giovedì 30 aprile 2015

BLOG DI CIPIRI: EXPO 2015: Nutrire le Multinazionali Nocive per il...

Il Primo Maggio
Expo, assieme a “grandi eventi” (Mondiali di calcio ed Olimpiadi), Grandi Opere e gestione
dei grandi disastri ambientali ha, quindi, un ruolo centrale in questa fase del capitalismo. 

 Partendo dalla speculazione sui terreni agricoli, il “governo Expo” accelera i processi di svendita del patrimonio pubblico e di “privatizzazione all’italiana”: si fondano aziende di diritto privato che in realtà sono costituite da enti pubblici (vedi Expo spa); vengono drenate risorse a settori di supporto sociale, come l’abitare, la mobilità accessibile, la cultura...
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BLOG DI CIPIRI: EXPO 2015: Nutrire le Multinazionali Nocive per il...: Il Primo Maggio  non sarà  la giornata di inaugurazione di un Grande Evento. Il Primo Maggio va in scena il teatrino che prese...

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domenica 5 aprile 2015

Aggiungere Burro al Caffè fa dimagrire ?


Aggiungere burro al caffè
fa dimagrire ?

Si chiama «bulletproof coffee»: il suo creatore, l'imprenditore americano D. A., ha avuto l'idea durante una visita in Tibet. Secondo A., l'aggiunta di burro all'interno della bevanda fornisce un rilascio più graduale di energia e sopprime lo stimolo della fame per un lasso di tempo più prolungato
«You're the cream in my coffee», letteralmente «sei la crema nel mio caffè», è il titolo di una vecchia canzone portata alla ribalta dal grande Nat King Cole. Una ballata romantica, in cui chi canta racconta alla amata di quanto abbia bisogno di lei: come i lacci di una scarpa, come il sale sullo stufato. E poco importa se i puristi del caffè storceranno il naso, poiché ritengono che, per assaporarne ogni sfaccettatura, il modo migliore di bere la bevanda più amata dagli italiani sia senza zucchero né altra sostanza che possa dolcificarne il classico sapore amaro. Anche perché, dopo aver sentito la trovata dell'imprenditore  A., probabilmente il disgusto 
risulterà ancora più marcato.




Sì, perché il businessman americano ha partorito un'idea che, a suo dire, sta trovando milioni di proseliti: quella di mettere il burro nel caffè. Secondo un'intervista rilasciata a Fox News, infatti, aggiungere questo latticino nella bevanda con cui si fa colazione aiuta a fornire energia lungo tutto l'arco della giornata, garantendo altresì sensazione di sazietà: dunque, per quanto paradossale possa sembrare, soprattutto agli occhi di chi non si concede più di un dolcificante per non ingrassare, questa pratica sarebbe perfetta per perdere peso. E non perché induca il vomito: almeno, non secondo il suo creatore.

L'idea per questa nuova bevanda è giunta a  A. addirittura durante una visita in Tibet, dove ci si aspetterebbe per la verità di raggiungere altri tipi di illuminazione, meno legati a marketing e business: l'imprenditore americano ha notato come, in quella regione, siano soliti assumere una bevanda a base di burro e tè. Il «bulletproof coffee», letteralmente «caffè a prova di proiettile», vanta al suo interno un tipo di burro non salato, privo di molti composti infiammatori tipici del burro tradizionale, ed un caffè prodotto da chicchi con bassa tossicità. Inoltre, contiene una miscela di olio di cocco e olio di palma, più digeribili rispetto ad altri tipi di olio, che fornirebbe all'organismo un corretto apporto di acidi grassi salutari. Al contrario del caffè tradizionale, sempre secondo il suo creatore, la durata dei classici effetti stimolanti e di soppressione dell'appetito 
del «bulletproof coffee» risulta notevolmente maggiore.

