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TUO FUTURO E' ADESSO entra in MUNDIMAGO]
* I TUOI SOGNI DIVENTANO REALTA'*
* O...
mercoledì 25 novembre 2009
Yogurt fatto in casa
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Yogurt fatto in casa
Lo yogurt è un alimento sano, leggero e facile da digerire, adatto per grandi e piccini, ottimo a partire dalla colazione, per una merenda povera di grassi e ricca di calcio, per uno spuntino dietetico a metà mattina, magari arricchito con frutta fresca a pezzi e dolcificato con il miele, insomma è un alimento molto apprezzato, i cui consumi in questi ultimi anni sono assolutamente lievitati.
. Provate ad entrare in un supermercato e osservare con attenzione il banco frigo, corridoio yogurt: lunghe file occupate solo ed esclusivamente da questo prodotto, cui l’industria alimentare ha dedicato e sta dedicando moltissima attenzione, proponendo continuamente nuovi gusti, formati e ingredienti.
Lo yogurt è un alimento antichissimo, deriva dal latte, ha la tipica consistenza cremosa, anche se ad esempio in Grecia è solido, ma il sapore acido è universalmente lo stesso, poiché legato alla trasformazione del lattosio in acido lattico. Il latte di partenza può essere quello vaccino, ma anche quello di pecora, capra ecc. Dal punto di vista legislativo però solo quello derivante dal latte vaccino può essere commercializzato con il nome di yogurt, il quale contiene il Lactobacillus bulgaris e lo Streptococco termophiulus, atti a favorire la fermentazione e a conferirgli tutte le qualità che ben consociamo.
Lo yogurt può esser anche prodotto in casa, senza troppe difficoltà, vediamo insieme la ricetta dello yogurt casalingo.
Prima di tutto vi dovete procurare 1 litro di latte fresco, scegliendolo secondo i vostri gusti, potrà essere quello classico e più comune di vacca, ma andranno benissimo anche quelli di pecora, capra, oppure latte nella versione “biologica” ecc.
Il secondo passo sarà quello di acquistare un vasetto di yogurt naturale bianco intero (meglio se biologico), basterà un vasetto da 125 per ogni litro di latte.
Mi raccomando sempre di fare scelte attente, guardando la data di scadenza, che più è vicina, nel caso dello yogurt, minore sarà il numero della carica dei fermenti attivi ancora vivi al suo interno.
Procuratevi poi una pentola di acciaio, e dei piccoli barattoli di vetro, con il tappo a vite, tipo quelli piccoli della marmellata.
Una maglia di lana, non stupitevi, poi vi spiegherò!
Se avete tutto ciò che è stato elencato sopra, siete pronti per partire, per la vostra personale produzione di yogurt domestico.
Per iniziare dovrete lasciare fuori dal frigo il latte almeno per due ore, idem varrà per lo yogurt, in questo modo li porterete a temperatura ambiente.
Ora seguite i passi successivi:
- Versate il latte nella pentola, portatelo ad ebollizione e lasciatelo bollire per 10 minuti, poi spegnete
- Lasciare raffreddare per 30 minuti
- Quando ha raggiunto la temperatura di 40°C (vi consiglio di usare un termometro per alimenti), togliete la pellicola che si è formata sopra
- Versate nel latte lo yogurt, mescolando costantemente e delicatamente
- Coprite con un coperchio e avvolgete la pentola con panno di lana, quindi mettete il tutto nel vostro forno, spento!
- Lasciatelo una notte e al mattino per colazione sarà pronto (ci vogliono, infatti, dalle sei alle dieci ore circa per la fermentazione).
- Potete versarlo nei barattolini e conservarlo in frigo per un massimo di quattro giorni.
Per gustarlo potete aggiungervi frutta di stagione, uvetta, miele, pezzetti di biscotto (ottimo per i bambini), insomma date spazio alla fantasia.
Questo yogurt è anche ottimo al posto del burro, per fare delle torte sane e biologiche, ideali per chi è a dieta, o semplicemente ha deciso di contenere i grassi totali della sua alimentazione.
