Nel
Salento è periodo di raccolta delle olive. Il Nostro olio anche se di
qualità extravergine non vine preso in considerazione dall'Europa eppure
persone di 70 anni salgono su alberi secolari per far cadere il
prodotto e portarlo ai frantoi. I frantoi pagano le olive come miseria,
imbottigliano il prodotto e lo rivendono. Il contadino fà la fame mentre
prima dell'Europa guadagnava, istruiva i figli.
IO voglio però farmi una fetta di pane realizzato con grani salentini e
cotto nel forno a legna accompagnato da pomodori cresciuti senza
fitofarmaci delle multinazionali spalleggiate dal potere con un filo di
olio di oliva extravergine salentino accompagnato da uno spunsale
(cipolla selvatica salentina) !
Riprendiamo l’antica pratica napoletana del “caffè sospeso”.
Si usava nei bar di Napoli, quando una persona era particolarmente
felice perché aveva qualcosa da festeggiare oppure perché aveva iniziato
bene la giornata, beveva un caffè e ne pagava due, per chi sarebbe
venuto dopo e non poteva pagarselo.
Era un caffè offerto ….. all’umanità. Di
tanto in tanto qualcuno si affacciava alla porta e chiedeva se c’era “un
caffè sospeso”…. e spesso riceveva in cambio anche un sorriso.
Siamo un gruppo di 7 festival
di cinema e cultura italiani che vuole offrire spazi culturali liberi,
articolati, come si può offrire un caffè ad uno sconosciuto, lavorando
in rete, distribuendo informazioni e testimonianze nei punti più remoti,
con uno spirito di solidarietà che ricorda quello del “caffè
sospeso”….. questa sarà la nostra rete !
Per una nuova declinazione del termine
“Festival”, per una unione di resistenze culturali che offra
informazione alternativa e buona politica, fuori dalle rotte, navigando
lungo un canale autonomo di diffusione del documentario e di
condivisione delle arti in genere (letteratura, musica, teatro), dando
vita a strumenti in grado di coinvolgere territori su temi di forte
contenuto sociale e nuove prassi ambientali, è nata….
Caffè Sospeso rete di festival, rassegne e associazioni culturali in mutuo soccorso
Questa rete è rivolta in particolare a
quegli eventi culturali che ritengono in questo momento centrali i temi
quali: L’incontro con l’Altro, l’accoglienza, immigrazione, le buone
pratiche, temi ambientali, i temi sociali, recupero della memoria
storica.
Si tratta di articolare un progetto che
si realizzi attraverso il mutuo sostegno di una miriade di
organizzazioni culturali sparse sul territorio nazionale, in grado di
costruire ponti di cooperazione internazionale e intercettare la domanda
di libertà, di autorganizzazione e di solidarietà delle comunità più
deboli, dalle minoranze metropolitane emarginate alle comunità rurali
minacciate dallo sfruttamento intensivo della terra e dell’acqua,
dall’umanità silenziosa e sofferente delle carceri e degli ospedali
psichiatrici alla marea di immigrati oppressi da nuove schiavitù
perfettamente legalizzate. Dalle fasce sociali più deboli a cui è stato
sottratto gradualmente ogni sostegno collettivo fino ai lavoratori
precari e agli studenti che rivendicano il diritto allo studio per
tutti.
Un progetto che sappia guardare anche
alla bellezza come forma di vita e relazione, alle tante storie piccole e
grandi positive che spesso rimangono invisibili ma che sono la prova
della possibilità di un reale cambiamento. Storie dove l’accoglienza
diventa ricchezza, dove il paesaggio rimane bellezza e bene comune.
Storie di uomini e donne che hanno condiviso idee e concretizzato
progetti, in difesa della Madre Terra, come valorizzazione di culture e
territori, o semplicemente come incontro fra persone.
I NOSTRI PRINCIPI
Ecco, in sintesi, i principi che vogliamo affermare:
1) Il documentario, è uno strumento
di dialogo, di confronto, insostituibile per accrescere la coscienza
civica. Incoraggiarne la produzione, lo studio e la ricerca, e
soprattutto lavorare perché queste opere possano “circuitare” nella
rete, sono gli scopi della rete del festival del caffè sospeso. Pur
riconoscendo come assoluti il valore e la forza espressiva del
documentario, i nostri festival potranno sostenere altre forme di
produzione culturale (opere teatrali, figurative, letterarie e
poetiche, musicali etc) che offriranno spunti di riflessione altrettanto
utili e adeguati alla sensibilizzazione del pubblico.