Prima di arrabbiarci perché il nostro bar di fiducia non fornisce zollette di burro, vale la pena ascoltare anche l'opinione dei nutrizionisti, che inutile a dirsi hanno recepito la novità con un certo scetticismo. Nonostante A.  ritenga che i seguaci del «bulletproof coffee» siano oramai circa tre milioni, stipati soprattutto tra America e Regno Unito, i dubbi riguardo la sua reale efficacia si sprecano. Infatti, sebbene non sia supportata da alcuna evidenza scientifica, teoricamente l'aggiunta di burro può causare un rallentamento della digestione e, di conseguenza, un assorbimento della caffeina all'interno del flusso sanguigno maggiormente graduale. Tuttavia, risulta quanto meno incredibile pensare di perdere peso aggiungendo alla propria bevanda 200 calorie, ovvero sia il corrispettivo in termini energetici dei due cucchiaini di burro consigliati: senza considerare l'incremento del rischio di malattie cardiovascolari, infarto del miocardio ed ictus che l'aggiunta di un alimento ad alto contenuto di grassi saturi alla propria alimentazione quotidiana provocherebbe.

forse aiuta a lavorare di piu' e 
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La Focaccia Diventa Gourmet


La focaccia diventa gourmet

Quella di Recco ha ottenuto l'Igp, l'Indicazione geografica Protetta. La focaccia ligure, apprezzata dai buongustai di tutto il mondo, conquista un successo prestigioso.
C'è focaccia e focaccia. Quella di Recco, premiata Igp, è un prodotto da forno ottenuto dalla lavorazione di un impasto a base di farina di grano tenero, olio extravergine di oliva, acqua, sale. In seguito vengono stese due sottilissime sfoglie, farcite con formaggio fresco, a pasta molle, dalla leggera nota acidula, che in cottura fonde.

A rendere unica questa ricetta, la sapienza degli artigiani della zona di produzione, circoscritta al comune di Recco e ai comuni limitrofi di Sori, Avegno e Camogli in provincia di Genova, come sta nella maestria degli affinatori di formaggio il segreto del loro aroma.



A proposito di aroma o di puzza di formaggio... secondo una ricerca dell'inglese Cranfield University, compiuta grazie alla collaborazione di 19 esperti e di un naso elettronico, i profumi non dipendono dal tipo di latte utilizzato, ma dai lavaggi, ossia in quali sostanze vengano tenute a bagno le forme di formaggio. 

Nell'ambito della ricerca è stato assegnato anche un riconoscimento al -formaggio più puzzolente al mondo-. È il Vieux Boulogne, un formaggio francese prodotto nell’omonima città portuale. Si tratta di un formaggio di latte vaccino, stagionato con lavaggi alla birra per un periodo di nove settimane.

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PANE FATTO IN CASA
  RICETTA FACILE E VELOCE DELL’IMPASTO..

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Mangiamo CACCA e la TIVU' Dice che e' BUONA


Mangiamo CACCA 

e la TIVU' Dice che e' BUONA

Franco Berrino, oncologo di fama internazionale, cita il giornalista e saggista Michael Pollan e spiega: «Ciò che la bisnonna non riconosce sull’etichetta non è cibo, fa parte della trasformazione alimentare ed è assolutamente da evitare».

Berrino: “sulle tavole degli italiani cibo industriale” (spazzatura!)

INTERVISTA – Franco Berrino, oncologo di fama internazionale, cita il giornalista e saggista Michael Pollan e spiega: «Ciò che la bisnonna non riconosce sull’etichetta non è cibo, fa parte della trasformazione alimentare ed è assolutamente da evitare». Un parere sul vino dopo Toscani e Vinitaly. Expo 2015? «una grande vetrina dell’industria alimentare». La polemica con il MIUR per l’educazione nelle scuole insieme a Federalimentare.

– Prof. Berrino, dove sbagliano gli italiani quando mangiano?
«Quello che si trova sulle tavole degli italiani non è un cibo genuino, ma la sua trasformazione industriale, e c’è una bella differenza. Il pane, ad esempio, oggi è fatto con farine raffinate, da cui sono state tolte gran parte delle sostanze nutritive e protettive tipiche del grano, come minerali, vitamine, polifenoli… Un pane raffinato è anche privo di fibre e questo può avere come conseguenza un malfunzionamento dell’intestino, con la possibilità che venga compromesso il sistema immunitario e che si manifestino patologie anche gravi».