Dal punto di vista nutrizionale ecco le sue doti:
- 3,7 grammi di proteine
- 3,2 grammi di grassi
- 4,6 grammi di carboidrati
- minerali, calcio e fosforo
- vitamine del gruppo B
- acido pantotenico
- vitamina PP
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Tagliatelle al forno
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Tagliatelle al forno
Le tagliatelle al forno sono un primo piatto ricco e gustoso che ci possiamo concedere per un pranzo domenicale o per un'occasione particolare. A seconda della quantità di ingredienti usati può essere un piatto unico.
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Ingredienti
Per il ragù
600 gr. macinato
1 scatola di pelati passati
1 carota
1 cipolla
1 costa di sedano
olio q.b.
aceto
vino rosso
sale
300 gr. tagliatelle
1 mozzarella grande
100 gr parmigiano grattugiato
1/2 l. di besciamella
pepe nero
Preparazione
Per prima cosa dedicarsi alla preparazione del ragù. Tritare finemente carota, cipolla e sedano e farli rosolare insieme alla carne.
Versare un pò di aceto e farlo evaporare e poi sfumate col vino rosso. Salare ed unire la passata di pomodoro.
Lasciar cuocere a fuoco basso per almeno due ore.
Scottare le tagliatelle inabbondante acqua salata poi scolarle e condirle con buona parte del sugo preparato ed il parmigiano.
Prendete una teglia da forno e versateci un mestolo di sugo, una spolverata di parmigiano e delle besciamella.
Disporre metà delle tagliatelle condite, aggiungete ancora del sugo, poi mozzarella tagliata a dadini, parmigiano, besciamella e una spolverata di pepe nero. Coprire il tutto con le tagliatelle rimaste e condite ancora con il ragù rimasto, besciamella e parmigiano.
Infornare nel forno caldo a 220° e cuocete per circa 20/25 minuti.
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Tagliatelle al forno
Le tagliatelle al forno sono un primo piatto ricco e gustoso che ci possiamo concedere per un pranzo domenicale o per un'occasione particolare. A seconda della quantità di ingredienti usati può essere un piatto unico.
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Ingredienti
Per il ragù
600 gr. macinato
1 scatola di pelati passati
1 carota
1 cipolla
1 costa di sedano
olio q.b.
aceto
vino rosso
sale
300 gr. tagliatelle
1 mozzarella grande
100 gr parmigiano grattugiato
1/2 l. di besciamella
pepe nero
Preparazione
Per prima cosa dedicarsi alla preparazione del ragù. Tritare finemente carota, cipolla e sedano e farli rosolare insieme alla carne.
Versare un pò di aceto e farlo evaporare e poi sfumate col vino rosso. Salare ed unire la passata di pomodoro.
Lasciar cuocere a fuoco basso per almeno due ore.
Scottare le tagliatelle inabbondante acqua salata poi scolarle e condirle con buona parte del sugo preparato ed il parmigiano.
Prendete una teglia da forno e versateci un mestolo di sugo, una spolverata di parmigiano e delle besciamella.
Disporre metà delle tagliatelle condite, aggiungete ancora del sugo, poi mozzarella tagliata a dadini, parmigiano, besciamella e una spolverata di pepe nero. Coprire il tutto con le tagliatelle rimaste e condite ancora con il ragù rimasto, besciamella e parmigiano.
Infornare nel forno caldo a 220° e cuocete per circa 20/25 minuti.
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venerdì 20 novembre 2009
SOPA DE FRUTOS DE MAR...
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SOPA DE FRUTOS DE MAR...
Para los que disfrutan de los frutos de mar y el pescado...espero les llegue de la mejor manera tratando difrutra un poco de la cocina con ustedes.gracias...jully
INGREDIENTES
150 grs. de tubos de calamar cortados en aros finos
150 grs. de abadejo o cualquier pescado suave del dia preferiblemente pulposo,cortado en cubos
150 grs. de camarones
150 grs. de mejillones sin sus valvas limpios
200 grs. de papas cortadas en cubitos2 cdas. soperas de aceite deoliva1 cebolla grande picada fina 4 dientes de ajo picados Sal y pimienta a gusto2 tomates cortados en cubitos2 cubitos de caldo de verduras,o hacer el caldo de verduras1 hoja de laurel1 sobre de azafrán1 y 1/2 litro de agua hirviendocilantro picado para espolvorear: cant. necesaria a gusto,para los que no les agrada el sabor del cilantro a gusto puede ser perejil.
PREPARACIONC
alentar el aceite y dorar la cebolla y los ajos con algo de sal.
