Il fragolino è una bevanda, ferma o frizzante, diffusa nel Nord Italia, ottenuta dalla vinificazione di uva della specie Vitis labrusca (o dei suoi ibridi con la europea), conosciuta come uva fragola, detta anche uva americana, Isabella, Raisin de Cassis (uve non europee).
Una legge dell'Unione europea, tesa a contrastare la concorrenza al mercato vinicolo europeo da parte di vini prodotti con uve non europee, spesso di minori qualità e costo, ne ha reso illegale la vendita (ma non la produzione per uso personale). La normativa europea peraltro ricalca pressoché esattamente le normative nazionali preesistenti, che avevano lo stesso scopo.
A fattore concomitante e giustificativo delle norme restrittive, è sempre stato evidenziato, nel fermentato di uva fragola, il maggior contenuto di metanolo, che ha attività tossica, e/o di tannino, rispetto alle viti europee. Tale fatto è oggettivamente vero, ma le differenze rispetto alla vite europea sono marginali e si riducono o si annullano se la vinificazione avviene avendo cura di non coinvolgere in fermentazione le bucce, i vinaccioli e soprattutto il graspo.
Sono stati fatti collegamenti a sofisticazioni alimentari (scandalo del vino al metanolo) in cui effettivamente i produttori di fragolino non furono mai coinvolti. In realtà, da misurazioni comparative tra vini da Vitis vinifera e da V. labrusca non sono mai risultate quantità di metanolo che giustificassero misure di divieto al consumo nei confronti della seconda, che infatti non esistono.
La storia del Fragolino è la storia dell’uva fragola, detta anche Isabella perché donata alla Regina da Colombo in persona di ritorno dalle Americhe. Il modo in cui è arrivata in Italia è decisamente bizzarro: già presente in larga misura all’inizio dell’Ottocento in Francia, viene portata nel Triveneto per combattere l’Oidio, una malattia della vite.
Il problema è che, essendo anche portatrice di Fillossera, un insetto che si mangia la pianta dalle radici, ha letteralmente distrutto i vitigni autoctoni italiani.
I contadini avevano notato che questa pianta americana era di fatto immune a quasi tutte le malattie, per cui hanno deciso di piantarla in misura massiccia lungo tutto il territorio.
L’unico problema è che se si vinifica sulle bucce dell’uva fragola, le pectine presenti producono metanolo oltre al consueto etanolo. E con il metanolo si diventa ciechi e poi si muore.
Per questo come motivo principale, unito alla paura che le nuove varietà americane prendessero il sopravvento su quelle europee perché indistruttibili, già nel 1936, in piena epoca fascista, venne varata una legge che permetteva di possedere viti di uva fragola con la sola condizione che sia l’uva, sia un’eventuale bevanda venissero consumate esclusivamente a uso personale. Si poteva mangiarla e si poteva anche farci del vino, anche se non si poteva chiamare vino perché denominazione ristretta alla sola varietà europea.
Il fragolino che si trova in commercio in Italia, è in realtà una bevanda a base di vino, zucchero e aromi al gusto fragola. Gli amanti del vero vino fragolino possono però acquistarlo fuori dall’Unione Europea (Svizzera, Usa, Australia) oppure nel Burgenland, in Austria. Questa è infatti l’unica regione europea dove per motivi storico culturali è possibile produrre e vendere vino ottenuto da uva fragola.
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