– Ci troviamo di fronte a delle proposte commerciali che ci attraggono sul piano dei sapori 
ma discutibili sul piano salutistico?
«Non è questo il problema. La pubblicità certo esalta il gusto di questo o quel prodotto, ma le ragioni per cui sugli scaffali dei supermercati troviamo soprattutto cibi raffinati sono essenzialmente commerciali, legate al problema della conservazione. Una farina 00 può resistere anni senza deteriorarsi, mentre lo stesso prodotto integrale dopo qualche mese non è più utilizzabile, tanto che nessuna farfallina sarebbe così folle da andare a deporre le uova in una farina 00, dove non c’è vita. Disporre di un prodotto a lunga conservazione è un grandissimo vantaggio
per l’industria e la grande distribuzione».
– Come regolarsi allora durante la spesa?
«Se nelle etichette vediamo troppi ingredienti c’è qualcosa che non va. Si tratta quasi sempre di sostanze chimiche che non hanno solo lo scopo di conservare il cibo, ma anche quello di stabilizzarne il gusto nel tempo per ragioni commerciali. Michael Pollan, nel suo libro In difesa del cibo raccomanda di andare sempre a fare la spesa con la nostra bisnonna, nel senso che quello che la bisnonna non riconosce come cibo non deve finire nel carrello della spesa».

– La dieta mediterranea è da riscrivere o rimane una formula valida?
«E’ sempre più una formula valida. Gli studi epidemiogici negli ultimi anni hanno dimostrato che più ci avviciniamo allo stile dell’alimentazione mediterranea tradizionale, dove troviamo cereali integrali, legumi, verdura, frutta, noci, nocciole, mandorle, olio d’oliva, un po’ di vino, e meno ci ammaliamo di infarto, ictus, cancro, Alzheimer, malattie infiammatorie. Gli studi sono molto chiari a riguardo: lo stile mediterraneo è protettivo nei confronti delle malattie croniche del nostro tempo».
– L’unico padiglione di Expo extra Milano è quello di Acquae Venezia 2015. Perché secondo lei c’è così tanta attenzione sul tema dell’acqua e come questo tema incrocia quello della salute?
«Abbiamo sporcato l’acqua, inquinato terribilmente le falde. E’ difficile capire in che misura questo stia influendo sulla nostra salute, per cui dobbiamo basarci sul principio di precauzione, nel senso che certo non va bene che nell’acqua cosiddetta potabile si trovino sostanze tossiche e cancerogene. Ma c’è un altro grande problema dell’acqua legato al suo spreco. Basti pensare che per produrre 1 grammo di proteine animali servono 10 grammi di proteine vegetali, che potrebbero invece servire a nutrire le popolazioni delle aree povere del pianeta».

– Dall’acqua al vino. A Verona si è appena concluso Vinitaly, il Veneto è stato anche al centro di polemiche dopo le dichiarazioni di Oliviero Toscani sui veneti ubriaconi. 

Il vino in modica quantità si può bere?
«L’alcol si lega al cancro delle prime vie aerodigestive, ma questo legame è enormemente potenziato dal tabacco. Chi beve alcuni bicchieri di vino al giorno ha tre volte la probabilità di ammalarsi di tumore della lingua, della gola e dell’esofago; chi fuma ha un rischio dieci volte superiore ma chi beve e fuma ha un rischio 30 volte superiore rispetto a chi non beve e non fuma. Meglio non asssumere bevande alcoliche, anche se una modica quantità di vino rientra nella dieta mediterranea e può essere tollerata in un contesto di questo tipo».
– Il Rapporto Bio cifre 2014 elaborato da Sinab (Sistema di informazione nazionale sull’agricoltura biologica) e Ismea (Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare) certifica un aumento del consumo dei cibi biologici pari al 17,3% nei primi 5 mesi del 2014. Uno entra in un negozio bio e si sente al sicuro. Invece magari non è proprio così…

«Anche nel negozio bio si possono trovare delle autentiche porcherie, come lo zucchero biologico, la farina 00 biologica, entrambi privi di senso. Però i prodotti integrali, legumi e verdura certificati bio sono assolutamente da consumare. Prodotti, tra l’altro, sempre più a disposizione 
anche nei normali supermercati».

