Una dieta vegana consiste nell'evitare di mangiare qualunque tipo di alimento di origine animale. Questo significa che i vegani non soltanto non mangiano la carne, ma neanche formaggi, uova, latte e miele (come invece fanno i vegetariani). Quindi, con un regime alimentare vegano si consumano prevalentemente cereali, ortaggi, legumi, soia.
I pediatri italiani denunciano come la dieta vegana in allattamento possa influire negativamente sullo sviluppo psico-fisico dei neonati, determinando gravi carenze vitaminiche.
Alcuni pediatri hanno segnalato un notevole aumento di casi di neonati affetti da carenze vitaminiche, a partire dalla vitamina B12, con ritardi più o meno gravi nello sviluppo motorio e neurologico.Tali carenze sarebbero riconducibili proprio alla dieta vegana abbracciata dalle neomamme, che renderebbe il loro latte povero di nutrienti e per questo poco adatto a permettere la crescita e il corretto sviluppo dei bambini.
Gli esperti sono concordi nel sottolineare che una dieta vegana è salutare se correttamente pianificata: ciò significa che deve essere variata e prevedere anche eventuali integrazioni, e non possa essere frutto di improvvisazione, sentito dire e fai da te. Nel caso dei bambini, poi, è fondamentale essere guidati da un esperto, un nutrizionista o un pediatra, in modo da evitare passi falsi.
“Per un adulto, se sceglie di non mangiare alimenti di origine animale, se segue una alimentazione erbivora completa, ricca di cereali integrali, ovviamente legumi, ecc., può andare bene anche il fai da te. Non necessariamente serve il nutrizionista.” – è il parere di Roberta Bartocci – “Certo nel caso dei bambini improvvisarsi non è proprio una buona idea, visto che lo svezzamento vegetariano-vegano è molto diverso da quello onnivoro. Non si tratta solo di togliere cibi, ma di impostare un’alimentazione differente. Ricordiamo che una dieta vegana può anche essere composta anche solo di carote e Coca Cola, ma ovviamente non è bilanciata. Come tutte le diete, anche la vegan deve essere ben pianificata. Nel 2016 dire che un’alimentazione vegana, anche se ben pianificata, è inadeguata, è segno di ignoranza. Anche per un bambino può andare bene, persino durante lo svezzamento e può essere scelta in gravidanza. Non fa notizia ma ci sono casi di bambini con arteriosclerosi all’età di 8 anni perché mangiano hot-dog e patatine tutto il giorno. È perfettamente possibile svezzare un bambino con dieta vegan. Intanto si introducono le fibre, per cui verdura intera, magari omogeneizzata, cereali integrali, legumi interi, questi però non prima dei 12 mesi (contrariamente allo svezzamento convenzionale). Poi si può mettere nella pappa un cucchiaino di mandorla, germe di grano, olio di oliva, olio di semi di lino. Lo dico perché seguo alcuni di questi bambini.”
A favore delle diete vegetali, vegetariane o vegan si è schierata anche l'American Dietetic Association (ADA), una delle più autorevoli fonti in materia di nutrizione. L’ADA sostiene infatti che le diete latto-ovo-vegetariane e vegane (senza alcun ingrediente di origine animale) possono soddisfare i fabbisogni di nutrienti e di energia delle donne gravide e, se pianificate in modo appropriato, soddisfano i bisogni nutrizionali di neonati, bambini e adolescenti e inducono una crescita normale.
Le diete latto-ovo-vegetariane e vegane sono perfettamente in grado di coprire i bisogni nutrizionali dei bambini dopo lo svezzamento, fermo restando che prima dello svezzamento è fortemente consigliato l'allattamento al seno e che il latte delle madri latto-ovo-vegetariane e vegane che seguano una dieta equilibrata (così come le madri onnivore devono seguire una dieta equilibrata) è un alimento completo dal punto di vista nutrizionale.
Qualsiasi sia la dieta seguita, le madri prima e durante l'allattamento devono prestare particolare attenzione ad assicurare al proprio organismo quantità adeguate di vitamina D (soprattutto tramite l'esposizione al sole); le madri vegetariane devono correttamente integrare la vitamina B12 (mediante appositi integratori). Gli acidi grassi essenziali (gli omega-3 in particolare) si trovano in olio di lino, semi di lino e noci. Può inoltre essere raccomandabile l'assunzione di 100-200 mg di DHA preformato da fonte algale (la fonte primaria di questi acidi grassi essenziali), al fine di assicurarne la disponibilità per l'organismo anche in caso di ridotto funzionamento dei meccanismi di conversione.
Anche dopo lo svezzamento l'alimentazione latto-ovo-vegetariana e vegana sono adeguate e infatti l'American Dietetic Association (ADA) ha dichiarato nel suo "Position Statement" sulle diete vegetariane che esse offrono tutti i principi nutritivi necessari alla crescita e allo sviluppo del bambino. Tale posizione è confermata da diversi studi epidemiologici su bambini latto-ovo-vegetariani e vegani non macrobiotici.
L'apporto di proteine delle diete vegetariane è perfettamente adeguato: infatti le proteine vegetali contenute in legumi, cereali e verdure contengono tutti gli aminoacidi necessari.
L'apporto di ferro, zinco ed altri oligoelementi è adeguato, in particolare se vengono inclusi nella dieta legumi in abbinamento a fonti di vitamina C (per massimizzare l'assimilazione del ferro), frutta secca e semi (noci, pistacchi, semi di zucca).
L'apporto di calcio non è un problema nemmeno nelle diete vegane, è sufficiente introdurre abbondanti quantità di vegetali ricchi di questo minerale oppure latte vegetale addizionato con calcio.
Indipendentemente dal tipo di dieta, onnivora, latto-ovo-vegetariana o vegan, è essenziale l'esposizione al sole del bambino per almeno 20-30 minuti 2-3 volte alla settimana al fine di garantire una sufficiente produzione di vitamina D. E' inoltre consigliata per tutti i bambini nei primi anni di vita l'integrazione di questa vitamina.
L'apporto di vitamina B12 va assicurato con opportuni integratori (per il bambino, dopo lo svezzamento, si può usare un prodotto in gocce, per una più comoda somministrazione).
Infine è necessario evitare di alimentare i bambini e i neonati con cibi ad alto contenuto di fibre (meglio usare cereali raffinati), favorendo l'apporto di cibi di maggior potere energetico e nutrizionale.
Un'alimentazione con un ridotto o nullo contenuto di cibi animali comporta numerosi vantaggi a lungo termine per la salute in particolare in riferimento all'incidenza delle patologie più diffuse nei paesi industrializzati (quali cancro, patologie cardiovascolari, diabete, etc).
Diversi studi rilevano che i neonati alimentati con latte vaccino hanno una maggiore probabilità di ammalarsi di diabete Tipo 1 e che l'aterosclerosi e le patologie ad essa correlate possono essere efficacemente prevenute con una alimentazione a basso contenuto di grassi saturi (quindi essenzialmente animali) fin dall'infanzia.
Inoltre una dieta a basso contenuto di cibi animali riduce i rischi legati all'esposizione della madre e del bambino a contaminanti chimici sicuramente cancerogeni come la diossina e i PCB, molto più concentrati in latte, uova, carne e pesce che nei vegetali.
Tra i rischi maggiori in cui si incorre nel sottoporre un bambino a una dieta esclusivamente vegana 'non informata' o poco adatta all’età dell’infante – concordano diversi specialisti - possono esserci problemi per lo sviluppo del sistema nervoso o un ritardo nella crescita.
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