2) I festival e le manifestazioni,
rassegne, che aderiscono a questa iniziativa mettono in evidenza e
scelgono un comportamento sobrio, non tanto perché oggi la cultura si
trova penalizzata con tagli pesanti, ma perché è nello spirito
condiviso dalla rete un modello culturale che abolisca sprechi,
esibizionismi e clientele.
Ciò vuol dire che ci impegneremo a contenere le spese per
l’organizzazione degli eventi pubblici, sempre in modalità trasparenti,
agevolando la partecipazione alle associazioni culturali del
territorio, enfatizzando il lavoro volontario delle componenti locali.
Le poche risorse disponibili devono consentirci di spingerci oltre i
limiti del nostro territorio e sostenere contatti di rete lunga per
rendere possibili i collegamenti con altre simili iniziative nazionali e
internazionali, per evitare che il localismo e l’autoreferenzialità
delle associazioni locali possa soffocare le necessità di comunicazione
globale che la cultura della legalità e della solidarietà
primariamente richiedono.
3) I “festival del caffè sospeso”,
perfettamente coscienti che la distribuzione delle opere
cinematografiche e documentarie avviene in condizioni molto precarie e
spesso proibitive per il cittadino e che la rete può generare effetti
moltiplicativi e virtuosi, si impegnano a dar vita ad “iniziative
integrate”, cioè a cicli esemplari di formazione, produzione,
promozione e distribuzione di opere audiovisive ispirate alla creazione
di circuiti informativi stabili in cui potranno transitare opere, con
l’obiettivo di raggiungere il maggior numero di fruitori possibile.
Iniziative con associazioni di registi e produttori saranno tentate per
costruire canali distributivi originali a partire da condizioni di
diffusione agevolate.
4) I “festival del caffè sospeso”
adotteranno, ove possibile, la formula dello spazio autogestito, per
animare quartieri e comuni, incoraggiando l’autorganizzazione delle
associazioni e la presa in carico di aree urbane da parte di gruppi e
associazioni in grado di rappresentare i problemi della propria zona,
valorizzando la rappresentanza spontanea e la nascita di grumi di
produzione e fruizione culturale, utilizzando i festival come vetrina
del lavoro svolto con assiduità durante l’anno da tutte le persone
coinvolte in questi laboratori politici territoriali.
5) I “festival del caffè sospeso” si
aiuteranno mutuamente, impegnandosi a reperire risorse tecniche e
finanziarie che potranno essere distribuite nei nodi più deboli della
rete per garantire l’esistenza dei festival o manifestazioni minori o
per mettere in comune opportunità e opere disponibili, così da
sperimentare forme di sinergia, cooperazione e mutua assistenza invece
che di reciproca concorrenza.
6) I “festival del caffè sospeso” si
impegnano a promuovere ed estendere i principi fondanti della rete
incoraggiando l’adesione di altri festival locali e ricercando e
distribuendo documentari che trattino di temi con un forte impegno e
buone pratiche ambientali. L’obiettivo è quello di diffondere
massimamente le opere selezionate favorendone la fruizione presso il
pubblico dei giovani, degli studenti medi, delle università, attraverso
convenzioni con organizzazioni e istituzioni che ne sostengano la
divulgazione.
7) I “festival del caffè sospeso” si
impegneranno per inserire una sessione speciale in ognuna delle singole
manifestazioni promosse, in cui saranno ospitati film e testimoni
segnalati dagli altri festival, come segno di apertura ed amicizia
verso gli altri componenti della rete, facendosi carico della
ospitalità e delle spese di permanenza delle delegazioni ospiti e
assicurando spazi di promozione del lavoro comune.
8) I Festival, rassegne, si
impegneranno a promuovere, durante le rispettive manifestazioni, un
turismo ecosostenibile e “diffuso” capace di sostenere e valorizzare le
specificità culturali e storiche dei territori.
9) Quanto prima, la rete dei festival
del caffè sospeso, cercherà di costituirsi formalmente con un acronimo e
un logo che ne aiuti la diffusione dello spirito e degli obiettivi
attraverso il mondo dell’informazione e della cultura, dotandosi di
organismi elettivi di rappresentanza e di promozione e garantendo
trasparenza nella gestione delle manifestazioni.