– Il leit motiv di Expo 2015 è Nutrire il pianeta, una grande occasione per tornare a parlare di cibo, per non sprecarlo, per distribuirlo più equamente, per migliorarne la qualità?
«E’ una grande manifestazione fondamentalmente dell’industria alimentare, che ha investito ingenti somme nell’evento e che metterà in vetrina i suoi prodotti. Mi auguro che ci sia anche una discussione in grado di tradursi in una presa di coscienza collettiva sulla necessità di un’inversione di rotta riguardo il modo di nutrirsi. Non ho nulla contro l’industria alimentare, ma occorre che essa inizi un percorso finalizzato alla produzione di cibi sani».
– Vede progressi in questo senso?
«Direi di no e vedo anche delle cose molto preoccupanti».
– Del tipo?
«Vedo il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR)accordarsi con Federalimentare per fare educazione alimentare nelle scuole. Importante l’educazione alimentare, ma delegare per questo delicatissimo compito l’industria, il cui interesse primario è la vendita di ciò che produce, non va bene».
– Oggi sono gli chef le vere star della TV con game show, reality, tutorial. Come giudica questo tipo di trasmissioni e come andrebbe fatta una corretta informazione alimentare?
«Bisognerebbe dare effettivamente l’informazione sulla qualità dei cibi. La gente si lamenta che manca sempre il tempo e sugli scaffali del supermercato cerca cibi lavati, precotti, pronti all’uso. 
Poi però si perde a guardare quel genere di spettacoli, con un cuoco che cucina davanti alla telecamera. Ma non sarebbe più utile impiegare lo stesso tempo nella propria cucina per farsi da mangiare in modo sano?
– Quali sono i suoi peccati di gola, prof. Berrino?
«A me piacciono i dolci. Mangio un dolcetto o due quasi tutti i giorni. Ma li faccio come intendo io, senza zucchero e sono una cosa meravigliosa».
Giorgio Montolli

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giovedì 2 aprile 2015

PANE FATTO IN CASA



PANE FATTO IN CASA
  RICETTA FACILE E VELOCE DELL’IMPASTO
Preparare la pasta di pane in casa non è mai stato così facile:
 ecco la ricetta base per realizzare pizza, panzerotti, frittelle o fragranti pagnotte.

Ingredienti

Difficoltà: Facile
Cottura: 30 minuti
Preparazione: 3 ore

- 500 gr di farina 00
- 1 cucchiaio e mezzo di sale
- 15 gr di lievito di birra

- 1 cucchiaio di olio extravergine d’oliva
- mezzo cucchiaino di zucchero
- acqua q.b.

La ricetta base per preparare la pasta di pane in casa vi sorprenderà per velocità e facilità e con poche mosse conquisterete il palato dei vostri ospiti con tante gustose varianti: dal pane caldo e fragrante, ai panzerotti e alle frittelle calde, il pane fatto in casa è davvero un tesoro prezioso da portare in tavola.

Preparazione

In mezzo bicchiere d’acqua tiepida sciogliete il lievito di birra e unite lo zucchero. Con questo composto stemperate la farina setacciata che avrete sistemato a forma di fontana su un piano di lavoro pulito. Iniziate a lavorare l’impasto con la forchetta. Man mano versate sopra un po’ d’acqua nella quale avrete aggiunto il sale e l’olio. A questo punto iniziate a lavorare l’impasto con le mani in modo energico per almeno 15 minuti finché non diventa sodo, elastico ed omogeneo. Formate una palla e lasciatela riposare in un contenitore infarinato e coperto con un panno umido. Lontano da correnti d’aria, il panetto dovrà lievitare per almeno tre ore.

Quando sciogliete il lievito fate attenzione che l’acqua non sia troppo calda altrimenti rischiate di bloccare l’azione degli agenti lievitanti. Se volete ottenere un pane fatto in casa particolarmente morbido, allungate i tempi di lievitazione: dopo le prime 3 ore, riprendete il panetto, lavoratelo ancora e poi copritelo e fatelo riposare per un’altra ora. Il posto ideale per tenere il panetto lontano da spifferi che potrebbero comprometterne la lievitazione è il forno, ovviamente chiuso e spento.  Per quanto riguarda la farina, potete anche integrarla con altri tipi come la manitoba, la farina di soia, di patate, di riso e la farina integrale.