Incorporar el laurel, los tomates, las papas, el azafrán y los frutos de mar junto con el pescado.
Cocinar todo por 3 minutos, bañar con el caldo disuelto en un poco de agua hirviendo, y luego verter el resto del agua. Cocinar durante aproximadamente 10 minutos. hasta que esten todos los ingredientes incorporados y cocidos.Condimentar con sal y pimienta a gusto.Al servir espolvorear con el cilantro picado.o el perejil. buon apetito. jully marin
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SOPA DE FRUTOS DE MAR...
Para los que disfrutan de los frutos de mar y el pescado...espero les llegue de la mejor manera tratando difrutra un poco de la cocina con ustedes.gracias...jully
INGREDIENTES
150 grs. de tubos de calamar cortados en aros finos
150 grs. de abadejo o cualquier pescado suave del dia preferiblemente pulposo,cortado en cubos
150 grs. de camarones
150 grs. de mejillones sin sus valvas limpios
200 grs. de papas cortadas en cubitos2 cdas. soperas de aceite deoliva1 cebolla grande picada fina 4 dientes de ajo picados Sal y pimienta a gusto2 tomates cortados en cubitos2 cubitos de caldo de verduras,o hacer el caldo de verduras1 hoja de laurel1 sobre de azafrán1 y 1/2 litro de agua hirviendocilantro picado para espolvorear: cant. necesaria a gusto,para los que no les agrada el sabor del cilantro a gusto puede ser perejil.
PREPARACIONC
alentar el aceite y dorar la cebolla y los ajos con algo de sal.
Incorporar el laurel, los tomates, las papas, el azafrán y los frutos de mar junto con el pescado.
Cocinar todo por 3 minutos, bañar con el caldo disuelto en un poco de agua hirviendo, y luego verter el resto del agua. Cocinar durante aproximadamente 10 minutos. hasta que esten todos los ingredientes incorporados y cocidos.Condimentar con sal y pimienta a gusto.Al servir espolvorear con el cilantro picado.o el perejil. buon apetito. jully marin
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giovedì 12 novembre 2009
I Cachi
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I Cachi
Di origine orientale, la pianta dei cachi è ormai diffusissima anche da noi. I suoi frutti succosi e molto dolci sono tipici di questa stagione autunnale.
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I cachi sono il frutto di una pianta bellissima e antica, di provenienza orientale (asiatica), il suo nome originale è kaki (diospoyros).
Tra i maggiori estimatori di questa pianta vi sono sicuramente i giapponesi, che arrivarono a coltivarlo in modo intensivo, non solo per la bontà dei frutti, ma anche per la bellezza estetica della pianta, le cui origini a quanto pare sono antichissime, forse greche.
In Cina è anche chiamato Mela D’Oriente e Albero delle Sette virtù: longevità, ombra estesa, mancanza di nidi tra le fronde, indenne da attacco di tarli, ludico per via delle foglie con le quali i bambini ci giocano in inverno, il legno è ottimo per accendere il fuoco e ricco concime per il terreno.
In Europa arrivò circa due secoli fa e in Italia verso i primi anni del 1900, in Emilia e nel Salernitano, che ancora tutt’oggi rappresenta la massima zona di coltivazione; a queste due regioni si affiancata la Sicilia, i cui cachi vengono esportati in tutto il mondo.
È uno dei frutti tipicamente autunnali, insieme all’uva, alle nespole, alle arance, mandarini ecc.
Caratteristiche del frutto e delle foglie
I frutti sono delle grosse bacche di forma quasi sferica con la base lievemente appiattita, colore giallo-aranciato, la polpa è molle e normalmente variabile dal chiaro al bruno. Dall’albero sono raccolti quasi acerbi, la maturazione normalmente avviene in seguito e grazie ad essa si elimina l’effetto di astringenza che ha sulle papille quando si mangia, legato alla presenza alta in tannini. Attraverso la maturazione i kaki diventano più dolci, poiché in essi aumenta la componente glucidica e diminuisce quella tanninica.
Tra le varietà più diffuse, nel nostro Paese ci sono: Loto di Romagna, Vaniglia della Campania, Fuyu, Kawabata, Suruga.
Le foglie sono caduche, la chioma è particolarmente folta, da qui una delle virtù: l’ombra!
