Radio Popolare ha trentasei
anni. E se oggi siamo ancora qui lo dobbiamo a quanti in questi anni
hanno fatto la scelta di sostenerci, di fare la radio con noi, di
credere in un altro modo di fare informazione, cultura e – perché no –
intrattenimento.
Ecco a cosa serve
l'abbonamento: a costruire insieme qualcosa che altrove non c'è, un bene
comune, una radio libera e indipendente.
Fin dal 1976 Radio Popolare vuol dire informazione libera e comunicazione indipendente, perché autonoma da entità editoriali e politiche. Radio Popolare è controllata dalla Cooperativa dei lavoratori e dei collaboratori, nonché da un diffuso azionariato popolare: sono le componenti principali di Errepi S.p.A. la società per azioni che edita dal 1990 Radio Popolare. Dal 1992 è collegata in network con altre radio italiane e dal 2001 il segnale di Radio Popolare si può ascoltare in tutta Europa e parte dell’Africa e del Medio Oriente attraverso il satellite.
La storia di (e attraverso)
Radio Popolare
Radio Popolare
1975La vigilia di Natale viene registrata al tribunale di Milano la testata Radio Popolare.
1976 Si
forma la Cooperativa di Radio Popolare, fondata da rappresentanti di
varie forze politiche e sindacali della sinistra (Fim, Fiom, Uil,
sinistra Psi, Lc, Mls poi Pdup, Ao ed altri). I redattori ne sono soci.
Gli ascoltatori lo diventano acquistando una tessera. La radio comincia a
trasmettere sulle frequenze di Radio Milano Centrale di cui assorbe una
parte dei redattori. La sede è in corso Buenos Aires. Lo studio di
trasmissione viene chiamato "metrocubo". Il progetto è di Piero
Scaramucci, che assume la direzione della radio. Il 7 dicembre Radio
Popolare diventa famosa con la radiocronaca della contestazione e degli
incidenti in occasione della prima della Scala: quindici redattori
chiamano in continuazione dai telefoni pubblici; Camilla Cederna (in
incognito) fa la cronaca dall'interno del teatro. Per la morte di Mao Rp
manda in onda una corrispondenza dalla Cina di Edoarda Masi.
1977
Si struttura il palinsesto:
dieci notiziari al giorno, la rubrica sindacale verso sera, il microfono
aperto al mattino, le notturne in diretta con giochi di autocoscienza.
Sull'onda del movimento giovanile e studentesco prende vita la "Rubrica
giovani". Censurato dalla Rai, Dario Fo risponde agli ascoltatori in
collegamento artigianale con decine di radio di tutta Italia. "Nascono"
Gino e Michele con "Passati col rosso". Le donne di Rp organizzano una
grande festa al Palalido dove verranno amplificate le corrispondenze
degli incidenti di Roma e Bologna. In autunno trasloco nella palazzina
di via Pasteur. Scaramucci torna in Rai, nuovo direttore è Nini Briglia.
1978
Telefonano i fascisti in una
notturna sulla violenza dopo l'uccisione di due missini a Roma. Si apre
un grande dibattito nella sinistra: si devono lasciar parlare i
fascisti? In marzo la radio è il punto di riferimento per la grande
risposta popolare all'assassinio di Fausto e Iaio, due ragazzi del
Leoncavallo.
1979
Briglia lascia Rp per la
carta stampata, inizia la direzione di Biagio Longo. L'8 aprile Antonio
Stella inaugura "Le testate degli altri", la rassegna stampa: per mesi
pagherà i giornali di tasca propria. Cronache dalle fabbriche in lotta
contro i licenziamenti tra cui l'appassionata diretta dell'assemblea
Unidal.
CONTINUA QUI http://www.radiopopolare.it/chisiamo/storia/
Radio Popolare e' ascoltabile in streaming
e con un decoder digitale Eutelsat Hot Bird 4, a 13° Est.Polarizzazione verticale Frequenza 12.111 MHz.
DIRETTA http://www.radiopopolare.it/poplive/diretta/
Siamo da sempre convinti che sia diritto inalienabile della persona comunicare ed essere informati. Diritto sempre più difficile da esercitare. Ma noi insistiamo: con il nostro lavoro quotidiano, insieme alle radio di Popolare Network, puntiamo a promuovere nuove fonti di informazione, la partecipazione attiva del pubblico, la costruzione di una comunicazione non mercificata e la cooperazione con chiunque persegua questi stessi fini.
Buon ascolto.
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