PANE FATTO IN CASA 

GLI ERRORI PIÙ COMUNI DA EVITARE
Fare il pane in casa è un arte e gli errori sono sempre dietro l'angolo: ecco quelli da evitare assolutamente!

Per fare il pane in casa non basta certo la macchina del pane: per avere una pagnotta alta, soffice e friabile ci sono dei piccoli segreti e (almeno) 5 errori che devono essere evitati. Chi si cimenta nel pane fatto in casa si troverà più di una volta a chiedersi perché non è lievitato, perché è duro come una ciabatta, perché si sbriciola…e la risposta è che avete fatto uno di questi errori.

1- Impasto: troppo molle, troppo duro…
Problema
Uno degli errori più comuni risiede nella consistenza dell’impasto: il risultato finale deve essere morbido ma compatto. Deve essere possibile lavorarlo senza avere l’impasto che sfugge ovunque. Attenzione però a non farlo troppo duro o faticherà a lievitare.

Soluzione:
Se l’impasto è troppo morbido aggiungete lentamente la farina: continuate a lavorare l’impasto per farla assorbire bene e continuate ad aggiungerla lentamente fino a quando l’impasto non avrà raggiunto la consistenza perfetta.

Se l’impasto è troppo duro dovrete invece aggiungere un po’ di acqua tiepida: anche in questo caso aggiungete a piccole dosi. In alternativa all’acqua potete usare un cucchiaio di olio per insaporire maggiormente il pane.

 2- Il pane non lievita!
Problema
L’impasto del pane non si è alzato nemmeno di un millimetro. Questo può succedere prima della cottura o a fine cottura: in entrambi i casi il pane sarà duro e piatto! Può essere un problema legato alla farina, alla temperatura di lievitazione o di cottura. La modifica dell’impasto può essere fatta solo prima della lievitazione, mai dopo!

Soluzione
La farina che scegliete per il pane è fondamentale: la farina consigliata è la Manitoba, un tipo di farina in grado di sopportare la lievitazione senza “collassare”. Far lievitare la farina 00 è difficile: mescolatela alla Manitoba e vedrete impasto gonfiarsi.

Temperatura e tempo di lievitazione sono i due ingredienti segreti del pane fatto in casa. Per attivare la lievitazione non mettetelo in frigo, ma lasciatelo coperto con un canovaccio in una zona umida e calda della casa. Non esiste lievitazione veloce: ci vogliono almeno tre ore per far lievitare adeguatamente il pane.

Nel forno prosegue il processo di lievitazione: cuocere il pane in due fasi aiuta ad aumentare il volume del pane. Procedete all’inizio per una ventina di minuti alla temperatura massima (230 gradi), inserendo nel forno un pentolino di acqua che crei l’ambiente umido che favorisce la lievitazione del pane. Proseguite poi la cottura a una temperatura che si aggiri intorno ai 200 gradi.
3- Errori di cottura
Problema
La crosta non è croccante, cuoce solo fuori e non dentro oppure quando tagliate il pane si sbriciola. Se avete uno di questi problemi probabilmente non avete seguito i consigli sopra.

Soluzione
Il pane cuoce solo fuori e non dentro: probabilmente l’impasto era troppo morbido oppure avete avuto un problema con la temperatura del forno che era probabilmente troppo alta. Abbassate di un una ventina di gradi e allungate il tempo di cottura.

Il pane si sbriciola: il problema può derivare dall’impasto troppo duro e secco o da una eccessiva cottura. Modificate la ricetta aggiungendo un filo di acqua e accorciate il tempo di cottura.

La crosta non è croccante: per avere una crosta croccante e friabile il segreto è il vapore! Il forno di casa non ha questa funzione, quindi dovrete ingegnarvi. Inserite nel forno una teglia piena di acqua e lasciatela nella prima fase di cottura. Un metodo altrettanto utile consiste nello spruzzare il pane di acqua appena prima dell’infornata.