Si tratta di una pianta che ben si adatta ai nostri climi, anche a quelli più rigidi, cresce molto bene al sud Italia, infatti tra i cachi più famosi si stanno affermando quelli siciliani di Misilmeri.
Valori nutrizionali dei cachi
I cachi, come già anticipato, rientrano nella categoria merceologica della frutta zuccherina, in effetti il loro contenuto glucidico si aggira intorno al 16 – 18 %, e si avverte ben distintamente in bocca, insieme alla morbidezza della polpa. Non bisogna dimenticare che queste sensazioni abbassano l’indice di sazietà e ciò, se non controllato, potrebbe favorire un maggior consumo del prodotto.
I cachi non sono adatti per tutti, ad esempio sono sconsigliati alle persone con diabete o a chi, a causa di sovrappeso o obesità, deve contenere l’introito calorico, che in un frutto di medie dimensioni può raggiungere anche le 250 calorie, con una media di 65 calorie per 100 grammi.
Nei cachi è molto alta la presenza di vitamina A e discreta la percentuale di vitamina C e di potassio.
Consigli per l’acquisto
Vista la delicatezza e la deperibilità del prodotto, non sono frutti che si prestano per essere conservati per lungo tempo ed è meglio conservarli in un luogo fresco e non a temperatura ambiente.
Se troppo acerbi, teneteli accanto a mele o pere, le cui naturali esalazioni di etilene ne favoriranno al maturazione.
Quando fate la spesa, sceglieteli ben sodi e non troppo mollicci, non devono presentare evidenti ammaccature. In frigo dovranno occupare la parte più bassa e fresca.
Sono un’ottima merenda per bambini e per sportivi, grazie alla facile e immediata energia che apportano all’organismo.
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I Cachi
Di origine orientale, la pianta dei cachi è ormai diffusissima anche da noi. I suoi frutti succosi e molto dolci sono tipici di questa stagione autunnale.
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I cachi sono il frutto di una pianta bellissima e antica, di provenienza orientale (asiatica), il suo nome originale è kaki (diospoyros).
Tra i maggiori estimatori di questa pianta vi sono sicuramente i giapponesi, che arrivarono a coltivarlo in modo intensivo, non solo per la bontà dei frutti, ma anche per la bellezza estetica della pianta, le cui origini a quanto pare sono antichissime, forse greche.
In Cina è anche chiamato Mela D’Oriente e Albero delle Sette virtù: longevità, ombra estesa, mancanza di nidi tra le fronde, indenne da attacco di tarli, ludico per via delle foglie con le quali i bambini ci giocano in inverno, il legno è ottimo per accendere il fuoco e ricco concime per il terreno.
In Europa arrivò circa due secoli fa e in Italia verso i primi anni del 1900, in Emilia e nel Salernitano, che ancora tutt’oggi rappresenta la massima zona di coltivazione; a queste due regioni si affiancata la Sicilia, i cui cachi vengono esportati in tutto il mondo.
È uno dei frutti tipicamente autunnali, insieme all’uva, alle nespole, alle arance, mandarini ecc.
Caratteristiche del frutto e delle foglie
I frutti sono delle grosse bacche di forma quasi sferica con la base lievemente appiattita, colore giallo-aranciato, la polpa è molle e normalmente variabile dal chiaro al bruno. Dall’albero sono raccolti quasi acerbi, la maturazione normalmente avviene in seguito e grazie ad essa si elimina l’effetto di astringenza che ha sulle papille quando si mangia, legato alla presenza alta in tannini. Attraverso la maturazione i kaki diventano più dolci, poiché in essi aumenta la componente glucidica e diminuisce quella tanninica.
Tra le varietà più diffuse, nel nostro Paese ci sono: Loto di Romagna, Vaniglia della Campania, Fuyu, Kawabata, Suruga.
Le foglie sono caduche, la chioma è particolarmente folta, da qui una delle virtù: l’ombra!
Si tratta di una pianta che ben si adatta ai nostri climi, anche a quelli più rigidi, cresce molto bene al sud Italia, infatti tra i cachi più famosi si stanno affermando quelli siciliani di Misilmeri.
