. Ad aggravare il quadro il 23% dei genitori dichiara che i propri figli non consumano quotidianamente frutta e verdura.
Dati inquietanti considerando che, secondo l'ultima indagine 'Okkio alla Salute' del ministero della Salute già più di un bambino su tre di età compresa tra i 6 e gli 11 anni pesa troppo, mentre il 12,3% dei bambini è obeso e il 23,6% è in sovrappeso, soprattutto a causa delle cattive abitudini alimentari. 
Il  quadro è desolante e il gioco fin troppo evidente: bambini oggi  'educati' alla dipendenza e al sovrappeso, con ottime probabilità  saranno domani adulti deboli psicologicamente (quindi 'consumatori'  ideali), fisicamente malati e candidati a trattamenti farmacologici a  vita. 
Un'alimentazione  a base di carne e cibi raffinati industriali e povera di verdure crude,  frutta e legumi è infatti responsabile di patologie cardiovascolari,  tumori, invecchiamento precoce. 
L'ULTIMO STUDIO: PAROLA ALLE NEUROSCIENZE
Cibi raffinati, hamburger, patatine fritte, bibite e merendine dolci, ossia  il cibo-spazzatura, creano una dipendenza simile a quella da nicotina e  droga. E' quanto ha scoperto un'equipe di ricercatori Usa che ha  rivelato su Nature Neuroscience i meccanismi che danno vita al vincolo e  a vere e proprie crisi di astinenza quando si cerca di smettere di  mangiare i piatti piu' saporiti ma meno salutari. Gli autori della  ricerca, Paul Johnson e Paul Kenny, dell'Istituto Scripps a Jupiter in  Florida, lo hanno dimostrato trasformando ratti di laboratorio in  consumatori compulsivi di cibi-spazzatura. 
Hanno  osservato cosi' che, come nella dipendenza da fumo e droga, anche in  quella dal cibo-spazzatura si indebolisce l'attivazione dei circuiti  cerebrali della ricompensa, che in condizioni normali scattano  immediatamente quando si vive un'esperienza piacevole. Alle cavie sono  state date bacon, salsicce, dolci e cioccolato. Gli animali hanno cosi'  gradito il nuovo cibo spazzatura che sono rapidamente ingrassati. In  poco tempo e' precipitata la loro sensibilita' alla ricompensa, proprio  come avviene in chi e' dipendente da droghe. I ricercatori hanno anche  appurato che nei ratti come nell'uomo, la dipendenza impedisce di  interrompere l'assunzione di una sostanza anche quando e' chiaro che  questa e' pericolosa per la salute. Hanno cosi' associato il consumo dei  cibi ipercalorici alla comparsa di un segnale luminoso e a un dolore ad  una zampa: non appena si accendeva la luce i ratti normali rinunciavano  volentieri allo stuzzichino pur di non provare dolore, mentre i ratti  obesi e dipendenti continuavano a mangiare. 
Fonti: AGI, AdnKronos
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