LEGGI ANCHE


La ricetta semplice della pasta madre fatta in casa. 


Ingredienti

Difficoltà: Facile
Preparazione: 10 minuti + 48-72 ore per lievitare

- 300 gr di farina di frumento integrale e biologica
- 150 ml di acqua a temperatura ambiente

- 1 cucchiaino di zucchero grezzo di canna

La pasta madre è un ingrediente prezioso e viene usato come lievito naturale, soprattutto nella preparazione di dolci come il panettone, la colomba pasquale,
 e il pandoro, ma anche per fare il pane e la pizza...
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PASTA MADRE: RICETTA SEMPLICE



La ricetta semplice della pasta madre fatta in casa. 


Ingredienti

Difficoltà: Facile
Preparazione: 10 minuti + 48-72 ore per lievitare

- 300 gr di farina di frumento integrale e biologica
- 150 ml di acqua a temperatura ambiente

- 1 cucchiaino di zucchero grezzo di canna

La pasta madre è un ingrediente prezioso e viene usato come lievito naturale, soprattutto nella preparazione di dolci come il panettone, la colomba pasquale,
 e il pandoro, ma anche per fare il pane e la pizza.

Questa preparazione si conosce con nomi molto diversi: lievito madre o acido, come pasta acida o crescente. Si tratta di un impasto a base di farina e acqua, acidificato grazie ai batteri presenti nella stessa farina, che sono in grado di avviare il processo di fermentazione, 
senza l’aggiunta di nessun lievito.

Talvolta, però, per velocizzare il processo di fermentazione, si possono aggiungere all’impasto anche altri ingredienti, come batteri lattici e zuccheri, nel caso dei vegani, 
va benissimo quello di canna grezzo.

I benefici della pasta madre sono molti, tra questi la maggiore digeribilità 
e conservabilità del prodotto.

Preparazione
Come prima cosa, per produrre la pasta madre, prendete una ciotola e impastate 100 grammi di farina di frumento integrale e 50 ml di acqua con le mani, finché non otterrete un composto liscio e omogeneo. Se volete, per velocizzare la fermentazione, aggiungete un cucchiaino di zucchero grezzo di canna. Poi coprite il composto con uno straccio umido e fatelo riposare a temperatura ambiente (20-25 °C) per 2 giorni.

In questo tempo, dovrebbe partire la fermentazione. Dopo, dovete effettuare il cosiddetto “rinfresco”, e cioè dovete prendere un etto dell’impasto precedente e unirlo ad altri 100 grammi di farina e 50 ml di acqua. Formate un’altra pagnotta di impasto liscia e lasciatela riposare nelle stesse condizioni della prima volta per altri due giorni.

Passate le 48 ore ripetete l’operazione: prendete un etto dell’impasto e unitelo a 100 grammi di farina e 50 ml di acqua. Continuate a “rinfrescare” l’impasto finché non vedrete che raddoppia di volume in circa 4-5 ore. Allora potrete usarlo per preparare le vostre ricette naturali. Tutto questo potrebbe succedere nel giro di qualche giorno, oppure nell’arco di diverse settimane: non disperate.

Quando vedrete che la vostra pasta madre lievita in così poco tempo, potrete cominciare a utilizzarne dei piccoli pezzi per produrre moltissime ricette: dal pane alla pizza, dal panettone alla colomba, per un sapore e un gusto genuini.

Il resto lo dovrete conservare in frigo e “rinfrescarlo” ogni settimana, per evitare che perda la sua efficacia. La pasta in eccesso delle prime lavorazioni, invece, non dovete sprecarla: potete farne una spianata da condire con un po’ d’olio, sale e rosmarino. La pasta madre, invece, va sempre conservata e, ogni settimana bisogna effettuare il “rinfresco”, per mantenerla attiva.




PANE FATTO IN CASA
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Gomasio: sostituto del Sale


Gomasio: sostituto del sale

La cucina giapponese è una delle più salutari al mondo perché ricca di verdure e di proteine vegetali e povera di colesterolo. Ma soprattutto, a differenza di molte altre cucine, è povera di sodio.
I giapponesi utilizzano poco sale nelle loro pietanze
 e molto spesso preferiscono sostituirlo con il gomasio.