Valori nutrizionali dei cachi
I cachi, come già anticipato, rientrano nella categoria merceologica della frutta zuccherina, in effetti il loro contenuto glucidico si aggira intorno al 16 – 18 %, e si avverte ben distintamente in bocca, insieme alla morbidezza della polpa. Non bisogna dimenticare che queste sensazioni abbassano l’indice di sazietà e ciò, se non controllato, potrebbe favorire un maggior consumo del prodotto.
I cachi non sono adatti per tutti, ad esempio sono sconsigliati alle persone con diabete o a chi, a causa di sovrappeso o obesità, deve contenere l’introito calorico, che in un frutto di medie dimensioni può raggiungere anche le 250 calorie, con una media di 65 calorie per 100 grammi.
Nei cachi è molto alta la presenza di vitamina A e discreta la percentuale di vitamina C e di potassio.
Consigli per l’acquisto
Vista la delicatezza e la deperibilità del prodotto, non sono frutti che si prestano per essere conservati per lungo tempo ed è meglio conservarli in un luogo fresco e non a temperatura ambiente.
Se troppo acerbi, teneteli accanto a mele o pere, le cui naturali esalazioni di etilene ne favoriranno al maturazione.
Quando fate la spesa, sceglieteli ben sodi e non troppo mollicci, non devono presentare evidenti ammaccature. In frigo dovranno occupare la parte più bassa e fresca.
Sono un’ottima merenda per bambini e per sportivi, grazie alla facile e immediata energia che apportano all’organismo.
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FILIERA CORTA ( Farmer market )
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FILIERA CORTA ( Farmer market )
Sono ormai diffusissimi anche in Italia, i farmer market, luoghi reali dal profumo antico, in cui la domanda del cittadino si incontra con la risposta del contadino, quest’ultimo dispone tutti i suoi prodotti su un banco e li vende a un prezzo sostenibile anche per i portafogli ormai serrati di questo intenso periodo economico.
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Intorno a questo mondo bucolico e ameno fatto di uomini e natura, c’è anche spazio per chi fa della polemica, criticando alcuni aspetti di questa nuova piccola economia, ma andiamo per ordine e cerchiamo di conoscere meglio questo sistema che porta la campagna in città!
Il tanto interesse e l’innegabile successo dei farmer market è sicuramente legato al fatto che si tratta di “mercati dei contadini”, con una connotazione un pochino diversa dal classico mercato rionale e di quartiere, presente tutti i giorni nelle nostre vie o piazze, questi mercati hanno una periodicità, ad esempio si organizzano i fine settimana, le piccole aziende contadine hanno la possibilità di esporre la loro merce, a volte poca, in rapporto a quello che è stato il raccolto, e venderla con la caratteristica del biologico e del
“km Zero”.
La spesa a km zero è una peculiarità di questi mercati, in cui i formaggi, le verdure la frutta, sono tutti venduti nel rispetto della vicinanza chilometrica, cioè sono di produzione locale, ad esempio, se abitiamo a Torino, il farmer market proporrà, le mele di Cavour, i formaggi delle Langhe, il burro del Canavese, le ciliegie di Pecetto ecc, cioè tutti luoghi piemontesi, che si caratterizzano per una determinata produzione, l’alimento non percorrerà quindi moltissimi chilometri per arrivare sulle nostre tavole. Ben diverso è se acquistiamo dei mandarini spagnoli, dell’uva cilena e dei Kiwi australiani, avranno compiuto un viaggio lunghissimo, inquinando i nostri cieli, ed emettendo moltissima CO2 nell’aria.
Sulla scia dei “mercati del contadino” sono nati siti web, blog, articoli di vario genere, per osannare ed evidenziare tutti gli aspetti possibili e immaginabili di tal evento, che ha sicuramente più di una valenza positiva.
Ad esempio si trovano prodotti rigorosamente biologici, legati al territorio e alle tradizioni, prodotti anche già in parte preparati (quarta gamma) cioè puliti, lavati e pronti per trasformarsi in minestroni.
Dal punto di vista relazionale, è molto importante il rapporto che si crea tra contadino e consumatore, c’è la possibilità di un contatto diretto, di uno scambio di informazioni, della conoscenza del mondo agricolo che ha la possibilità di farsi conoscere e di entrare nelle nostre città, portando una nota di colore di freschezza tra lo smog cupo e triste.