10 DICEMBRE – GIORNATA DEL CAFFÈ SOSPESO
La “Rete del Caffè Sospeso” promuove il recupero di una antica usanza solidale, nei bar, nella cultura… nella vita
La “Rete del caffè Sospeso –
festival, rassegne e associazioni culturali in mutuo soccorso” invita i
bar ed i locali d’Italia a riprendere l’antica usanza napoletana che
consisteva nel lasciare un caffè ‘sospeso’ per chi non poteva
permetterselo… Una pratica che la Rete promuove anche nella cultura e
nella vita quotidiana www.caffesospeso.wordpress.com
A Napoli c’era in passato un’usanza molto curiosa: quella del “Caffè Sospeso”.
Chi era meno abbiente poteva trovare al bar un caffè in omaggio pagato
da un precedente avventore, che lo lasciava in ‘sospeso’ per persone
meno fortunate che non potevano permetterselo. Non si trattava di
elemosina ma di un atto di condivisione dei problemi, solidarietà e
comprensione.
La “Rete del Caffè Sospeso – festival, rassegne e associazioni culturali in mutuo soccorso”
è nata a Napoli il 14 novembre 2010 da 7 festival italiani che hanno
deciso di unire le forze e fare rete scambiandosi idee, progetti e
prodotti culturali per sopravvivere o addirittura crescere in questi
difficili tempi di crisi economica e tagli alla cultura.
In poco più di un anno di vita la Rete ha
creato significativi scambi e condivisioni fra i 7 festival, ha
ottenuto diverse nuove adesioni ed ha ora deciso di istituire, in
concomitanza con la Giornata Internazionale dei Diritti Umani, il 10 dicembre – Giornata del Caffè Sospeso,
iniziativa che si pone l’obiettivo di proporre la ripresa dell’antica
usanza partenopea in bar e locali d’Italia e di conseguire nuove
adesioni alla Rete attraverso la diffusione, nel settore della
promozione culturale e nella vita quotidiana in genere, della filosofia
solidale su cui si fonda.
Il 10 dicembre ogni festival e associazione della Rete organizzerà un evento; il programma è attualmente in via di definizione.
In www.caffesospeso.wordpress.com
è possibile trovare maggiori informazioni, curiosità e consultare la
lista di associazioni, festival e locali che hanno fino ad ora aderito
alla Rete.
La Rete è sostenuta anche dal Sindaco di Napoli Luigi De Magistris che
ha dichiarano di aderire ai principi e agli obiettivi di questa
associazione rendendosi disponibile a partecipare ad iniziative future.
Particolarmente significativo è stato l’avvio della pratica al Bar Royal Cafè di Lampedusa
nel periodo di maggior emergenza sbarchi, durante lo scorso inverno, in
cui numerosi giornalisti e lampedusani lasciavano un caffè sospeso ai
migranti che vagavano in cerca di un aiuto.
La Rete si proponedi
offrire spazi culturali liberi, come si può offrire un caffè ad uno
sconosciuto, lavorando in rete con uno spirito di solidarietà che
ricorda quello del “caffè sospeso”. Unire le forze per una nuova
declinazione del termine “Festival”, per un legame tra resistenze
culturali che offra informazione alternativa e buona politica, navigando
lungo un canale indipendente di diffusione del documentario e di
condivisione delle arti in genere, dando vita a strumenti in grado di
coinvolgere i territori su temi di forte contenuto sociale. Un progetto
che prevede il mutuo sostegno di varie organizzazioni culturali sparse
sul territorio nazionale, in grado di costruire ponti di cooperazione
internazionale e intercettare la domanda di libertà, di
autorganizzazione e di solidarietà delle comunità più deboli, dalle
minoranze metropolitane emarginate alle comunità rurali minacciate dallo
sfruttamento intensivo della terra e dell’acqua, dall’umanità
silenziosa e sofferente delle carceri e degli ospedali psichiatrici alla
marea di immigrati oppressi da nuove schiavitù, fino ai lavoratori
precari e agli studenti che rivendicano il diritto allo studio per
tutti.
500g di farina di grano duro
250 di semola 100g di strutto
1 limone
30g di zucchero
1kg di mandorle sgusciate
500g di miele o saba
Granella colorata
.
.