Di cosa si tratta?Il gomasio è un alimento semplice, composto solo da semi di sesamobiologici (goma in giapponese) e sale marino integrale (shio), ma ricchissimo di proprietà. 
Non a caso fa parte a pieno titolo della tradizionale cucina macrobiotica.
Il sale in realtà è presente anche nel gomasio, ma in percentuale molto bassa.
 La classica ricetta del Gomasio prevede infatti per 7 cucchiai di sesamo 1 solo cucchiaio di sale, ma si possono variare le proporzioni a seconda dei gusti e delle esigenze ad esempio miscelando 10 parti di sesamo e una di sale fino a un rapporto di 25 a 1
.Nei negozi di alimentazione naturale e macrobiotica il gomasio è in vendita già pronto in bustine o barattoli di vetro, ma è possibile produrlo anche a casa propria con il doppio vantaggio di risparmiare e avere un prodotto sempre fresco.Il procedimento è molto semplice.
 Basta lavare e asciugare bene il sesamo e tostarlo leggermente in forno o in padella a fuoco lento. Una volta tostato (attenzione a non esagerare!) va miscelato con il sale a sua volta privato dell’umidità su una padella a fuoco basso. 
Si trita tutto, possibilmente al mortaio, e il gomasio è pronto.
Una volta pronto, il gomasio fatto in casa può essere conservato in frigorifero ben chiuso in un barattolo di vetro per un settimana circa.
Questo semplicissimo condimento a base di goma e shiopuò essere utilizzato a crudo per condire insalate e verdura, ma anche riso, pasta o altro. Attenzione però a non esagerare. 
Se è vero che il gomasio contiene meno sale ed è quindi l’ideale per chi soffre di ipertensione, è altrettanto vero che i semi di sesamo sono abbastanza calorici.
Il gomasio è ricco di proprietà ed è un condimento genuino e ricchissimo di nutrienti importanti per il nostro organismo. Da una parte la piccola quantità di sale marino integrale fornisce oligoelementi fondamentali come iodio, magnesio, rame e zinco, dall'altra i semi di sesamo sono ricchissimi di calcio, proteine e vitamine D ed E. Tutte queste sostanze aiutano il sistema nervoso e sono particolarmente indicate in caso di esaurimento o affaticamento, ma anche per chi soffre di osteoporosi.Inoltre il gomasioaiuta a regolarizzare l’intestino e migliorare le funzioni epatiche, ha un effetto anti-nausea, riduce i livelli di colesterolo nel sangue, contribuisce ad alleviare i dolori e può essere utilizzato in caso di ipertensione o problemi renali. 
È molto efficace anche nel rinforzare le difese immunitarie.

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PULIRE IL FRIGORIFERO




PULIRE IL FRIGORIFERO CON PRODOTTI NATURALI

 rimedi naturali per pulire il frigorifero senza usare sostanze chimiche. 

 rimedi fai da te avrete una frigorifero pulito e senza muffa!

Dalla pulizia esterna a quella interna degli scaffali del frigo, ecco qualche idea semplice ed efficace che proteggerà il vostro frigo dalla muffa e dai cattivi odori
 e che si può applicare senza spegnere il frigo.

La prima cosa da fare? Rimuovere tutti gli alimenti presenti nel frigorifero
 e lasciarlo libero per pulirlo a fondo in ogni angolo. 

1. Pulire il frigorifero con il bicarbonato
Mescolate mezzo litro d’acqua e un cucchiaio di bicarbonato, imbeveteci un panno e utilizzatelo per rimuovere le macchie che si trovano all’interno e all’esterno del frigorifero.
Utilizzate la stessa composizione per pulire le parti fisse interne del frigorifero. Scoprite tutti i modi in cui si può usare il bicarbonato.

2. Pulire il frigo con l’aceto bianco
Imbevete un panno con un po’ di aceto bianco per eliminare le macchie di alimenti più resistenti, quelle che non si eliminano con il mix di acqua e bicarbonato.
Utilizzate l’aceto bianco anche per pulire i comparti di vetro o grigliati che si possono estrarre. Metteteli in ammollo in una bacinella con due litri d’acqua e un bicchiere di aceto bianco e lasciate agire per mezzora. Poi asciugate bene tutto, per evitare che si formi la muffa. State attente anche alle guarnizioni.