Alcuni rapporti nel tempo, si possono trasformare addirittura in amicizia, perché subentra anche la fiducia, la stima, la conoscenza che va al di la dell’aspetto meramente commerciale, ma passa direttamente sul piano umano, cosa che ovviamente viene a mancare totalmente al’interno di un supermercato, dove ci si serve il più delle volte da soli, si va di fretta e non si guarda in faccia proprio nessuno, se non che la cassiera alla fine della spesa frenetica e spesso convulsa.
Acquistare del formaggio, della verdura, passando tra le mani di chi la prodotta, il quale è in grado di spiegarci la storia di quel prodotto, la modalità di allevamento, o di coltivazione, la fatica che c’è stata, l’impegno, la tradizione rispettata, magari la storia portata avanti dai nonni che prosegue nel tempo, beh è sicuramente affascinante ed emozionante.
Non dimentichiamo poi che il cibo venduto sotto questa formula ha un impatto ambientale bassissimo, veramente rispettoso dell’ambiente, inoltre è spesso molto economico, e vi è la possibilità di utilizzarlo anche per fare spese per più di una famiglia, risparmiando sulla quantità, ad esempio comprando le cassette. Questa è la filosofia adottata dai GAS (di cui abbiamo parlato in un articolo).
Sui Farmer’s market c’è anche chi però solleva delle polemiche, motivate dal fatto che a differenza degli altri distributori e commercianti, questi contadini (coltivatori diretti) non hanno una legge che li obbliga a esporre un cartellino con prezzo, categoria di appartenenza, provenienza (il riferimento è al decreto legislativo 306/2002). Insomma qualcuno chiederebbe maggiore trasparenza, normata, anche per questa categoria di commercianti, tutto ciò per evitare delle irregolarità che in diversi farmer market sono state riscontrate.
Certamente la filiera corta, va rispettata, e non è possibile vendere della merce biologica, se non lo è realmente, o vendere della frutta spacciandola per nazionale se proviene dal oltre oceano.
L’idea di questi mercati è davvero molto buona, per la convivialità, il risparmio, la freschezza dei prodotti, la genuinità, il rispetto del territorio, la tradizione, l’importante è che tutto ciò sia fatto nel rispetto massimo del consumatore finale, che in un periodo come questo, con grosse criticità economiche, ha voglia di non essere preso in giro da nessuno.
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FILIERA CORTA ( Farmer market )
Sono ormai diffusissimi anche in Italia, i farmer market, luoghi reali dal profumo antico, in cui la domanda del cittadino si incontra con la risposta del contadino, quest’ultimo dispone tutti i suoi prodotti su un banco e li vende a un prezzo sostenibile anche per i portafogli ormai serrati di questo intenso periodo economico.
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Intorno a questo mondo bucolico e ameno fatto di uomini e natura, c’è anche spazio per chi fa della polemica, criticando alcuni aspetti di questa nuova piccola economia, ma andiamo per ordine e cerchiamo di conoscere meglio questo sistema che porta la campagna in città!
Il tanto interesse e l’innegabile successo dei farmer market è sicuramente legato al fatto che si tratta di “mercati dei contadini”, con una connotazione un pochino diversa dal classico mercato rionale e di quartiere, presente tutti i giorni nelle nostre vie o piazze, questi mercati hanno una periodicità, ad esempio si organizzano i fine settimana, le piccole aziende contadine hanno la possibilità di esporre la loro merce, a volte poca, in rapporto a quello che è stato il raccolto, e venderla con la caratteristica del biologico e del
“km Zero”.
La spesa a km zero è una peculiarità di questi mercati, in cui i formaggi, le verdure la frutta, sono tutti venduti nel rispetto della vicinanza chilometrica, cioè sono di produzione locale, ad esempio, se abitiamo a Torino, il farmer market proporrà, le mele di Cavour, i formaggi delle Langhe, il burro del Canavese, le ciliegie di Pecetto ecc, cioè tutti luoghi piemontesi, che si caratterizzano per una determinata produzione, l’alimento non percorrerà quindi moltissimi chilometri per arrivare sulle nostre tavole. Ben diverso è se acquistiamo dei mandarini spagnoli, dell’uva cilena e dei Kiwi australiani, avranno compiuto un viaggio lunghissimo, inquinando i nostri cieli, ed emettendo moltissima CO2 nell’aria.