PREPARAZIONE:
Lasciare le mandorle in ammollo in acqua calda per qualche ora a secondo di quanto sono secche, come vedete che la buccia si stacca pelatele tutte, asciugarle e tostarle leggermente in forno, senza che prendano colore, quando saranno fredde pestatele in un mortaio riducendole in poltiglia, per assorbire l’olio che fuoriesce è consigliabile aiutarsi con qualche cucchiaiata di semola che assorbe l’unto 10% di semola rispetto alle mandorle, ponete il miele o la saba in una casseruola aggiungete la scorza di limone le mandorle mescolate a fuoco basso, se vedete che l’impasto resta troppo secco aggiungete miele o saba. Quando il composto si stacca dalle pareti spegnete e lasciate raffreddare.
Mischiate la farina alla semola rimasta e aggiungendo l’acqua necessaria impastare e lavorate bene, quando la pasta e bella liscia e cominciano a formarsi nella superficie delle piccole bolle incorporare lo strutto, formare con la pasta una palla avvolgerla nella pellicola da cucina e lasciarla in frigo un’oretta, trascorso questo tempo dividere la pasta in 4 pezzi, in modo che una parte si spiana il resto aspetta al fresco.
Per spianarla potete usare il mattarello o la macchina della pasta, l’importante è non scaldare la pasta e rendere la sfoglia più sottile possibile, da zona a zona il formato delle tilicche varia, nel Montiferru si usa farle lunghe il più possibile, piegandole a zig zag accostati con le spire vicina una all’altra. Nel Nuorese invece si usa porzionarle in pezzi da 10/15 centimetri e formare dei motivi a cuore o spirali o altre figure a seconda della fantasia.
Il procedimento è sempre uguale, dalla sfoglia con la rotella dentata, si tagliano delle lasagne larghe 3 centimetri, al centro della sfoglia si mette una striscia di ripieno dello spessore - di una sigaretta, (volendo se la consistenza lo permette potete aiutarvi con un sacco da pasticcere, se invece il ripieno e solido potete formare dei grissini sulla spianatoia infarinata) si accostano i lembi della pasta lasciandoli aperti come una U, si dà la forma voluta, si allineano in una teglia protetta dalla carta da forno, e si passano in forno caldo a 160 C° sino che la pasta è bella asciutta, deve solo asciugare non cuocere e assolutamente non deve prendere colore, come le tirate fuori dal forno col ripieno ancora caldo, spruzzatele con granella colorata, spostatele nel vassoio o nella scatola dove vanno conservate, solo quando sono completamente fredde, in quanto da caldo sono molto fragili, in scatole chiuse si conservano a lungo.
INGREDIENTI:
2 fette di lardo spesse 1/2 cm
1 kg di manzo(scamone, fesa, polpa di spalla)
1 cucchiaiata di farina
3 cucchiai di olio extravergine
40 g di burro
1/2 cucchiaio di rosmarino tritato
3-4 foglie di salvia tritate
1 spicchio d'aglio tritato
1 cucchiaio di prezzemolo tritato
1 cipolla media tritata grossolanamente
1 carota media tritata
1 costa di sedano tagilato a fette
2 foglie di alloro
2 chiodi di garofano
noce moscata
1 bottiglia di Barolo
sale e pepe
----------
Preparazione:
1 Tagliate il lardo a listarelle lunghe e strette e con queste, usando
l'apposito attrezzo, steccate la carne. Salatela, pepatela, infarinatela
e, in una casseruola capiente, fatela rosolare bene in olio e burro già
caldi. Quando sarà pronta, dopo circa 10 minuti, toglietela e mettetela
da parte.
2 Ponete nella casseruola il rosmarino, la salvia, l'aglio, il
prezzemolo, la cipolla, la carota e il sedano e lasciateli soffriggere
dolcemente per cinque minuti, quindi aggiungete la carne, le foglie
d'alloro, i chiodi di garofano, una grattatina di noce moscata, poi
bagnate con due o tre cucchiai d'acqua bollente e, dopo un minuto, con
un bicchiere di Barolo. Abbassate la fiamma e coprite.
3 Dopo circa 40 minuti, quando il liquido si sarà in buona parte
ridotto, aggiungete il vino avanzato e fate cuocere a tegame coperto per
tre ore, girando il brasato di tanto in tanto. La carne, saggiata con
uno spiedino, dovrà risultare tenerissima.
4 A cottura ultimata eliminate le foglie d'alloro e passate al setaccio
(o al mixer) il fondo di cottura, dopo averlo assaggiato per controllare
il sale. Affettate il brasato, disponetelo sul piatto da portata già
caldo e versate la salsina ottenuta sulle fette di carne.
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Vi ricordo che 15 le governa il centrodestra e 5 il sedicente
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*COVID hospital della Fiera di Milano: miracolo o flop?*
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