3. Pulire il frigorifero con un panno antistatico
Per la pulizia dell’esterno del frigorifero basta passare un panno antistatico che raccolga tutta la polvere. Anche sul retro, seguite la serpentina refrigerante rimuovendo tutta la polvere in eccesso. In questo modo ne aumenterete anche l’efficienza riducendo il consumo energetico dell’elettrodomestico. 

4. Pulire il frigorifero con il limone
Dopo aver rimosso le macchie di cibo dal frigorifero con le soluzioni a base di aceto e bicarbonato, mescolate il succo di un limone in una tazza d’acqua. Passate un panno in microfibra imbevuto di acqua e limone su tutte le superfici interne del frigorifero. Per facilitarvi potete mettere il composto in una vecchia confezione di detersivo spray e spruzzarla direttamente dove occorre. In questo modo, si elimineranno i cattivi odori presenti nel frigorifero dando una fresca fragranza all’elettrodomestico. La raccomandazione per evitare che si formino di nuovo puzze e cattivi odori è quella di mettere tutti gli alimenti, soprattutto gli avanzi, in recipienti chiusi.
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Prodotti in Scadenza Ancora Buoni


Prodotti in scadenza ancora buoni da Mangiare

Sapete quanto tempo possono restare in frigo i vostri alimenti preferiti?
In onore della giornata della 'pulizia del frigo' vi presentiamo un elenco di alimenti che possono essere conservati oltre la data di scadenza. 



PANE
Il pane che comprate al panificio fa la muffa dopo pochi giorni di vita, quello al supermercato, invece, dura molto di più. Questo accade solo perché nel secondo caso sono stati usati conservanti, che possono estendere notevolmente la durata del prodotto.
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FORMAGGIO
Quando si tratta di formaggi, non tutti sono uguali. Gli esperti dicono che i formaggi a pasta dura (grana & co) possono letteralmente durare per anni, mentre i formaggi molli (come la ricotta) sono da buttare molto prima. La differenza è nella quantità di umidità che sta nel formaggio - quelli con più umidità ammuffiscono molto più velocemente. 


LATTE
Per quanto riguarda il latte ci sono due scuole di pensiero: controllare la data di scadenza e annusare. Se il latte odora di acido allora potrebbe rovinare il vostro caffè. La buona notizia è che non c'è differenza nei tempi di conservazione tra latte biologico e non, quello che influisce sulla conservabilità è in realtà la quantità di prodotto. 






UOVA
Per conservare le uova al meglio bisogna tenerle al fresco, possibilmente nel cartone in cui sono state acquistate. Ovviamente fate riferimento al timbro specifico per conoscere la data di scadenza. 



SALUMI
Se acquistate salumi freschi al banco salumeria, fate in modo di consumarli nell'arco di 3-5 giorni. Le confezioni di prosciutto, salame o tacchino preimbustate, possono durare molto di più, a causa dei conservanti. Ma una volta aperte hanno vita breve.



MAIONESE
La maionese è preparata con uova crude, e questo significa che non ha durata infinita. Tuttavia la presenza di olio, e soprattutto di conservanti, aiuta a mantenere la vostra salsa preferita per più tempo. Il metodo migliore per capire se il prodotto che avete in frigo è da buttare anche dopo la data di scadenza, è odorarlo. Se sa di acido buttate la confezione del cassonetto.



LATTUGA
La vita media di una lattuga è di circa 2 settimane, ovviamente dipende molto da come viene conservata. Se comprate la lattuga in sacchetto, una volta aperta la confezione il contenuto va consumato entro pochi giorni. Se preferite un'isalata intera ricordatevi che tagliando il cespo superiore questa durerà più a lungo.



CARNE E POLLO
Come regola generale, sappiate che la carne fresca va congelata entro pochi giorni dall'acquisto. La buona notizia è che una volta messa in freezer, può essere consumata nell'arco di un anno.

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