Sulla scia dei “mercati del contadino” sono nati siti web, blog, articoli di vario genere, per osannare ed evidenziare tutti gli aspetti possibili e immaginabili di tal evento, che ha sicuramente più di una valenza positiva.
Ad esempio si trovano prodotti rigorosamente biologici, legati al territorio e alle tradizioni, prodotti anche già in parte preparati (quarta gamma) cioè puliti, lavati e pronti per trasformarsi in minestroni.
Dal punto di vista relazionale, è molto importante il rapporto che si crea tra contadino e consumatore, c’è la possibilità di un contatto diretto, di uno scambio di informazioni, della conoscenza del mondo agricolo che ha la possibilità di farsi conoscere e di entrare nelle nostre città, portando una nota di colore di freschezza tra lo smog cupo e triste.
Alcuni rapporti nel tempo, si possono trasformare addirittura in amicizia, perché subentra anche la fiducia, la stima, la conoscenza che va al di la dell’aspetto meramente commerciale, ma passa direttamente sul piano umano, cosa che ovviamente viene a mancare totalmente al’interno di un supermercato, dove ci si serve il più delle volte da soli, si va di fretta e non si guarda in faccia proprio nessuno, se non che la cassiera alla fine della spesa frenetica e spesso convulsa.
Acquistare del formaggio, della verdura, passando tra le mani di chi la prodotta, il quale è in grado di spiegarci la storia di quel prodotto, la modalità di allevamento, o di coltivazione, la fatica che c’è stata, l’impegno, la tradizione rispettata, magari la storia portata avanti dai nonni che prosegue nel tempo, beh è sicuramente affascinante ed emozionante.
Non dimentichiamo poi che il cibo venduto sotto questa formula ha un impatto ambientale bassissimo, veramente rispettoso dell’ambiente, inoltre è spesso molto economico, e vi è la possibilità di utilizzarlo anche per fare spese per più di una famiglia, risparmiando sulla quantità, ad esempio comprando le cassette. Questa è la filosofia adottata dai GAS (di cui abbiamo parlato in un articolo).
Sui Farmer’s market c’è anche chi però solleva delle polemiche, motivate dal fatto che a differenza degli altri distributori e commercianti, questi contadini (coltivatori diretti) non hanno una legge che li obbliga a esporre un cartellino con prezzo, categoria di appartenenza, provenienza (il riferimento è al decreto legislativo 306/2002). Insomma qualcuno chiederebbe maggiore trasparenza, normata, anche per questa categoria di commercianti, tutto ciò per evitare delle irregolarità che in diversi farmer market sono state riscontrate.
Certamente la filiera corta, va rispettata, e non è possibile vendere della merce biologica, se non lo è realmente, o vendere della frutta spacciandola per nazionale se proviene dal oltre oceano.
L’idea di questi mercati è davvero molto buona, per la convivialità, il risparmio, la freschezza dei prodotti, la genuinità, il rispetto del territorio, la tradizione, l’importante è che tutto ciò sia fatto nel rispetto massimo del consumatore finale, che in un periodo come questo, con grosse criticità economiche, ha voglia di non essere preso in giro da nessuno.
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Bauletti polenta salsiccia e piselli
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Bauletti polenta salsiccia e piselli
Simpatico antipasto dal gusto invernale con il perfetto abbinamento tra polenta, salsiccia e piselli. Da provare!
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Ingredienti
200 gr di polenta taragna
500 gr di salsiccia
300 gr di piselli surgelati
4 cucchiai di salsa di pomodoro (consigliata una quantità maggiore)
1 bicchiere di vino rosso
1 mozzarella
sedano
carota
cipolla
timo
Preparazione
Come prima cosa è necessario preparare la polenta. Per la dose d'acqua regolarsi in base a quanto scritto sulla confezione.
Imburrare degli stampini per budino e cospargere il fondo ed i bordi con della farina gialla.
Non appena la polenta è pronta versarla negli stampini, livellarla bene e lasciar raffreddare prima di procedere con la farcitura.
Intanto tritare carota, cipolla e sedano e farci un soffritto. Non appena le verdure sono dorate rosolare la salsiccia tagliata a piccoli pezzi.
Versare il bicchiere di vino e sfumare, quando sarà completamente evaporato unire la salsa di pomodoro e un pizzico di timo. Lasciar cuocere per circa 15 minuti. Unire poi i piselli, aggiustare di sale e cuocere per ancora 15 minuti circa.
Sformare la polenta dagli stampini e tagliare le calottine verso la parte più piccola delle polentine.
Scavare all'interno delle polentine aiutandosi con un coltellino e con un cucchiaino in modo da creare un spazio per la farcitura.
(Nella foto ci sono due polentine bianche, un test: ho provato a farle con il purè... divine!)
A questo punto farcire le polentine con un pò di salsiccia, piselli e qualche dadino di mozzarella. Procedere di nuovo con salsiccia e piselli a strati fino a quando le non si riempiono i budini di polenta. Ricoprire le polentine con le calottine tolte in precedenza e metterle in una teglia. Coprire bene la teglia con della carta di alluminio in modo che rimangano morbide senza seccare troppo.
Infornare a forno caldo sui 180° per circa 20 minuti, il tempo di far sciogliere la mozzarella.
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Bauletti polenta salsiccia e piselli
Simpatico antipasto dal gusto invernale con il perfetto abbinamento tra polenta, salsiccia e piselli. Da provare!
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Ingredienti
200 gr di polenta taragna
500 gr di salsiccia
300 gr di piselli surgelati
4 cucchiai di salsa di pomodoro (consigliata una quantità maggiore)
1 bicchiere di vino rosso
1 mozzarella
sedano
carota
cipolla
timo
Preparazione
Come prima cosa è necessario preparare la polenta. Per la dose d'acqua regolarsi in base a quanto scritto sulla confezione.
Imburrare degli stampini per budino e cospargere il fondo ed i bordi con della farina gialla.
Non appena la polenta è pronta versarla negli stampini, livellarla bene e lasciar raffreddare prima di procedere con la farcitura.
Intanto tritare carota, cipolla e sedano e farci un soffritto. Non appena le verdure sono dorate rosolare la salsiccia tagliata a piccoli pezzi.
Versare il bicchiere di vino e sfumare, quando sarà completamente evaporato unire la salsa di pomodoro e un pizzico di timo. Lasciar cuocere per circa 15 minuti. Unire poi i piselli, aggiustare di sale e cuocere per ancora 15 minuti circa.
Sformare la polenta dagli stampini e tagliare le calottine verso la parte più piccola delle polentine.
Scavare all'interno delle polentine aiutandosi con un coltellino e con un cucchiaino in modo da creare un spazio per la farcitura.
(Nella foto ci sono due polentine bianche, un test: ho provato a farle con il purè... divine!)
A questo punto farcire le polentine con un pò di salsiccia, piselli e qualche dadino di mozzarella. Procedere di nuovo con salsiccia e piselli a strati fino a quando le non si riempiono i budini di polenta. Ricoprire le polentine con le calottine tolte in precedenza e metterle in una teglia. Coprire bene la teglia con della carta di alluminio in modo che rimangano morbide senza seccare troppo.
Infornare a forno caldo sui 180° per circa 20 minuti, il tempo di far sciogliere la mozzarella.
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martedì 3 novembre 2009
Fettuccine alla boscaiola
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Fettuccine alla boscaiola
Gustoso primo piatto dal profumo autunnale, facile da realizzare e di grande successo!
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Ingredienti per 4 persone
350 gr circa fettuccine
60 gr funghi secchi
90 gr burro
200 ml panna da cucina
formaggio grana grattugiato
prezzemolo tritato
pepe nero
sale
Preparazione
Ammollare i funghi in acqua fredda per almeno 1 ora poi strizzarli e tagliarli con la mezzaluna. Tenere da parte un pò dell'acqua di ammollo dei funghi avendo cura di filtrarla bene.
Mettere il burro in una padella e farlo sciogliere, aggiungere i funghi ed un pò della loro acqua filtrata.
Mescolare bene il tutto e lasciar cuocere a fiamma bassa per una mezz'oretta. Passato il tempo unire la panna da cucina, il prezzemolo tritato ed una spolverata di pepe nero.
Intanto cuocere le fettuccine in una pentola capiente con abbondante acqua salata e dopo averle scolate al dente unitele al condimento ai funghi appena preparato. Mescolare bene e servire nei piatti distribuendo ancora un pò di prezzemolo tritato.
Cospargere infine di grana grattugiato.
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